3 settembre 2010

Diario di una casalinga inquieta (F. Perry, 1970)

Diario di una casalinga inquieta (Diary of a mad housewife)
di Frank Perry – USA 1970
con Carrie Snodgress, Richard Benjamin, Frank Langella
**1/2

Visto in DVD (registrato da Raisat Cinema) alla Fogona, con Marisa.

Infelicemente sposata con un avvocato egoista e ambizioso che la umilia in continuazione e ha sempre da ridire su tutto, la complessata Tina trova – per la prima volta in vita sua – la libertà (ma non la felicità) fra le braccia di un amante, uno scrittore giovane e arrogante. Dietro una "semplice" storia di adulterio, Perry racconta l'irrequietezza di un personaggio che soffre perché incapace di emanciparsi. Pur essendo intelligente e sensibile (e lo spettatore è portato a simpatizzare con lei in quanto vittima degli egoismi maschili), la protagonista – a differenza dei due uomini – è priva di un centro d'identità: il marito sarà anche un vanesio arrampicatore sociale e fallirà in tutto quello che fa, ma almeno ha un obiettivo nella vita; e lo scrittore sarà scostante e antipatico, ma non è ipocrita e mette subito in chiaro che il rapporto con Tina si baserà solo sul sesso. Tina, invece, non è padrona né a casa propria (anche nelle faccende di casa viene aiutata da domestici, tecnici o personale assunto dall'esterno; lascia che il marito metta bocca in ogni dettaglio domestico, dalle ricette di cucina all'educazione delle figlie) né fuori (accetta le regole imposte dall'amante; tollera le umiliazioni sociali; e persino nel finale, anziché godersi la "vittoria morale" sul coniuge che le chiede perdono, si rivolge a una comunità anonima in cerca di consigli sul da farsi: restare al fianco del marito o abbandonarlo definitivamente?). In fondo non ha il coraggio di cambiare: senza il marito o l'amante sarebbe spersa e priva di guida. Quella di Tina è dunque una vittoria di Pirro: è probabile, anzi, che subito dopo i titoli di coda la donna scelga di tornare al focolare domestico come se nulla fosse accaduto.

1 commento:

Marisa ha detto...

Perfettamente d'accordo: l'infelicità spesso ce la costruiamo da soli per "omissione" di responsabilità.