17 settembre 2013

Via Castellana Bandiera (Emma Dante, 2013)

Via Castellana Bandiera
di Emma Dante – Italia 2013
con Emma Dante, Elena Cotta, Alba Rohrwacher
*1/2

Visto al cinema Apollo (rassegna di Venezia).

Una domenica pomeriggio, in una stretta via di un quartiere periferico di Palermo, si incrociano due automobili. Sulla prima viaggia Rosa (Emma Dante) con la fidanzata Clara (Alba Rohrwacher), giunte in città per il matrimonio di un amico; sulla seconda, guidata dall'anziana Samira (Elena Cotta), c'è la famiglia Calafiore, che abita proprio in quella via. Entrambe le conducenti, Rosa e Samira, si intestardiscono e pretendono che sia l'altra a spostarsi per concedere il passaggio. La situazione non si sblocca, le ore passano, e mentre le due automobili rimangono una di fronte l'altra ad oltranza, gli uomini che abitano nella strada cominciano a scommettere su quale delle due cederà il passo per prima. L'esordio cinematografico (tratto da un suo romanzo) dell'attrice, regista e drammaturga teatrale Emma Dante è una pellicola che comincia bene ma si impantana quasi subito in una situazione che, più che surreale o grottesca, pare senza via d'uscita non solo per le protagoniste ma anche per lo spettatore. Si è parlato di "duello western" (anche per l'incrocio di sguardi e l'intensità muta dell'ostinazione delle due donne) o di natura metaforica della sfida (che riflette lo stallo sociale e culturale in cui si trova il nostro paese: da notare come i passeggeri delle due auto rappresentino anche due modi diversi di intendere la famiglia: quella "tradizionale" dei Calafiore e quella alternativa di Rosa e Clara), ma francamente lo spunto è talmente esile e artificioso che fatica a reggere la durata di un lungometraggio. Nonostante il tentativo di costruire loro un background, i personaggi hanno poco di interessante da dire o da svelare, e non si capisce perché – sia loro che noi – debbano perdere tanto tempo in quel vicolo (che peraltro in numerose inquadrature sembrerebbe anche abbastanza largo da permettere il passaggio di due auto affiancate: hai voglia a parlare di "magia del cinema" per giustificare ogni cosa!). Come se non bastasse, nel finale non manca nemmeno una scontatissima sequenza onirica-soprannaturale. La regia è concreta e nervosa, e ricorre spesso a inquadrature storte e a una macchina da presa traballante, mentre i pochi dialoghi soffrono della formazione teatrale dell'autrice e si rivelano, soprattutto nella prima parte, didascalici e ridondanti. Anche la prolungata e interminabile sequenza finale, in cui tutti corrono verso l'obiettivo, lascia il tempo che trova. Molte scene parlate in siciliano stretto sono sottotitolate. Qualche dubbio infine sul premio veneziano assegnato a Elena Cotta come miglior attrice: davvero non c'era di meglio?

4 commenti:

Lakehurst ha detto...

e io che me l'ero già segnato come uno di quelli da vedere a tutti i costi...

Christian ha detto...

Beh, comunque vedilo, e giudica da solo. A me è sembrato proprio una solenne scemata...

Lakehurst ha detto...

sicuramente cercherò di vederlo; diciamo che quello che leggo in giro modifica la mia fretta nel reperirlo.

Ismaele ha detto...

vado, ma lo metto in coda ad altri che mi interessano di più, se lo trovo ancora poi ti dico