11 dicembre 2011

Parole, parole, parole... (A. Resnais, 1997)

Parole, parole, parole... (On connaît la chanson)
di Alain Resnais – Francia 1997
con Sabine Azema, Pierre Arditi
***1/2

Rivisto in DVD, con Ginevra, Eleonora e Federica.

Odile (Sabine Azéma), donna in carriera che accusa il marito Claude (Pierre Arditi) di essere debole e incapace di prendere iniziative, sta per acquistare un nuovo appartamento – con una spettacolare vista su Parigi – propostole dal disonesto agente immobiliare Marc Duveyrier (Lambert Wilson). Di questi, credendo che soffra per una delusione amorosa (quando invece piangeva soltanto per un raffreddore!), si invaghisce la sorella minore di Odile, Camille (Agnes Jaoui), complessata guida turistica che si sta laureando in storia con una tesi il cui argomento non interessa a nessuno ("I cavalieri contadini dell'anno mille del lago di Paladru"). Ma della ragazza è innamorato a sua volta un dipendente di Marc, Simon (André Dussolier), scrittore part-time di commedie radiofoniche che, incapace di dichiararle il proprio affetto, si confessa invece con l'ipocondriaco Nicolas (Jean-Pierre Bacri), un vecchio amico di Odile, ritornato da poco in città per cercare un appartamento e anch'egli in crisi coniugale con la moglie Jane (Jane Birkin). Fra menzogne e tradimenti, attacchi di depressione e disperati tentativi di mantenere il controllo della propria vita, tutti i personaggi si ritroveranno insieme nel nuovo appartamento di Odile la sera dell'inaugurazione, come tante meduse in un acquario (come suggerisce la metafora alla quale il regista ricorre con un'ardita sovraimpressione), quando i nodi di tutti i fili narrativi – decisamente intrecciati fra di loro – verranno finalmente al pettine. Sceneggiato dalla coppia Jaoui/Bacri (già attori teatrali e poi autori di quell'altro magnifico film che è "Il gusto degli altri"), diretto con gran piglio dall'allora settantacinquenne Resnais e recitato da un gruppo di bravissimi intepreti (molti dei quali sono presenze ricorrenti nel cinema del regista francese), questo bel film corale si caratterizza per l'originale trovata di lasciar talvolta esprimere i personaggi attraverso frasi ed estratti da celebri canzoni francesi. Non siamo però di fronte a un musical, o almeno non a uno di tipo tradizionale, perché gli attori non cantano con la propria voce ma sono "doppiati" da quella dei cantanti originali: e così può capitare che un uomo intoni un brano con una voce femminile (e viceversa) o che qua e là si odano i fruscii e le imperfezioni di una registrazione d'epoca. In un omaggio a un secolo di musica francofona che ricorda in parte quello che farà François Ozon nel suo "Otto donne e un mistero", si passa da canzoni impegnate a brani più leggeri. Fra i tanti brani e i tanti interpreti che si possono ascoltare – da Josephine Baker ("J'ai deux amours") a Charles Aznavour, da Edith Piaf ad Arletty, da Jacques Dutronc ("J'aime les filles") a Maurice Chevalier, da France Gall ("Résiste!") a Sylvie Vartan, passando per la stessa Jane Birkin ("Quoi"), Serge Gainsbourg ("Je suis venu te dire que je m'en vais"), Eddy Mitchell, Johnny Hallyday e tanti altri – c'è anche "Parole, parole" di Mina (da cui il titolo italiano del film), nella versione in francese di Dalida e Alain Delon ma con il ritornello in italiano. In un contesto melodrammatico ma comunque realista, con un approfondito studio psicologico dei vari character, fanno capolino alcuni impagabili momenti surreali (il flashback iniziale con i nazisti che ricevono l'ordine di distruggere Parigi, o l'incubo di Camille in cui si ritrova proprio sulle rive del lago medievale su cui sta scrivendo la tesi).

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