28 dicembre 2011

Sherlock Holmes: Gioco di ombre (Guy Ritchie, 2011)

Sherlock Holmes: Gioco di ombre (Sherlock Holmes: A Game of Shadows)
di Guy Ritchie – GB/USA 2011
con Robert Downey jr., Jude Law
**

Visto al cinema Colosseo, con Marisa.

Secondo episodio della nuova franchise cinematografica che rilegge il personaggio creato da Conan Doyle in chiave action e post-moderna, ovvero con l'enfasi rivolta più all'azione e ai combattimenti che non al giallo e dell'indagine psicologica. Come risultato, sembra quasi di assistere a un'avventura dell'agente 007 ambientata a fine ottocento anziché a un tradizionale "caso" del più celebre detective vittoriano (non c'è nessun mistero da risolvere, per esempio: sappiamo già dall'inizio chi è il colpevole!). Come nella prima pellicola del ciclo, il punto di forza sono gli interpreti: la coppia Holmes-Watson sorregge tutto il film, fra bizze, frecciate e slanci di amicizia che adombrano una relazione omoerotica (basti vedere come l'investigatore reagisce al matrimonio del fedele compagno di mille avventure). Questa volta i due se la devono vedere apertamente con il loro avversario per eccellenza, il professor Moriarty, che – attraverso una serie di attentati attribuiti agli anarchici e il sabotaggio di una conferenza di pace – complotta per alterare gli equilibri del delicato scacchiere politico europeo e far scoppiare una “guerra mondiale”, allo scopo di arricchirsi attraverso il commercio di armi e di materie prime. Naturalmente fallirà: ma la guerra – come spiega nel finale lo stesso “Napoleone del crimine” – è soltanto rimandata, visto che prima o poi si scatenerà anche senza il suo intervento. A parte il bel finale, con il confronto e lo scontro fra Holmes e Moriarty in Svizzera, il film non fa segnare molti progressi rispetto al capitolo precedente, anzi ne è un'involuzione, catalogabile senza troppi rimorsi sotto la voce del puro intrattenimento. E a tratti addirittura annoia per via del ritmo senza respiro, della successione di botti e inseguimenti, e dell'eccesso di ralenti e di effetti speciali che lasciano poco spazio alla riflessione e all'approfondimento di trama e ambientazione. Di Conan Doyle stavolta non rimane granché, anche se lo scontro finale alle cascate di Reichenbach è ovviamente tratto dal celeberrimo racconto "L'ultima avventura", quello con cui lo scrittore cercò – senza successo – di disfarsi del suo personaggio più famoso. Quanto al resto del cast, da segnalare Stephen Fry (che con Jude Law aveva già avuto a che fare in “Wilde”) nei panni del fratello di Holmes, Mycroft, e Jared Harris in quelli di Moriarty. Di ritorno dal primo film, Rachel McAdams rimane in scena solo per pochi minuti prima che il suo personaggio venga inutilmente ucciso: nel principale ruolo femminile le subentra la “zingara” Noomi Rapace, ma nel cambio direi che ci si perde. L'anonima colonna sonora è nobilitata dalle note di Mozart (il finale del “Don Giovanni”) e Schubert (“La trota”).

10 commenti:

marco c. ha detto...

L'ho visto in una multisala con un pubblico entusiasta che rideva ad ogni minimo battibecco fra la coppia Holmes-Watson. Inutile dirti che quando sono uscito ho pensato:"cosa ne scriverà il Tomobiki (come se fossi un nuovo Mereghetti)". E mi sono risposto immaginando un ipotetico passaggio della tua recensione:"...sembra di assistere ad un rifacimento vittoriano dei Pirati dei Caraibi,...".
Comunque pubblico soddisfatto, incassi alle stelle ed io stesso, devo dire di essermi parecchio divertito dalle sequenze più frenetiche come quella del treno e la fase della fuga dalla fabbrica sotto il bombardamento.
Note positive:
1) divertente il sottotesto omosessuale tra i due ("si sdrai con me Watson").
2) Belli gli effettacci al rallenty durante la fuga.
3) piaciuta la parte durante l'addio al celibato di Watson contro il sicario cosacco.
4) notevole la citazione da uno degli Hostel (quando Sherly è appeso al gancio).
Per il resto i pregi finiscono qui, perchè di sapore inglese non resta più nulla. E' un'americanata nella forma e nell'intento, che mi ha lasciato deluso per le grandi possibilità che poteva esprimere. Avrei preferito un diverso approccio nella scelta dei tempi (maggiore dilatazione delle pause)e del montaggio. Un uso della camera con più carrello e probabilmente avrei tagliato almeno la metà dei personaggi in scena. Il grosso difetto di questo film è che c'è troppo di tutto. In ogni modo aspetto di vedere il terzo (e il quarto) perché la risposta al botteghino e il cliffhanger finale fanno ben sperare (ironia finale, anche se devo dire che mi hanno chiesto effettivamente se secondo me ci sarà anche un terzo...ovvio).

PS: Con mia grande soddisfazione il nuovo Sherlock ha rubato pubblico al duo cinepanettoni. Si spera di non vederli mai più in giro.
Non ho speso nemmeno una parola sul fratello di Sherlock perché era veramente una sconcezza. Il fatto che fosse inutilmente nudo mi ha fatto pensare a "Spaghetti a Mezzanotte" con un Lino Banfi costantemente in mutande.
Saluti!!!

