11 giugno 2011

Atmen (Karl Markovics, 2011)

Atmen
di Karl Markovics – Austria 2010
con Thomas Schubert, Karin Lischka
***

Visto al cinema Arcobaleno, in originale con sottotitoli (rassegna di Cannes).

Il diciottenne Roman Kogler, cresciuto fra orfanotrofi e riformatori (e dunque mai veramente "libero"), è ora imprigionato in un centro di detenzione giovanile per avere involontariamente ucciso un coetaneo quattro anni prima, in reazione al suo tentativo di soffocarlo per scherzo con la maglietta. Apatico, chiuso e introverso, è in attesa dell'udienza che potrebbe restituirgli la libertà condizionata; e nel frattempo ottiene un permesso per uscire ogni giorno ed andare a lavorare in un mortuario, dove si occupa del trasporto di cadaveri (il che richiede, occasionalmente, anche di prelevarli nelle case, di lavarli e di vestirli: proprio come in "Departures", film con il quale questa pellicola condivide alcuni aspetti ma non certo il taglio narrativo e l'estetica romantica). In difficoltà nei confronti del mondo e della vita ("L'inferno sono gli altri", cita a un certo punto un personaggio), Roman si trova invece a proprio agio con i morti: ma lentamente il difficile rapporto con i colleghi si scioglie nell'amicizia, alcuni brevi incontri (come quello con una ragazza straniera in treno) lo spingono a una maggiore apertura, e soprattutto ha la forza di andare in cerca della madre che lo aveva abbandonato alla nascita (e che, a sua volta, aveva tentato di soffocarlo da piccolo, prima di reinfondere in lui il soffio della vita). Un film dalle scenografie fredde e asettiche e dall'incedere minimalista, ma che affronta temi psicologici che vanno ben oltre la semplice esistenza del protagonista. Il tema del soffocamento (reale o metaforico) e del bisogno di "respirare" è esplicitato dal titolo, che significa appunto "respiro", e si rispecchia in molti particolari del film, che dunque dimostra di essere assai meditato: dal fumo delle sigarette che Roman inala, all'aria che trattiene quando si tuffa in piscina. Eccellenti le interpretazioni, e davvero un buon esordio alla regia per l'attore Karl Markovics.

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