1 dicembre 2011

Ortone e il mondo dei Chi (Hayward, Martino, 2008)

Ortone e il mondo dei Chi (Horton Hears a Who!)
di Jimmy Hayward, Steve Martino – USA 2008
animazione digitale
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Visto in divx.

Ortone, elefante curioso, anticonformista e pieno di immaginazione che vive nella felice giungla di Nullo, ode una flebile voce provenire da un granello di polvere che si è depositato su un fiore: si tratta dei Non-so-chi, gli abitanti della minuscola città di Chi-non-so: ma quando prova a spiegare agli altri animali della giungla che su quel granello c'è un'intero mondo (e che, di conseguenza, anche il loro mondo potrebbe trovarsi su un granello dal punto di vista di qualcun altro), non soltanto non viene creduto ma rischia di essere ostracizzato e persino imprigionato. Nel frattempo, anche il "sindachì" di Chi-non-so ha lo stesso problema, visto che i suoi concittadini non credono all'esistenza di un mondo più grande... Tratto da un libro per bambini scritto negli anni cinquanta dal Dr. Seuss (lo stesso autore de "Il grinch"), da cui eredita il narratore in rima, il film offre diversi spunti curiosi ma mi ha infastidito per il pronunciato moralismo, per il buonismo di fondo (vedi l'abusatissimo tema del rapporto padre/figlio fra il sindachì e il piccolo JoJo) ma soprattutto per il tentativo di mantenere il piede in due scarpe: da un lato la vicenda è un apologo fideistico e antirazionalistico (la cattiva Cangura, che afferma che "se una cosa non si può vedere, udire o toccare, allora non esiste", è chiaramente una propugnatrice dell'ateismo, e addirittura accusa Ortone di diffondere false credenze tra i bambini), dall'altro però caratterizza l'elefante e il sindachì come novelli Galileo che lottano contro l'establishment e le concezioni del mondo tramandate ottusamente di generazione in generazione e mai messe in discussione. Ma forse è meglio mettere da parte la contraddizione di queste letture teologiche/filosofiche/scientifiche e godersi il film come puro escapismo: e allora si apprezza la simpatia di alcuni personaggi (non di tutti, però), la buona fattura tecnica (con un character design e una resa dei personaggi assai "plastica": siamo quasi dalle parti dell'animazione in plastilina) e – in originale – il doppiaggio ricco di voci eccellenti (Jim Carrey, Steve Carell, Seth Rogen: in italiano, invece, Ortone parla in romanesco con la voce di Christian De Sica).

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