27 aprile 2012

Hawking (Philip Martin, 2004)

Hawking (id.)
di Philip Martin – GB 2004
con Benedict Cumberbatch, Tom Ward
**1/2

Visto su YouTube.

Questo bel tv movie prodotto dalla BBC, su sceneggiatura di Peter Moffat, racconta gli anni giovanili del fisico Stephen Hawking, quelli in cui – già afflitto dai primi stadi dell'atrofia muscolare progressiva che lo avrebbe completamente paralizzato – sviluppò le sue prime teorie matematiche e cosmologiche durante il dottorato presso l’Università di Cambrige nei primi anni sessanta. La pellicola illustra con grande sensibilità e delicatezza, senza mai scadere nel patetico o nel didascalico, la disperata lotta del protagonista con la malattia e contemporaneamente la sete di conoscenza e l’amore per la scienza che lo hanno portato a travalicare i confini del proprio corpo e a indagare l’universo, "dal Big Bang ai buchi neri" (per citare il suo scritto più famoso). La dolorosa progressione della patologia (che paralizza il corpo ma lascia intatto il cervello) va di pari passo con le ricerche di Hawking sulle origini del cosmo, il recupero delle intuizioni di Einstein, la contestazione delle idee di Fred Hoyle sull’universo stazionario, e l'amicizia e la collaborazione con Roger Penrose, “guru” della topologia (“Disegni, non equazioni!”): anzi, proprio i continui rimandi e riferimenti fra i concetti universali della fisica e il dramma personale e umano di Stephen (vedi la lezione di Penrose sulla singolarità spazio-temporali, su come "il tutto può collassare nel nulla") donano ariosità e ampiezza a un film che esce spesso e volentieri dai confini angusti dei biopic televisivi. Tema conduttore e ricorrente sotto varie forme per tutto il film è il tempo: quello contro cui lotta Stephen, che cerca con ostinazione e forza di volontà di completare il dottorato entro i due anni che i medici gli hanno dato; quello dell'orologio di Penrose che va al contrario; quello della relatività di Einstein; quello del viaggio alle origini dell’universo che compiono i due astronomi Arno Penzias e Robert Woodrow Wilson (premiati con il Nobel nel 1978 per aver scoperto la radiazione cosmica di fondo, che di fatto convalidava la teoria del Big Bang), di cui sono un corollario i ricordi dello stesso Arno, fuggito da bambino dalla Germania nazista; quello che Stephen concede all’amata Jane quando le chiede di sposarlo (“Prenditi un po’ di tempo per pensarci… Il tempo serve per pensare”); le scene ripetute in cui Stephen controlla quanto tempo riesce a trattenere il respiro sott'acqua; e naturalmente il concetto stesso di Big Bang (“L'universo ha avuto un inizio, non è stato sempre lì”). Eccellente la prova di Benedict Cumberbatch, ma buono anche il resto del cast (Tom Ward è Penrose, Peter Firth è Hoyle, Michael Brandon e Tom Hodgkins sono Penzias e Wilson, Lisa Dillon è Jane, John Sessions è Dennis Sciama).

3 commenti:

A Gegio film ha detto...

Il personaggio è interessantissimo, e spero che un vero biopic come questo riesca a dargli giustizia. A proposito, come sono gli spiegoni, se ce ne sono?

Christian ha detto...

Veri spiegoni in realtà non ce ne sono, perché il film punta più a raccontare la vita di Hawking che a fare divulgazione scientifica. Sa uno spettatore non è interessato o non è ferrato in campo scientifico, la visione non ne risente: è tutto molto "trasparente", i concetti matematici e fisici sono accennati in maniera naturale e per nulla forzata.

A Gegio film ha detto...

Benissimo, ora attendiamo una produzione così per Einstein.