14 dicembre 2013

Un uomo a nudo (Frank Perry, 1968)

Un uomo a nudo (The swimmer)
di Frank Perry – USA 1968
con Burt Lancaster, Janice Rule
***1/2

Visto al cinema Apollo, in originale con sottotitoli.

Ospite di alcuni amici nella loro villa con piscina sulle colline del Connecticut, in un'assolata domenica di fine estate, Ned Merrill decide di tornare a casa a piedi, o meglio "a nuoto", bagnandosi, una dopo l'altra, in tutte le piscine delle ville della contea che lo separano dalla sua formando una sorta di catena (o un "fiume", come lo chiama lui). Quella che sembra soltanto una bizzarria da parte di un uomo di successo, che si distingue dai suoi amici di mezza età per essere rimasto ancora un sognatore e un ottimista come quando era giovane, un dongiovanni tuttora atletico e con una famiglia felice che lo aspetta (una moglie e due figlie, che cita continuamente e con orgoglio), si rivelerà una sorta di Odissea al contrario, una parabola dove il viaggio verso casa comporta l'amara e dolorosa presa di coscienza del proprio fallimento. Piscina dopo piscina, scopriremo infatti – e forse anche lui con noi, visto che sembrava averlo rimosso – che l'immagine idilliaca che ci era stata presentata poggiava su basi ormai crollate, fino al più completo sfacelo. Ogni tappa del viaggio rappresenta un aspetto della personalità del protagonista che viene alla luce, in maniera non sempre piacevole, cancellando il falso sorriso che sfoggiava all'inizio (l'incontro con il bambino è un tuffo nella propria infanzia solitaria, quello con l'amante mette in crisi il suo orgoglio di dongiovanni, la festa e la piscina pubblica rappresentano le fasi di un'umiliazione sociale, dapprima da parte dei membri della sua stessa classe alto-borghese e poi da quelli del proletariato). Frank Perry ("David e Lisa", "Brevi giorni selvaggi") è uno dei registi più interessanti – e purtroppo misconosciuti – del cinema americano degli anni sessanta: qui tratteggia magistralmente, con un linguaggio che a volte assume i tratti surreali dell'allegoria, un'epoca in cui i miti del successo, del benessere e dell'american dream cominciavano a incrinarsi e a venarsi di inquietudine e di dubbi. Lancaster (a petto nudo e in costume da bagno – o addirittura senza – per l'intera durata della pellicola) è il mattatore, mentre fra i comprimari si segnalano Janet Landgard (la giovane babysitter), Joan Rivers (la donna alla festa) e Janice Rule (l'ex amante). La sceneggiatura di Eleanor Perry (moglie e collaboratrice abituale del regista) è tratta da un racconto breve di John Cheever. Alcune scene sarebbero state rigirate da Sydney Pollack (non accreditato) su richiesta dei produttori, che ritenevano "troppo intellettuale" l'interpretazione di Perry.

5 commenti:

cooksappe ha detto...

me lo segno

bradipo ha detto...

bello! il viaggio verso gli Inferi piscina dopo piscina mi intrigò parecchio quando lo vidi...

Christian ha detto...

Cooksappe: purtroppo non è di facile reperibilità... Ma magari, ora che circola una copia in pellicola, tenendo d'occhio le cineteche è possibile imbattercisi. ^^

Bradipo: Anche a me ha colpito parecchio il progressivo cambio di tono e di atmosfera, da solare a tempestosa, man mano che il film procede.

Giorgio ha detto...

L’ho visto a quell’epoca, nei primi anni ‘70 credo, quando ancora c’era il miracolo economico da poco alle spalle, si credeva che il mito americano del successo potesse funzionare anche da noi e c’era molta speranza nell’aria e molta illusione. Fu una vera doccia fredda, amaramente smascherava quel mito lasciando vedere quanto di menzogna era necessario per tenerlo in piedi. Oggi la realtà è cambiata, siamo più smagati, del tutto disillusi, tante altre cose del genere sono state dette e forse il film non ha più quell’effetto, ma deve essere comunque significativo. Giorgio

Christian ha detto...

In effetti, guardandolo oggi con il senno di poi, appare forse ancora più lucido ed efficace di quando è uscito. Come sempre gli artisti "vedono" molte cose in anticipo sui tempi... e a volte dicono cose che la gente non ama sentirsi dire (come il protagonista del film, che ha "rimosso" tutti i suoi fallimenti).