7 ottobre 2010

Clockers (Spike Lee, 1995)

Clockers (id.)
di Spike Lee – USA 1995
con Mekhi Phifer, Harvey Keitel
***

Visto in DVD, con Martin.

I clockers sono i piccoli spacciatori di droga che trascorrono il loro tempo seduti sulle panchine dei parchi pubblici in attesa di clienti. La giovane testa calda Ronny "Strike" (Phifer), che non ha mai lasciato il proprio quartiere, è uno di loro: il detective Rocco Klein (Keitel) della squadra omicidi sospetta proprio di lui quando si trova a indagare su uno dei tanti episodi violenti che bagnano di sangue le strade di Brooklyn, l'omicidio di uno spacciatore rivale, benché ad autoaccusarsi del delitto sia invece Victor, fratello maggiore di Ronny e apparentemente un uomo con la testa a posto. L'incapacità di Klein di comprendere la cultura in cui vive Ronny (fatta di vita di strada, droga e violenza), unita ai dubbi e al disagio esistenziale dello stesso ragazzo (con il malessere mentale che va di pari passo e si esplicita in un malessere fisico che lo tormenta per tutta la pellicola), darà vita a una catena di sospetti, vendette e tragedie. Uno dei migliori film di Spike Lee, e di certo fra i suoi lavori più complessi e ispirati, questa drammatica pellicola urbana mette in scena un mondo dove la violenza e i rapporti umani formano una rete talmente intricata da rendere confuse e superate le banali divisioni fra buoni e cattivi, bianchi e neri, razzisti e tolleranti, insomma quel manicheismo e quella retorica che avrebbero potuto affossare la storia. È quasi un sequel di "Fa' la cosa giusta", che alla sua uscita era stato criticato perché non menzionava minimamente il problema della droga. Inizialmente avrebbe dovuto dirigerlo Martin Scorsese (che comunque figura come produttore) e il protagonista doveva essere il detective Klein: quando il progetto è passato a Spike Lee, questi ha deciso di cambiare il punto di vista della vicenda e di scegliere Ronny come personaggio centrale, evidenziandone al massimo gli impossibili sogni di fuga (vedi la metafora dei trenini giocattolo), le illusioni di ricchezza e riscatto, i problemi di coscienza e la crisi d'identità che lo porta a mettere in discussione persino i propri rapporti familiari (che si tratti di veri parenti, come la madre e il fratello Victor, o di surrogati, come il boss Rodney per il quale spaccia droga – una sorta di secondo padre – o il piccolo Tyrone, verso il quale agisce come un fratello maggiore). Straordinaria la fotografia di Malik Hassan Sayeed, dai colori sgargianti e dalle atmosfere iperreali e visionarie. Nel cast anche John Turturro e Delroy Lindo.

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