24 novembre 2012

Marsupilami (Alain Chabat, 2012)

Marsupilami (Sur la piste du Marsupilami)
di Alain Chabat – Francia/Belgio 2012
con Jamel Debbouze, Alain Chabat
**

Visto in volo da Bangkok a Parigi, in originale con sottotitoli inglesi.

Il Marsupilami è un personaggio ideato dal disegnatore belga André Franquin e apparso nei popolari albi a fumetti di "Spirou", chiaramente ispirato all'Eugene the Jeep (Eugenio il Gip) delle strisce di "Popeye". Si tratta di un bizzarro e rarissimo animale esotico, un marsupiale che vive nella giungla amazzonica di Palombia, stato fittizio dell'America del Sud. Protagonista di una serie di albi personali e di diversi cartoni animati, sbarca ora al cinema in una pellicola che mescola live action e animazione digitale. Chabat interpreta Dan Geraldo, reporter televisivo ormai caduto in disgrazia, che per risollevare i bassi ascolti della sua trasmissione viene inviato in Palombia alla ricerca di uno scoop (l'intenzione sarebbe quella di intervistare gli ultimi superstiti di una tribù amazzonica, i Paya) e si imbatte nello scalcinato Pablito, guida locale e veterinario imbroglione che sostiene di aver visto, tempo prima, proprio un esemplare del leggendario e mitologico Marsupilami. Nessuno gli crede, tranne l'anziano professor Hermoso, che ha scoperto che la creatura si nutre con un'orchidea dai cui fiori è possibile ricavare un filtro dell'eterna giovinezza. Per salvare il Marsupilami dal malvagio scienziato, che nel frattempo è diventato il dittatore della piccola nazione, Geraldo e Pablito dovranno imbarcarsi un'avventura dalle mille difficoltà e convincere il mondo di non essere quei bugiardi che tutti credono (Geraldo perché si scopre che tutti i suoi scoop precedenti erano falsi, Pablito perché è sempre vissuto di truffe e di piccoli espedienti). La comicità di Chabat (al suo secondo film tratto da un fumetto dopo "Asterix e Obelix: missione Cleopatra", nel quale già figurava Debbouze) è al servizio di una storia che mescola avventura, azione e umorismo senza soluzione di continuità. Se la sceneggiatura a tratti arranca (forse perché mette troppa carne al fuoco, con il rischio di risultare eccessivamente stratificata per un pubblico infantile) e il messaggio ecologista contro lo sfruttamento della natura lascia un po' il tempo che trova, non mancano però le sequenze esilaranti, come l'esibizione canora del deposto generale Pochero (Lambert Wilson) nei panni di Céline Dion o la satira contro il mondo della televisione, comprese le finte pubblicità (Loréins, lo sponsor del programma di Geraldo, è chiaramente una parodia di L'Oréal), una trovata che era già presente nel capolavoro dei "Nuls", "La cité de la peur".

4 commenti:

Giuliano ha detto...

lo leggevo da bambino, nei fumetti: come capita quasi sempre, i fumetti sono molto meglio.
Era sul Messaggero dei Ragazzi, rivista dei frati di Sant'Antonio; c'erano tanti autori importanti, compreso Dino Battaglia.
Nei fumetti italiani si chiama Marsupione, e non c'è tutta questa storia, o almeno io non l'ho mai letta. Il marsupione faceva compagnia a Gastone e Fantasio, tutto molto divertente.

Christian ha detto...

Credo che il soggetto sia stato inventato apposta per il film. Qui Spirou (Gastone) e Fantasio non compaiono affatto, e al loro posto ci sono i due personaggi interpretati da Chabat e Debbouze. Il Marsupilami è stato protagonista anche di albi a fumetti "a solo" (oltre che di una serie di cartoni animati), forse alcuni degli spunti e dei personaggi vengono da lì.

Giuliano ha detto...

dovrei verificare, ma credo che Gastone si chiami così anche in Belgio, Gaston.
Quanto a Spirou e a Fantasio, mi pare di ricordare che siano due personaggi diversi...purtroppo non ho più quei giornalini, una svista di molti anni fa. A Gaston hanno anche dedicato una statua, credo davanti a un parco tematico tipo Disneyland o Gardaland.

Christian ha detto...

Sì, hai ragione, ho fatto un po' di confusione... ^^'
"Spirou e Fantasio" è la serie in cui nasce il Marsupilami, mentre "Gaston Lagaffe" è un'altra serie di fumetti disegnata sempre da Franquin (e che appariva sulla rivista chiamata "Spirou", appunto).
Io non le leggevo, quindi le conosco solo perché lo ho sempre sentite nominare come alcune delle più famose serie comiche franco-belga (oltre alle più celebri, da noi, "Asterix", "Lucky Luke", "I puffi", ecc.)