21 dicembre 2012

Il buio oltre la siepe (Robert Mulligan, 1962)

Il buio oltre la siepe (To Kill a Mockingbird)
di Robert Mulligan – USA 1962
con Gregory Peck, Brock Peters
***1/2

Visto in TV.

In una piccola cittadina rurale nell’Alabama del 1932, ancora sofferente per le conseguenze della Grande Depressione, i due figli dell’avvocato Atticus Finch – Jem (10 anni) e Scout (6 anni) – sono testimoni dell’impegno del padre nel difendere un uomo di colore, Tom Robinson (Peters), dall’accusa di aver violentato la figlia di un contadino. Nel contempo i due bambini e un loro amico, Dill, si incuriosiscono per le voci sulla presenza, nella casa a fianco (“oltre la siepe” appunto), di Boo, un malato di mente tenuto segregato dalla sua stessa famiglia. Tratto dal romanzo omonimo (premio Pulitzer) di Harper Lee, è uno dei più celebri film hollywoodiani sul tema del razzismo, ancor più pregevole perché l’intera vicenda è vista attraverso l’esperienza e la sensibilità dei bambini. Le inquietudini si fanno strada in mezzo ai giochi infantili, e non tutte le ingiustizie trovano una spiegazione ai loro occhi o vengono punite (il padre perde il processo). Ottimi i due giovani attori, Mary Badham (sorella del regista John) e Phillip Alford, che interpretano i due figli di Atticus, il “maschiaccio” Jean Louise, detta ‘Scout’, e Jeremy, detto ‘Jem’. Potente esordio sullo schermo (anche se appare solo nel finale) per Robert Duvall nei panni del "mostro buono" Boo. La pellicola vinse tre premi Oscar: per la scenografia, per la sceneggiatura non originale e per il miglior attore protagonista (Gregory Peck, nel ruolo forse più celebre e iconico di tutta la sua carriera). Ma forse avrebbe meritato una statuetta anche la fotografia in bianco e nero di Russell Harlan, fondamentale per ricreare l’atmosfera concreta e torbida, ma al tempo stesso sospesa e quasi onirica, che fa da sfondo alla vicenda (l’intera storia è narrata dalla voce di Scout adulta, che la rievoca come un fondamentale momento formativo della propria infanzia). La colonna sonora è di Elmer Bernstein, mentre tra i produttori figura Alan J. Pacula. Fra le sequenze memorabili, quella del tentativo di linciaggio a Tom da parte della folla razzista, che proprio i bambini contribuiscono a dissipare, e naturalmente il processo, uno degli esempi più celebri di courtroom drama, con l'arringa finale di Atticus Finch che invita (inutilmente) la giuria a superare i propri preconcetti.

3 commenti:

Fabio ha detto...

Questo è uno dei miei film preferiti. Ho appena rivisto una clip su youtube: la scena dell'aggressione nel bosco. Scout è convinta che ci sia un suo compagno che li segue per spaventarli e gli rivolge una filastrocca di scherno ad alta voce. Chi ha adattato in italiano invece le fa dire: "Cecil Jacob! Se ti prendo ti do un sacco di botte!", che è stupendo. ^^

Non ho letto il libro. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi della scena del cane idrofobo. Non ho mai capito a che serve nell'economia del film.

Christian ha detto...

Sì, un grande film. Da noi non è così popolare come negli Stati Uniti, peccato!

Anch'io non ho letto il libro.

La scena del cane, credo che serva a diverse cose: mostra come il pericolo, la rabbia e l'ostilità possano comparire all'improvviso quando meno te lo aspetti; mostra ai bambini come il padre è pronto a far di tutto per proteggerli; e ne mostra anche un lato che loro non conoscevano, ovvero che in caso di bisogno sa essere anche "violento" (uccidere un cane), nonostante l'aspetto mito (la sua è comunque una violenza necessaria e giusta): lo sguardo misto di stupore, paura e ammirazione di Jem verso il padre dopo che questi ha sparato al cane dice più o meno tutto.

Fabio ha detto...

Hai ragione, probabilmente completa la figura di questo padre che, tra l'altro, è pure al primo posto tra i più bei personaggi (buoni) del cinema americano nella classifica dell'AFI.