3 luglio 2012

Una storia vera (David Lynch, 1999)

Una storia vera (The Straight Story)
di David Lynch – USA 1999
con Richard Farnsworth, Sissy Spacek
***

Rivisto in DVD, con Eleonora, Paola e Ilaria.

Per far visita al fratello Lyle, reduce da un infarto e con cui non parla da oltre dieci anni, l'anziano e malandato Alvin Straight decide di percorrere le 240 miglie che lo separano da lui (attraverso gli stati dello Iowa e del Wisconsin) a bordo di un tagliaerba: non possiede infatti la patente, a causa dei suoi problemi di vista e di deambulazione, e "sente" di dover compiere il viaggio da solo. Lungo il percorso, effettuato con estrema lentezza, bivaccherà sotto le stelle, farà diversi incontri interessanti (fra gli altri: una ragazza scappata di casa perché incinta e un'automobilista che continua a investire cervi "che escono dal nulla") e sperimenterà la solidarietà altrui. Bizzarro road movie che celebra la calma e la forza di volontà, oltre che i valori morali e il desiderio di riconciliazione del protagonista (che trasudano anche dalle conversazioni con il vecchio reduce di guerra e con il prete). Come hanno fatto notare diversi critici, è curioso il contrasto fra la "lentezza" con cui procede il viaggio di Alvin e la teorica esigenza di arrivare a destinazione il più presto possibile, viste le condizioni del fratello e la propria vecchiaia. Nel complesso si tratta di un oggetto davvero particolare all'interno della filmografia di Lynch (che lo ha definito come il suo film "più sperimentale"): pacato e riflessivo, lontanissimo dalle atmosfere inquietanti e oniriche dei suoi altri lavori, è l'unico del quale il regista non ha scritto la sceneggiatura, nonché l'unico distribuito dalla Walt Disney (e senza restrizioni di pubblico). Come rivela il titolo italiano – quello originale è invece un gioco di parole sul nome del protagonista, visto che Straight significa "diritto, retto" – si tratta di una storia accaduta davvero (nel 1994, quando Alvin aveva 73 anni). La pellicola è stata girata lungo il percorso realmente effettuato da Straight, e le riprese (cosa insolita durante la lavorazione di un film) sono state effettuate in stretto ordine cronologico. Bella la colonna sonora di Angelo Badalamenti. Fondamentale l'interpretazione di Richard Farnsworth (a sua volta gravemente malato per un tumore alle ossa che gli paralizzava le gambe: durante le riprese non doveva fingere di camminare con le stampelle), morto suicida l'anno successivo all'età di 80 anni. Il fratello di Alvin, Lyle, che appare solo nella scena finale, è interpretato da Harry Dean Stanton, mentre Sissy Spacek è la figlia con qualche disabilità mentale.

6 commenti:

Adriano Max ha detto...

Davvero una perla. Questo film lascia un ricordo piacevole e il desiderio di rivederlo, sempre.

Marisa ha detto...

Pur parlando di vecchi, di malattia e di morte lascia un sapore di freschezza e una serenità che fanno bene all'anima. Si rimane con un sorriso sul viso.

Lakehurst ha detto...

uno dei film più belli di Lynch perchè riesce ad essere semplice e positivo senza rinunciare al simbolismo.

Christian ha detto...

A dire il vero, quasi non sembra un film di Lynch: ricordo che quando uscì, sorprese non pochi critici...

Lakehurst ha detto...

ovvio, le atmosfere sono completamente su un altro pianeta. Però a ben guardare nel film vengono infilate una serie di situazioni assurde (la donna che investe i cervi) od oggetti fuori luogo (una pannocchia di mais gigante) che sono simbolismi alla Lynch (il che vuol dire anche non comprensibili) in tutto e per tutto.

è un Lynch che si applica in un geenre diverso da quello che ha sempre realizzato.

Christian ha detto...

Sì, tutto l'episodio della donna che investe i cervi è davvero surreale, e sembrerebbe quasi fuori posto se non fosse, appunto, un film di Lynch. ^^