17 febbraio 2012

Partner (Bernardo Bertolucci, 1968)

Partner (aka Il sosia)
di Bernardo Bertolucci – Italia 1968
con Pierre Clementi, Stefania Sandrelli
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Visto in divx.

Giacobbe, timido e nevrotico insegnante di teatro che dalla vita riceve solo umiliazioni, incontra un sosia che si chiama come lui ma che, a differenza sua, è spregiudicato e trasgressivo. Ne diventa amico e lo ospita nella propria casa, a Roma: e questi comincia a sostituirlo nella vita reale, conquistando la ragazza che ama (la Sandrelli), commettendo misteriosi omicidi e progettando azioni sovversive con i ragazzi dell’accademia teatrale. Nel finale, il protagonista si rivolgerà in prima persona agli spettatori, invitandoli ad accogliere anch'essi la propria parte nascosta: “Ciascuno di voi ha il proprio sosia: cercatelo! E liberate la belva!”. Ispirato al tema del doppio e naturalmente a “Il sosia” di Dostoevskij, che rilegge all'insegna di una “esposizione teorica antirealistica”, il film “riflette su teatro, cinema, politica e vita, per dimostrare come nulla di tutto ciò sia vero e naturale ma solo rappresentazione”. Al suo terzo lungometraggio, Bertolucci sembra però ancora in cerca di una propria strada. Dopo le influenze pasoliniane (“La commare secca”), è ora succube di quelle godardiane, già evidenti in “Prima della rivoluzione” ma che qui esplodono in maniera netta: si veda la decostruzione narrativa, l’uso e abuso di cartelli e di slogan (“Vietato vietare”, “Buttiamo via le maschere”), lo studio della gioventù e dei suoi rapporti con il mondo esterno, i temi politici del momento (la bandiera del “Vietnam libero”, presente sin dai titoli di testa con lo schermo diviso in due metà, una rossa e una blu). Il risultato è altalenante, confuso e purtroppo assai datato, anche per le eccessive ambizioni (fra i numerosi temi affrontati ci sono attacchi al consumismo e alla pubblicità, riflessioni sull’arte e sul libero arbitrio, la descrizione dell’ambiguità esistenziale, e una percezione della crisi sociale e culturale dell’Italia alla vigilia delle rivolte del 1968). Stilisticamente non mancano comunque le scene notevoli (la lotta fra le ombre, per esempio), mentre la regia non prova nemmeno a fingere di nascondere i trucchi ottici necessari a far apparire due Pierre Clementi nella stessa inquadratura. Spudorate alcune citazioni cinematografiche (“Nosferatu”, “La corazzata Pokemkin”). Esordio di Stefania Sandrelli in un film di Bertolucci (la ritroveremo ne “Il conformista” e “Novecento”), mentre Tina Aumont è la giovane venditrice di detersivi con gli occhi dipinti sulle palpebre e Sergio Tofano è il “maggiordomo” Petrushka. Fra gli studenti di teatro si riconosce Ninetto Davoli. La colonna sonora è di Ennio Morricone, le scenografie di Altan.

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