26 agosto 2013

Il mio amore brucia (K. Mizoguchi, 1949)

Il mio amore brucia (Waga koi wa moenu)
di Kenji Mizoguchi – Giappone 1949
con Kinuyo Tanaka, Mitsuko Mito
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Rivisto in divx alla Fogona, in originale con sottotitoli inglesi.

Alla fine dell'ottocento, la giovane insegnante Eiko Hirayama si batte per i diritti delle donne in un'epoca in cui gli antichi sistemi feudali e familiari le vedevano ancora sottomesse alla volontà degli uomini. Ispirata dalla visita di un'attivista del partito liberale, abbandona il suo villaggio natale per seguire a Tokyo l'amico d'infanzia Hayase, che ne è diventato membro. Qui affianca il leader del partito, Kentaro Omoi, nel suo tentativo di costringere il governo a promuovere una costituzione e istituire un parlamento. Ma dovrà scontrarsi, oltre che con ingiustizie e incomprensioni, anche con l'ostilità dei suoi stessi compagni, che nonostante i discorsi retorici su libertà e uguaglianza ancora non credono alla parità dei sessi. Da un soggetto di Kogo Noda (abituale collaboratore di Ozu), sceneggiato da Yoshikata Yoda e Kaneto Shindo, un caposaldo del cinema di critica sociale giapponese che affronta il tema – carissimo a Mizoguchi – dell'oppressione maschile nei confronti delle donne, scegliendo però una protagonista che non si arrende di fronte a questo stato di cose ma lotta ostinatamente per cambiarlo. Ne risulta un lungometraggio ingessato e ideologico, con personaggi manichei e dall'incedere lento e melodrammatico, che si vivacizza solo a tratti (per esempio nella sequenza dell'incendio della fabbrica di seta durante le rivolte dei contadini). "Non rimpiango la mia giovinezza" di Akira Kurosawa era decisamente tutt'altra cosa. La personalità di Eiko, a sua volta monolitica, emerge soprattutto dal confronto con Chiyo, la domestica che viene venduta, sfruttata, maltrattata in ogni modo, eppure si dimostra incapace – anche quando acquista la libertà – di una vera indipendenza, essendo lei la prima a dare per scontata la propria subalternità nei confronti degli uomini. Eiko, invece, non perde mai di vista il proprio obiettivo, anche a costo di sofferenze e sacrifici personali: tanto Hayase quanto Omoi, i due uomini che ama, la deludono non per motivi sentimentali bensì ideologici; non è ferita dal tradimento di Omoi, in particolare, ma dallo scoprire che non condivide la sua battaglia ("non tradisci solo me, ma tutte le donne").

2 commenti:

Ismaele ha detto...

ho iniziato Ozu, davvero bello, Mizoguchi avrà il suo spazio:)

Christian ha detto...

Personalmente Ozu mi piace di più, ma anche Mizoguchi ha fatto grandi cose, negli anni trenta e (soprattutto) negli anni cinquanta.