16 novembre 2011

Dumbo (Ben Sharpsteen, 1941)

Dumbo (id.)
di Ben Sharpsteen – USA 1941
animazione tradizionale
***1/2

Rivisto in DVD, con Giovanni, Rachele e Leonardo.

L'elefantino Dumbo ha le orecchie talmente grandi che tutti gli animali del circo – e anche i visitatori – lo prendono continuamente in giro. Per difenderlo dalle umiliazioni, la madre si ribella e di conseguenza viene imprigionata in una carrozza isolata, mentre Dumbo è costretto a lavorare come clown. Ma saprà riabilitarsi, diventando addirittura la stella del circo, quando scoprirà – grazie al sostegno del topolino Timothy, suo unico amico – che le sue enormi orecchie gli consentono di volare. Quarto dei primi cinque grandi lungometraggi della Disney, il film (che con i suoi 64 minuti è il più breve fra tutti i "classici" di animazione della casa di Burbank) venne messo in cantiere per recuperare le perdite subite al botteghino dal precedente "Fantasia", rispetto al quale segna un ritorno a una struttura più classica e presenta uno stile meno ambizioso e sofisticato. Il soggetto, tratto da un libro illustrato per bambini, è essenzialmente una rilettura della fiaba del brutto anatroccolo, ma la semplice e commovente vicenda è impreziosita dai tanti personaggi di contorno, particolarmente riusciti e per certi versi indimenticabili (dalla cicogna che porta Dumbo alla madre, ai corvi che lo aiutano a volare usando la "pizzicologia"; senza dimenticare Timothy, topolino disegnato in modo ben più realistico dello stilizzato Mickey Mouse, il cui look era stato ideato quando – solo tredici anni prima – le tecniche di animazione erano molto più rudimentali). Davvero ottima, in ogni sua parte, la colonna sonora: fra le numerose canzoni spiccano la toccantissima "Baby mine", cantata dalla mamma di Dumbo; il gangsta-rap ante litteram dei corvi (che sono evidentemente un gruppo di afro-americani), "Ne ho vedute tante da raccontar / giammai gli elefanti volar"; e soprattutto la lunga, inquietante e allucinata sequenza degli elefanti rosa, in cui Dumbo e Timothy – ubriacatisi accidentalmente – vedono scorrere davanti ai loro occhi tutta una serie di pachidermi colorati, deformi o antropomorfi: la sequenza fu diretta da Norman Ferguson, uno dei vari animatori che si sono alternati alla regia delle diverse scene del film (gli altri sono Samuel Armstrong, Wilfred Jackson, Jack Kinney e Bill Roberts, mentre Ben Sharpsteen è il supervisore dell'intera pellicola). Nel corso della lavorazione ci fu il celebre "sciopero degli animatori" di casa Disney, cui si fa riferimento anche nel film quando i clown manifestano l'intenzione di chiedere un aumento al direttore del circo. Da notare che nella versione originale il nome scelto dalla madre per il protagonista non è Dumbo ma Jumbo Junior: Dumbo (nome che richiama la parola inglese "dumb", che significa "stupido") è soltanto il nomignolo che gli viene crudelmente appioppato dagli altri elefanti del circo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando ero bambina la scena dell'ubriacatura mi faceva sempre paura. Da grande ovviamente la trovo la migliore in assoluto! Tra l'altro ultimamente l'ho rivisto duecento volte insieme alla mia nipotina che adora la cicogna!

Ale55andra

Il Bollalmanacco di cinema ha detto...

Mi ha sempre messo una gran tristezza e una discreta ansia questo film, fin da quando ero piccola. Gli ho sempre preferito Alice nel paese delle meraviglie, Robin Hood o La spada nella roccia e non sono solita riguardarlo se lo ridanno.
Ed effettivamente, crescendo, mi sono chiesta perché la mamma fosse stata tanto infame da chiamarlo scemo XD Adesso ho chiarito l'arcano, grazie!!

Christian ha detto...

Ale55andra: Quella scena è assolutamente geniale. E sì, per un bambino è assai inquietante. Anch'io rivedo spesso questo e altri film Disney con i miei nipotini o con altri bimbi (come il Leonardo che cito a inizio post, per esempio), ed è divertente vedere le loro reazioni, oltre che educativo metterli in contatto con pellicole dai ritmi meno frenetici rispetto a quelle moderne.

Erica: In realtà tutti i film Disney degli anni trenta e quaranta (da Biancaneve a Bambi, da Pinocchio a Fantasia) possono suscitare sensazioni simili: questo perché, a mio parere, sono più stratificati e complessi di quelli degli anni sessanta e settanta, che magari sono più simpatici e divertenti ma anche un pochino più superficiali.

Anonimo ha detto...

I miei preferiti rimangono Alice nel paese delle meraviglie, Fantasia, Aladdin, Gli aristogatti e La carica dei 101.

Ale55andra

Christian ha detto...

Per me "Biancaneve" rimarrà sempre il migliore di tutti! ^^