7 febbraio 2011

Charlot (Richard Attenborough, 1992)

Charlot (Chaplin)
di Richard Attenborough – USA 1992
con Robert Downey jr., Geraldine Chaplin
**

Rivisto in TV, con Hiromi.

Dopo i film su Churchill e su Gandhi, Attenborough – ormai specializzato in biopic – ha voluto portare sul grande schermo anche la vita dell'immenso Charles Chaplin, uno dei più grandi artisti cinematografici di tutti i tempi. La pellicola è tratta dall'autobiografia dello stesso Chaplin (nel film si immagina l'attore, ormai anziano, mentre risponde alle domande di un giornalista – interpretato da Anthony Hopkins – che gli chiede di approfondirne alcuni passaggi) e ne ripercorre l'intera carriera: dall'infanzia di stenti in Gran Bretagna (la madre era una povera attrice del vaudeville) ai primi successi nel cinema muto a Hollywood, con la nascita del personaggio del "vagabondo" (ovvero Charlot: curiosamente nella versione italiana è proprio il nome del personaggio, e non quello dell'attore, a dare il titolo al film); dalle controverse vicende sentimentali (si sposò più volte, spesso con attrici giovanissime se non addirittura minorenni) ai rapporti con altri celebri membri della mecca del cinema (viene dato particolare risalto alla sua amicizia con Douglas Fairbanks, con il quale ha fondato la United Artists); dalle accuse di comunismo e di attività anti-americane nel periodo del maccartismo (il capo dell'FBI, Edgar J. Hoover, lo aveva personalmente preso di mira) all'esilio forzato in Svizzera negli ultimi anni della sua vita. Il film si conclude con la consegna dell'Oscar alla carriera nel 1972 e con la proiezione sullo schermo dell'Academy di alcuni spezzoni dei film del "vero" Chaplin: come dice Mereghetti, è "l'unico momento di autentico divertimento e commozione" di un film "frammentario e abbastanza freddo (nonostante la ricchezza produttiva)". Anche se non mancano alcuni buoni momenti (ma il merito, oltre che dell'eccellente Robert Downey jr., perfettamente credibile nella parte principale, è soprattutto della buona ricostruzione storica della Hollywood degli anni venti e trenta), nel complesso il film si snoda fiaccamente, accatastando gli eventi uno dopo l'altro e con personaggi secondari poco caratterizzati che entrano ed escono dalla vita del protagonista senza lasciare traccia. Il cinema e la vita reale si mescolano in continuazione: non sono rari i casi in cui episodi della vita di Chaplin riecheggiano, anticipano o ispirano scene delle sue pellicole più celebri, come se l'attore e il suo personaggio fossero inscindibili l'uno dall'altro. Particolarmente discutibile è la sequenza in cui Chaplin e il suo entourage si nascondono in un albergo per terminare il montaggio de "Il monello": Attenborough la gira come se si trattasse una vecchia comica muta, con tanto di capitomboli, travestimenti, pianoforte in sottofondo e proiezione accelerata, ma il risultato è modesto. Il ricco cast comprende Geraldine Chaplin (la vera figlia di Charles, che qui interpreta sua madre), Dan Aykroyd (Mack Sennett), Kevin Kline (Douglas Fairbanks), Penelope Ann Miller (Edna Purviance), Marisa Tomei (Mabel Normand), una sedicenne Milla Jovovich (Mildred Harris, la prima moglie di Chaplin), Diane Lane (Paulette Goddard), Maria Pitilo (Mary Pickford), Paul Rhys (Sydney, il fratello di Charles), Moira Kelly (nel doppio ruolo di Hetty, il primo amore di Chaplin, e di Oona O'Neill, la sua ultima moglie) e altri ancora (fra cui James Woods, David Duchovny, John Thaw, Kevin Dunn).

6 commenti:

nickoftime ha detto...

mi ricordo di un film assolutamente deludente e di una grande performance di un attore che fu sul punto di vincere l'oscar e di fare il grande salto dopo anni di commedie giovanilistiche..paradossalmente da quel punto in poi ci fu la grande caduta fino a questo presente di nuovo sulla cresta dell'onda

Christian ha detto...

Proprio così, il film nel complesso delude ma Downey jr. dimostra tutta la sua bravura. Anche il resto del cast (Milla compresa!) non è male, comunque.

Giuliano ha detto...

argomento troppo vasto...finsce sempre così, che per voler fare troppe cose poi diventa difficile capire cosa succede.
Pensa che quando uscì io avevo appena finito di leggere l'autobiografia di Chaplin: nonostante questo, ad ogni apparizione di un nuovo personaggio mi chiedevo "ma chi è questo/questa?".
Un errore fondamentale....troppi personaggi, troppe cose compresse in un solo film. Peccato, perchè come dici tu il film era stato preparato molto bene, e con un ottimo protagonista...
Citazione d'obbligo, a questo punto, per Johnny Depp che negli stessi anni rifaceva la danza dei panini di "la febbre dell'oro" - che film era?
:-)

Christian ha detto...

Johnny Depp ha rifatto la danza dei panini in "Benny & Joon" (ho googlato, perché il film non l'ho visto! ^^).

Comunque, curiosità per curiosità: la gag dei panini non era stata inventata da Chaplin ma da Roscoe "Fatty" Arbuckle, già otto anni prima:
http://www.youtube.com/watch?v=x6fxydAUrWc

Giuliano ha detto...

la cosa che più mi è rimasta impressa, è che sulla stessa nave da Londra c'era anche Stan Laurel - e altri ancora, tutti senza un centesimo in tasca!
:-)

Christian ha detto...

Gli artisti che venivano dall'estero (soprattutto dall'Europa) hanno da sempre fatto la fortuna di Hollywood.