15 maggio 2012

Dark Shadows (Tim Burton, 2012)

Dark Shadows (id.)
di Tim Burton – USA 2012
con Johnny Depp, Eva Green
*1/2

Visto al cinema Arcobaleno, con Sabrina.

Barnabas Collins, rampollo di una ricca famiglia europea di commercianti ittici trasferitisi nel New England nel diciottesimo secolo, viene trasformato in vampiro dalla gelosa strega Angelique, il cui amore aveva incautamente respinto. Dopo essere rimasto chiuso in una bara per quasi duecento anni, si risveglia in pieni anni settanta, entra in contatto con un mondo profondamente cambiato e scopre che i suoi discendenti se la passano male: farà di tutto per rimettere in sesto l’azienda di famiglia, anche perché dall’altro capo della barricata (in affari così come in amore) c’è ancora Angelique… Ispirato a una vecchia serie televisiva americana da noi sconosciuta, un progetto che aggiunge ben poco alle filmografie di Burton e di Depp. Pellicola dopo pellicola, il regista americano pare ormai chiudersi sempre di più nel suo universo gotico, manierista e autoreferenziale: qui cura solamente le scenografie e l’aspetto ‘dark’ dei personaggi, senza apparente interesse per la sceneggiatura o l’equilibrio complessivo del film, fra characters che entrano e escono a casaccio dalla storia, scomparendo per lunghi tratti di pellicola per poi ricomparire all’improvviso, elementi narrativi calati dal nulla (la licantropia della figlia maggiore), caratterizzazioni piatte e banali, gag stiracchiate e poco divertenti, incertezze sui toni da adottare (la commedia famigliare, il melodramma romantico, la ghost story, l’action soprannaturale) e una complessiva povertà di contenuti e di significati. Alla fine il lungometraggio si tiene a galla soltanto grazie agli interpreti e alla confezione (la fotografia è del francese Bruno Delbonnel, quello di “Amelie”). Anche l’ambientazione negli anni settanta, potenzialmente interessante, è poco sfruttata e si limita a uno sfondo costituito da luoghi comuni: un paio di accenni alla guerra, gli hippy più stupidi e stereotipati possibili, qualche brano musicale e una battuta (quella sul nome “femminile” di Alice Cooper) ripetuta almeno cinque volte. Depp, in compenso, sembra nato per fare il vampiro, così come Eva Green per fare la ‘vamp’. Nel cast anche Michelle Pfeiffer, Helena Bonham Carter (cui sono riservate diverse scene e battute piuttosto "cattive"), Chloë Moretz, Jackie Earle Haley e la semiesordiente Bella Heathcote nel ruolo della ragazza di cui Barnabas si innamora. In più, camei di Christopher Lee (il vecchio pescatore) e di Alice Cooper (nei panni di sé stesso).

10 commenti:

giacy.nta ha detto...

L'ho visto e mi sono divertita. Non penso che Burton voglia trasmettere contenuti morali, non è l'intenzione su cui poggiano anche altri film, o comunque non è l'obiettivo preminente nei suoi film. Ho trovato invece molto simpatico i ribaltamenti di atmosfera e prospettiva attraverso il contrappunto tra il Settecento e gli anni Settanta. Convengo che la parte finale, avrebbe potuto essere tagliata qui e là. :)

marco c. ha detto...

Visto in lingua originale dopo averlo scaricato dalla Rete. Inizio interessante, ma già dopo il primo quarto d'ora comincia a mostrare tutti i limiti della sua origine televisiva. Mi riferisco alla sceneggiatura stiracchiata, poco interessante e ai continui riferimenti ad altri film per dare spessore e carattere ai protagonisti. Mi riferisco in particolare al "Nosferatu" di Murnau. Citatissimo sia per le mani di Depp, sia in molte - troppe - altre sequenze. In alcuni tratti ricorda, più per mancanza di fantasia che per la comune provenienza, la serie televisiva della "The Addams Family". Film veramente mediocre, di cui si salva solo la faccia invecchiata ma espressiva della Pfeiffer e le forme procaci della Green (quest'ultime unico motivo per cui ho visto la pellicola). Un'ultima nota sulla Green: http://www.youtube.com/watch?v=zzqbud_ChIA 0:45 Non so se sia una citazione, ma il livello è questo: Burton sempre più in fondo nella classifica dei migliori registi (cioè dove dovrebbe stare).

