19 settembre 2011

Scossa (Lizzani, Gregoretti, Maselli, Russo, 2011)

Scossa
di C. Lizzani, U. Gregoretti, C. Maselli, N. Russo – Italia 2011
con Paolo Briguglia, Gianfranco Quero
**

Visto all'Auditorium San Fedele (rassegna di Venezia).

Film a episodi dedicato al terremoto che nel 1908 distrusse la città di Messina e devastò le coste calabre e sicule. I quattro episodi, opera di altrettanti registi veterani (il più anziano, Lizzani, è nato nel 1922; il più giovane, Russo, nel 1939) sono però di qualità altalenante. A due segmenti banali e deludenti (quelli di Lizzani e di Maselli) se ne alternano altri due sicuramente meglio riusciti, il reportage di Gregoretti e la satira di Russo, che si concludono entrambi (sarà un caso?) con un collegamento all'attualità.

"Speranza", di Carlo Lizzani (*1/2), con Lucia Sardo
La notte del terremoto, una donna rimane intrappolata sotto le macerie. Dopo un'intera giornata in cui nessuno ha saputo soccorrerla, verrà visitata dal fantasma del marito. Patetico e ricattatorio, l'episodio peggiore del film.

"Lungo le rive della morte", di Ugo Gregoretti (**1/2), con Paolo Briguglia
Gregoretti porta sullo schermo le pagine di Giovanni Cena, che da giornalista si recò nei luoghi del disastro. Il resoconto del suo viaggio descrive perfettamente la sofferenza della gente, le difficoltà dei soccorritori (che devono far fronte anche a ostacoli di natura burocratica o logistica), la solidarietà degli italiani e degli stranieri, l'inettitudine della classe dirigente. Un documento antropologico di grande impatto e interesse, girato interamente in bianco e nero (e utilizzando le foto d'epoca come sfondo), a parte il controfinale in cui le parole di Cena, recitate da Briguglia, sembrano sposarsi perfettamente con le emergenze attuali del nostro paese.

"Sciacalli", di Citto Maselli (**), con Massimo Ranieri e Amanda Sandrelli
Dopo che il terremoto ha fatto crollare il carcere nel quale era stato rinchiuso, un uomo si precipita a scavare fra le macerie della propria casa in cerca della moglie e dei figli. Ma i marinai russi che prestavano soccorso alla popolazione, scambiandolo per uno dei tanti sciacalli che si aggiravano fra le rovine, lo fucilano. Ispirato a un episodio veramente accaduto, è il segmento più breve del film. Del tutto dimenticabile, nonostante la presenza di attori di nome.

"Sembra un secolo", di Nino Russo (***), con Gianfranco Quero
Dopo il crollo della sua casa, nel 1908, l'anziano pescatore Turi è costretto a trasferirsi in un'umida baracca sulla spiaggia. Le autorità gli promettono di costruirgli al più presto un nuovo alloggio: ma gli anni passano senza che la promessa venga mantenuta. E Turi, che ha deciso di non morire finché non otterrà una nuova casa, si ritrova nel 2006 nella stessa situazione di prima. Surreale e paradossale, il segmento di Russo è il migliore della pellicola e rivisita con ironia e cinismo un secolo di storia d'Italia (le guerre mondiali, il fascismo, l'avvento della repubblica) in chiave antiburocratica e antipolitica, mostrando che le cose in fondo non cambiano mai, se non in peggio (l'episodio si apre con quattro giovani che si preoccupano di raccogliere in mare due cadaveri di immigranti che sono stati travolti dal maremoto, e si conclude con gli stessi giovani che invece, di fronte ai cadaveri di immigrati nordafricani, reagiscono con la più totale indifferenza).

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