7 gennaio 2011

Greta, la donna bestia (J. Franco, 1977)

Greta, la donna bestia (Greta - Haus ohne Männer)
di Jess Franco – USA/Svizzera/Germania 1977
con Dyanne Thorne, Tania Busselier
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Visto in DVD, con Martin.

Nascosta nella giungla di un paese sudamericano, la sadica e sensuale Greta (personaggio imparentato con la più celebre Ilsa, "la belva delle SS" interpretata dalla stessa Dyanne Thorne: non a caso in alcuni paesi il film è stato reintitolato e distribuito come se facesse parte della serie di Ilsa) gestisce con il pugno di ferro una clinica privata per donne che soffrono di disturbi della sessualità. In realtà si tratta di una copertura, e l'istituto è una sorta di prigione-lager per torturare prigioniere politiche. Per scoprire cosa ne è stato della sorella, ricoverata nella clinica un anno prima, una ragazza si fa rinchiudere nell'istituto sotto falso nome: finirà vittima di soprusi, torture, elettroshock e delle attenzioni lesbiche delle guardie e delle altre prigioniere. Franco al suo meglio (o al suo peggio, dipende dai punti di vista): sexploitation di bassa lega, ma a suo modo efficace nel veicolare quel misto di sesso e violenza che caratterizza il filone delle "women in prison", perdipiù senza compromessi o censure: i nudi femminili abbondano, così come le sequenze efferate e sopra le righe. È uno di quei film in cui i difetti della trama o della sceneggiatura non sono davvero tali, anzi più la pellicola è grezza più funziona. E poi c'è un finale a suo modo memorabile, quello in cui le prigioniere si vendicano della loro aguzzina divorandola viva. Fra le interpreti spiccano naturalmente le "cattive": oltre alla perfida e popputa Greta, "dottoressa" in abiti militari e fiancheggiatrice del regime fascista, c'è Juana (Lina Romay, moglie di Franco: la scena in cui viene torturata con gli spilli è forse la migliore del film), paziente inizialmente succube di Greta ma che poi guida la rivolta contro di lei.

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