23 novembre 2011

I medici volanti dell'Africa orientale (W. Herzog, 1969)

I medici volanti dell'Africa orientale
(Die fliegenden Ärzte von Ostafrika)
di Werner Herzog – Germania 1969
**1/2

Visto in DVD, in originale con sottotitoli.

Il "Flying Doctors Service" è un'organizzazione internazionale che si occupa del soccorso medico nelle zone più isolate e impervie dell'Africa orientale (Kenya, Tanzania e Uganda). Partendo dalla base centrale di Nairobi, i "medici volanti" si muovono in aereo per recare assistenza alle popolazioni locali in caso di emergenza. Il documentario di Herzog ne mostra l'attività, i rischi (spesso si tratta di atterrare su piste di fortuna, in luoghi i cui abitanti non hanno mai visto prima un aereo da vicino: "Per loro è un'esperienza paragonabile all'atterraggio di una navicella Apollo per noi"), i problemi (la scarsità di mezzi e di risorse, ma anche le difficoltà di comunicazione), la lotta contro l'ignoranza e la superstizione (i genitori che non rivogliono indietro il bambino che è stato operato, i guerrieri Masai che guardano con timore la scaletta dell'ambulatorio), la "concorrenza" degli stregoni (anche se i medici li considerano "complementari" a loro, più psicologi che curatori). Ciò nonostante, il tono della pellicola è piuttosto ottimista: viene spiegato che "la fiducia degli africani nella nostra medicina è sorprendente. Una volta conquistata, è più assoluta che da noi". E di fronte agli sforzi e tante difficoltà che questi "missionari della medicina" affrontano per portare aiuto, vaccinazioni, prevenzione e informazioni medico-scientifiche a queste popolazioni, mi viene rabbia a pensare che invece nei paesi sviluppati come il nostro c'è ancora tanta gente che crede in truffe come l'omeopatia o alla relazione fra vaccini e autismo (salvo naturalmente ricorrere ipocritamente alla "medicina ufficiale" quando davvero ne hanno bisogno). Girato praticamente su commissione (lo ha ammesso lo stesso Herzog: "Mi era stato chiesto di realizzarlo da alcuni colleghi degli stessi medici; e anche se il risultato finale mi piace, non è un film che sento particolarmente come 'mio'. In effetti non lo chiamerei nemmeno un film, quanto più un reportage"), offre comunque momenti assai interessanti, come quelli in cui si indagano le differenze di pensiero e di percezione attraverso una serie di poster che rappresentano parti del corpo umano o animali ("Da noi non ci sono mosche così grandi", dice una donna del posto).

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