25 gennaio 2011

Drive (Sabu, 2002)

Drive (id.)
di Sabu – Giappone 2002
con Shinichi Tsutsumi, Ren Osugi
**1/2

Rivisto in DVD, con Hiromi.

I film di Sabu (pseudonimo di Hiroyuki Tanaka) sono pervasi da una comicità ai limiti dell'assurdo, da una forte commistione di generi e da spiazzanti colpi di scena, e questo – uno dei pochi a essere usciti in italiano – non fa eccezione. Il protagonista è Asakura (Shinichi Tsutsumi), salaryman che soffre di improvvise emicranie a causa della sua mania per la precisione o forse dei traumi infantili (un rapporto irrisolto con il padre suicida). Mentre sta recandosi al lavoro in auto come ogni mattina, viene "sequestrato" da tre banditi che hanno appena rapinato una banca soltanto per vedere il loro quarto complice, l'autista, fuggire con tutto il bottino. Per la disperazione dei tre ladri (Ren Osugi, Susumu Terajima e Masanobu Ando), che gli intimano di seguire l'auto in fuga, Asakusa però è talmente ligio alle regole da rispettare alla lettera tutti i segnali stradali, compresi i limiti di velocità, i divieti di svolta e i semafori rossi! Perso di vista il fuggitivo, i quattro uomini trascorreranno comunque insieme il resto della giornata e della notte, imparando lentamente a conoscersi: uno alla volta, ciascuno dei tre banditi troverà la propria strada e un sogno da seguire, mentre a recuperare il denaro rubato (e a sconfiggere una volta per tutte i propri fantasmi) sarà proprio Asakura. Come in "Fuori orario" di Scorsese, il film è attraversato da eventi apparentemente casuali che finiscono con il dirigere i personaggi nella giusta direzione (la reazione a catena al ristorante, o l'auto senza controllo che si ferma proprio davanti all'ospedale) o a mettere loro i bastoni fra le ruote (le vicissitudini che capitano al quarto ladro, rimasto comicamente intrappolato con il braccio in una buca nel terreno, nel mezzo di un campo incolto che di notte è frequentato da strane apparizioni...). Ma quello che più colpisce è come il film riesca a fondere momenti diversissimi fra loro, sempre con grande efficacia: l'esaltante esibizione di Susumu Terajima sul palco insieme a una rock band, le atmosfere da ghost story (memorabile il duello con il samurai fantasma), la commedia sentimentale (delizioso l'incontro finale fra il protagonista e la ragazza che ama, Kou Shibasaki) e il dramma esistenziale (con i flashback e i ricordi sul passato di Asakura), oltre a presentare una serie di personaggi minori umanissimi, divertenti e ben caratterizzati.

1 commento:

Marisa ha detto...

Per chi crede nella provvidenza o a chi per essa è il film giusto: sembra che nonostante i nostri errori, la vita ad un certo punto prenda in mano la situazione e ci costringa ad imbroccare il "verso giusto". Il tutto senza grandi progetti, ma con piccole ed improvvise casualità divertenti.