21 dicembre 2013

Burn after reading (Joel ed Ethan Coen, 2008)

Burn After Reading - A prova di spia (Burn After Reading)
di Joel ed Ethan Coen – USA 2008
con Frances McDormand, George Clooney
*

Visto in TV.

Un agente della CIA di terz'ordine (John Malkovich), licenziato per alcolismo, decide per vendetta di scrivere le proprie memorie. Ma il CD con le bozze, smarrito negli spogliatoi di una palestra, viene trovato da due impiegati della struttura (Brad Pitt e Frances McDormand), che provano a ricattare l'agente e poi, dopo il suo rifiuto, a vendere le presunte informazioni segrete ai russi. La storia si complica per una serie di tradimenti incrociati: la moglie di Malkovich (Tilda Swinton), per esempio, è amante di un poliziotto (George Clooney) che – fra le sue mille scappatelle – ha anche una relazione con la McDormand. Raccontata con i toni di una farsa che non fa mai ridere, questa presunta satira di costume non è altro che una delle tante scemenze a cui i Coen ci hanno purtroppo da tempo abituati. I due sopravvalutati fratelli si rifanno stavolta al modello di "Fargo", mettendo in scena una serie di personaggi stupidi, traditori ("Tutti vanno a letto con tutti", si commenta a un certo punto), egocentrici e fasulli, uno più deprecabile dell'altro. Nessuno si salva, fra adulteri, alcolizzati, ipocriti, nevrotici, incompetenti, triviali, ossessionati dalla cura del corpo (la McDormand pensa soltanto a procurarsi il denaro necessario ai suoi interventi di chirurgia estetica) o semplici cazzoni (Pitt): ne esce un ritratto di un'America decerebrata, amorale e senza speranza, dove a guidare la vicenda (che non può che finire male) non è nemmeno il caso o il destino ma la stupidità dei suoi stessi protagonisti. Peccato però che la sceneggiatura sia non meno superficiale dei personaggi, senza una direzione precisa e incapace di dar vita non dico a una satira tagliente ma semplicemente a una black comedy di discreto livello. Ogni volta che sembra che la storia stia per decollare (buoni i momenti che illustrano la paranoia di George Clooney, per esempio), la sequenza successiva fa immancabilmente cambiare idea. E il tutto sfocia in un finale tanto inconcludente quanto anticlimatico (come nel precedente "Non è un paese per vecchi", alcune scene clou vengono raccontate da altri personaggi anziché mostrate allo spettatore), al punto da far recriminare – nonostante il buon cast – per il tempo dedicato alla visione.

4 commenti:

Ismaele ha detto...

anche a me non aveva convinto, secondo me il film più debole dei fratelli Coen

Christian ha detto...

Pensa poi che a me non piacciono nemmeno i loro film "forti"... :P

A Gegio film ha detto...

Invece io lo ritengo tra i migliori dei Coen, una satira che non risparmia nessuno, dalla Cia ai siti d'incontri online, e, purtroppo per voi, Clooney e Pitt si prendono pochissimo sul serio, anche contando il mito che li avvolge. Eddai, Christian, non salvi nemmeno l'ossessione di Clooney per quell'attrezzo???

Christian ha detto...

Francamente mi è sembrato una vera cretinata, scena di Clooney compresa. A voler essere cattivo, potrei dire che anch'io lo ritengo "fra i migliori" dei Coen... ^^ Ma non sarebbe vero: pur essendo un loro forte detrattore, riconosco che in passato hanno fatto di meglio (un titolo su tutti: "Il grande Lebowski", forse l'unico film loro che mi sia piaciuto).