Christian ha detto...

giacy.nta: Io invece credo che Burton sia profondamente moralista, e pure parecchio ipocrita. Nei suoi film, dietro l'apparente trasgressione, c'è sempre un elogio spudorato dei valori tradizionali della famiglia e della borghesia: basti pensare a "Big Fish", soprattutto, ma anche a "Edward Mani di forbice", "Beetlejuice" e molti altri, questo compreso. La trasgressione dei suoi personaggi è soltanto apparente, mentre i lieti fine disneyani riportano le cose nell'alveo della normalità.

marco c.: Come i lettori di questo blog ben sanno, la penso come te. Tim Burton è fra i registi contemporanei che amo di meno. Non mi spiego, però, come mai non riesco mai a perdermi nemmeno uno dei suoi film... ^^

(Quanto a Eva Green, la seguo con piacere sin dai tempi del suo esordio in "The Dreamers" di Bertolucci.)

Lakehurst ha detto...

a me non è dispiaciuto più che altro perchè al confronto dei film più recenti di Burton questo vince senza gara. vero è che la aprte migliore è la confezione più che i contenuto che qui mi risulta diverso dal solito burton in quanto il suo protagonista è un outsder come sempre, ma stavolta con il potere (ed il film si risolve in uno scontro tra titani).

detto ciò condivido il moralismo di Burton, ma in un senso più positivo. solitamente lui parla degli outsider come la parte onesta del mondo, mostri che diventano tali per colpa del mondo perfetto e color pastello da cui provengono(quello si ipocrita), si pensi a edward o ed wood, al pinguino o sweeney tod, ecc. non che sia originale,ma permette di creare fiabe in cui si parteggia per i cattivi

Alessandra ha detto...

Mi riporti un po' coi piedi per terra perché amo Burton, ma ultimamente mi stava deludendo, però ne avevo letto bene un po' ovunque di questo film.

Ale55andra

Christian ha detto...

Lakehurst: Ed Wood è forse un caso a parte (essendo tra l'altro una persona vissuta realmente), ma gli altri personaggi tipicamente burtoniani (compresi Edward MDF e il Pinguino) sognano sempre e comunque di "integrarsi", di vivere anche loro una vita "normale", benché questa sfoci quasi inevitabilmente in una sua caricatura grottesca (pensa anche a Jack Skeleton che si veste da Babbo Natale!). Insomma, non li vedo come personaggi così anticonformisti o trasgressivi: questi outsider non sono mai fieri della loro diversità, anzi ne vorrebbero fare a meno.
Paradossalmente trovo talvolta più sinceri e interessanti gli antagonisti: personalmente in "Dark Shadows" io parteggiavo per la strega, non per la ragazzina.

Alessandra: Comunque è meglio di "Alice in Wonderland" (che credo sia stato il peggior film di Burton di sempre), almeno c'è qualche battuta che fa ridere.

Sabrina ha detto...

Se conoscete tim burton,vedrete esattamente ciò che vi aspettate.La componente migliore del film è la cura per l'atmosfera gotica e i suoi personaggi dark(bravi il vampiro deep e la strega green): peccato che burton ha interesse e talento soltanto in quello.La trama, pur di base promettente, viene sviluppata in modo superficiale e scollegato come risultato di una sceneggiatura approssimativa e molto lacunosa finanche nei nessi logici.I dialoghi vi faranno accennare qualche risata per l'eloquio di un uomo del XVII secolo immerso negli anni settanta,ma riflettono i grandi limiti della sceneggiatura.La regia è anonima e la colonna sonora scontata. Il consiglio per il futuro a burton è,oltre di cercare un  rapporto più equilibrato con la morte tramite psicanalisi,di dedicarsi esclusivamente alla caratterizzazione dell'ambiente e dei personaggi lasciando il resto del film nella mani di chi ha volontà e capacità.

Christian ha detto...

Come ho già scritto in passato, forse non è un caso che il miglior film di Burton... sia stato diretto da un altro regista (mi riferisco a "Nightmare Before Christmas")!

marco c. ha detto...

La colonna sonora non mi sembrava male, alla fine Elfman è sempre un grande. Certo non è ai livelli di "il mistero di sleepy hollow" ma è senz'altro la componente migliore del film. Se posso azzardare un'opinione anche sulla musica in sé, mi pare che sia un po' ispirata alla colonna sonora di "Tron - Legacy". E' un'impressione che ho avuto più volte nel corso della visione. Il film fa meno presa sul pubblico anche perché le musiche sono meno adatte al tipo di atmosfere che cercano di creare, dimostrando che larga parte del successo di Burton si deve proprio al tema di accompagnamento.

marco c. ha detto...

"Il consiglio a Burton è cercare un rapporto più equilibrato con la morte tramite psicanalisi": non ne ha bisogno perché è un banalissimo poser :D