Christian ha detto...

Come vedi, ho citato l'agente 007 anzichè i Pirati dei Caraibi, ma il succo è quello! ^^ Complessivamente siamo d'accordo: nella ricerca dell'effetto e della spettacolarità si è perso quel poco di britannico e di holmesiano che c'era ancora nel primo film.

Il sottotesto omosessuale è fin troppo scoperto (Sherlock si traveste addirittura da donna!) ma le dinamiche fra lui e Watson sono molto divertenti, forse la cosa migliore del film. I ralenti durante la fuga, invece, mi sono sembrati un vezzo inutile.

Anch'io sono rimasto perplesso alla scena di Mycroft che si aggira nudo per casa: a che pro inserirla (eccentricità e omosessualità di Stephen Fry a parte)?

marco c. ha detto...

Devo dire però che il nuovo 007 con Craig mi era piaciuto moltissimo (in particolar modo Casinò Royale; Quantum of Solace un po' meno). In ogni modo, per cercare il pelo nell'uovo, sono sicuro che nello scrivere la sceneggiatura si sono riferiti moltissimo alla struttura peculiare del franchise dei "Pirati dei Caraibi". Lo stile è quello tipico di questo Blockbuster: due personaggi maschili, uno serio e l'altro eccentrico; una donna indipendente e gitana e infine un cattivone raffinatissimo. Nel ti viene in mente proprio l'ultimo della saga? Un po' azzardato? Non bisogna sottovalutare che un film di questo tipo è un grosso impegno finanziario e che quindi la formula deve essere perfetta. Circa l'omosessualità poco velata ti posso dire che sono certo che il pubblico non se ne sia nemmeno accorto. Questo aspetto e la scena del gancio sono le uniche concessioni che il regista si è preso in questo prodotto che è indubbiamente destinato a un pubblico di massa. Ma molto di massa. E questo spiega vari aspetti:
- l'inutile nudità di Fry.
- gli effetti speciali al ralenti.
- la trama molto semplificata.
Senza spendere troppe parole su un film che in effetti vale solo le due stelle che gli hai assegnato, mi spiace sottolineare che un film che mi aveva entusiasmato sia diventato un prodotto spersonalizzato e privo di quel linguaggio che lo caratterizzava come un prodotto europeo e di grande qualità. O come sintetizzi bene tu: "nella ricerca dell'effetto e della spettacolarità si è perso quel poco di britannico e di holmesiano che c'era ancora nel primo film".

Anonimo ha detto...

Sono decisamente d'accordo sia con la recensione che con i commenti qui sopra.

Ale55andra

Evit ha detto...

La morte della McAdams è stata piuttosto inaspettata. Fino all'ultimo sono rimasto in attesa di un suo ritorno sul finale, magari ostaggio di Moriarty che l'aveva solo drogata... invece mi alzo alla fine della proiezione chiedendomi "ma è morta davvero? Che fregatura!". Sembrava che il personaggio potesse dare ancora molto... forse l'attrice cominciava a chiedere troppi soldi.

Christian ha detto...

Sì, ma che spreco! ^^
La McAdams era un valore aggiunto, mentre Noomi Rapace non mi è sembrata per nulla in grado di tenere testa ai due protagonisti maschili.

marco c. ha detto...

rientra nelle logiche commerciali di questo genere di film. ad ogni puntata devono entrare personaggi nuovi intorno al duo cardine. infatti la gitana durerà solo quest'episodio, al prossimo giro metteranno un'altra più adatta al nuovo scenario. buon 2012 a tutti!

Evit ha detto...

Da come finiva il primo mi sarei aspettato una partecipazione continuativa. Se fosse stato tutto programmato all'inizio avremmo visto la McAdams morire nelle ultime scene del primo film. Questo è indice che probabilmente motivi "dietro le quinte" devono aver spinto verso tale cambio di protagonista femminile. La zingara dava già l'impressione di essere un personaggio provvisorio, non pensavo neanche che li avrebbe seguiti fini alla fine del film. Insomma, questa è l'unica cosa che non mi è piaciuta del film.

Adriano Max ha detto...

"Anch'io sono rimasto perplesso alla scena di Mycroft che si aggira nudo per casa: a che pro inserirla (eccentricità e omosessualità di Stephen Fry a parte)?"

Come molti sono rimasto perplesso per l'estemporaneità della scena, ma la si 'comprende' bene nel momento in cui ci si rende conto che tutti gli approfondimenti psicologici sui personaggi (che avrebbero tagliato le gambe al ritmo del film o ne avrebbero creato uno diverso, meno commerciale) sono andati in... fumo. Io lo definisco un eclatante errore di regia. Ciao, Adri.

Christian ha detto...

Secondo me un regista (o uno sceneggiatore) davvero bravo dovrebbe essere in grado di curare l’approfondimento psicologico dei personaggi anche con pochi tocchi e in pochi secondi, senza necessariamente “danneggiare” il ritmo del film. Purtroppo molti di coloro che oggi lavorano a questi filmoni hollywoodiani mainstream non ne sono capaci…