3 maggio 2011

Il pranzo di Babette (G. Axel, 1987)

Il pranzo di Babette (Babettes gæstebud)
di Gabriel Axel – Danimarca 1987
con Stéphane Audran, Birgitte Federspiel, Bodil Kjer
***1/2

Rivisto in DVD, con Giovanni, Rachele, Ilaria e Paola.

L'ex cuoca di un ristorante francese, fuggita da Parigi in seguito ai disordini della Rivoluzione, si rifugia come domestica nella casa di due anziane sorelle in uno sperduto villaggio di pescatori sulla costa della Danimarca, e riporta pace e felicità nella locale comunità di religiosi luterani preparando un raffinatissimo pranzo che li aiuterà a vincere rimpianti e risentimenti e a conquistare una nuova armonia. La soddisfazione (gastronomica) del corpo come via per soddisfare l'anima, il cibo come catalizzatore della spiritualità, il "vizio" (al quale i puritani accomunano ogni piacere terreno, comprese dunque le pietanze di Babette) come strada per la virtù ("Misericordia e verità si sono incontrate, rettitudine e felicità si sono baciate", recita il decano della comunità): gli spunti alla base del film (tratto da un racconto di Karen Blixen, e "caso" cinematografico del 1987, con tanto di premio Oscar per il miglior film straniero) sono semplici ma densi di significati. Ai religiosi che vivono in preghiera e in arida austerità, avendo dimenticato come amare il mondo che li circonda, Babette con il suo pranzo insegna ad apprezzare veramente i doni di Dio, e che si può elevare lo spirito anche attraverso una celebrazione mondana. Allo stesso modo aiuta l'anziano generale Löwenhielm (Jarl Kulle), che in gioventù aveva amato una delle due sorelle ma aveva poi preferito dedicare la propria vita alla carriera militare, a superare i rimpianti e a raggiungere un nuovo equilibrio. Alcuni degli attori che interpretano gli abitanti del villaggio avevano recitato nei film di Carl Theodor Dreyer: Lisbeth Movin e Preben Lerdorff Rye (la vedova e il capitano), per esempio, erano i protagonisti di "Dies irae". Cameo di Bibi Andersson (la dama di corte che sposa il generale). Impossibile non farsi venire l'acquolina in bocca nel veder passare sullo schermo le varie portate (brodo di tartaruga, Blinis Dermidoff al caviale, cailles in sarcofage – quaglie ripiene in crosta di pasta sfoglia – con salsa Périgourdine, insalata, formaggi, savarin al rhum, frutta mista, caffè con tartufi, friandises) e i vini (Amontillado bianco ambra, champagne Vouve Cliquot) del ricercatissimo menù.

4 commenti:

ilbibliofilo ha detto...

è un vero gioiello!
me lo rivedo ogni tanto in dvd (una volta tanto il doppiaggio è soddifacente) e mi tira su di morale!!

Luciano ha detto...

Sono d'accordo, un grande bellissimo film, che però non vedo da molto tempo

Christian ha detto...

Per chi lo conosce, è un vero cult. Forse anche al di là dei suoi meriti cinematografici (ma comunque è di ottima fattura).

Marisa ha detto...

E' un film che mette d'accordo tutti: materialisti e spiritualisti.
La bellezza e la grazia, secondo me, stanno proprio nel dare ad ogni cosa il giusto valore, anche in situazioni dove tutto porterebbe a tagliare e irrigidirsi.
Anch'io lo rivedo sorridendo quando la volgarità del presente tende a farcelo dimenticare.