6 ottobre 2011

Vero come la finzione (M. Forster, 2006)

Vero come la finzione (Stranger than fiction)
di Marc Forster – USA 2006
con Will Ferrell, Emma Thompson
**1/2

Visto in divx, con Marisa.

Harold Crick, metodico agente delle tasse dall'esistenza vuota e monotona, comincia a sentire nella propria testa una voce narrante che descrive in terza persona tutto quello che lui fa. Ben presto si rende conto di essere il protagonista di un romanzo, e che la voce onnisciente è quella della scrittrice che sta scrivendo la storia della sua vita... Quando poi scopre che la trama prevede la sua morte imminente, cerca di rintracciare l'autrice per convincerla a non ucciderlo. Dal regista di "Neverland" (che evidentemente ama raccontare vicende di scrittori, veri o reali che siano), una pellicola tutta incentrata su uno spunto bizzarro e fantastico, quello del personaggio di una narrazione che diventa consapevole di essere tale e cerca di cambiare il proprio destino. Da confrontare con altri lungometraggi basati su trovate simili: dal mediocre "Fuori di testa" con John Candy (dove però il protagonista era lo scrittore, che prendeva coscienza della sua capacità di alterare la realtà) al ben più significativo "The Truman Show" (che trattava di una trasmissione tv e non di un romanzo: ma la figura del demiurgo era presente anche lì; anzi, a parte le differenze caratteriali, il personaggio di Emma Thompson – che decide il destino altrui, lavorando da uno studio del tutto bianco, vuoto e asettico – mi ha ricordato a tratti proprio quello interpretato da Ed Harris nel film di Peter Weir). Ottimo il cast, che oltre allo spaesato Ferrell e alla nevrotica Emma Thompson (nei panni della scrittrice Kay Eiffel), comprende anche Dustin Hoffman (il professore di letteratura, nonché bagnino a tempo perso, che aiuta Harold a identificare il tipo di storia di cui è protagonista e a rintracciare la sua autrice), Queen Latifah (l'assistente e segretaria di Kay) e Maggie Gyllenhaal (la giovane fornaia di cui Harold si innamora). Peccato per qualche concessione di troppo al gusto hollywoodiano: la storia d'amore ha uno spazio eccessivo rispetto alla trama principale, e del lieto fine sembra proprio che non si possa fare a meno (anche se, a onor del vero, gli stessi personaggi riconoscono che il finale "tragico" sarebbe stato migliore). Brutto il titolo italiano.

6 commenti:

Fabio ha detto...

L'ho visto quando mi sono messo alla ricerca di un po' di commedie fantastiche e l'ho trovato buono.
Sorprende un po' il fatto che scrittrice e personaggio condividano la stessa realtà (uno si aspetta una qualche "distanza" dimensionale); non me l'aspettavo.

La parte in cui Hoffman formula il suo questionario ("lei è re di qualcosa? del bowling, delle fate...") è esilarante! :D

Christian ha detto...

Sì, il piccolo ruolo di Dustin Hoffman è assai divertente (anche nei momenti in cui fa il bagnino in piscina).

Per il resto, in effetti il film non spiega come mai il personaggio e la scrittrice coabitino nello stesso mondo. È uno di quei casi in cui lo spunto fantastico serve a mettere in moto la vicenda ma poi non ne vengono rivelate le cause (vedi anche "Ricomincio da capo").

Evit ha detto...

In "Ricomincio da capo" (Groundhog day) il motivo c'era ma lo tagliarono via in post-produzione. Mi pare che la causa fosse una maledizione tirata a Bill Murray da una sua ex.

Ancora non ho mai visto questo film del 2006, ricordo fu pubblicizzato parecchio ma poi non se n'è più sentito parlare (di solito un brutto segno)

Christian ha detto...

Non è male, ma non è certo al livello del film con Bill Murray.

curiositizen ha detto...

Una bella sorpresa, per quanto mi riguarda. Riconosco anch'io delle imperfezioni ma a mio avviso non intaccano per nulla l'ottimo risultato. ciao, c

Christian ha detto...

Comunque ha dalla sua una certa originalità, che lo rendono gradevole e interessante.