24 settembre 2010

Cold fish (Sion Sono, 2010)

Cold fish (Tsumetai nettaigyo)
di Sion Sono – Giappone 2010
con Mitsuru Fukikoshi, Denden, Asuka Kurosawa
**1/2

Visto al cinema Ariosto, in originale con sottotitoli
(rassegna di Venezia)

Ispirato a un fatto di cronaca nera, un thriller/horror assai anomalo e non certo per tutti (è disturbante, malato, torbido, con personaggi amorali e molta violenza grafica), che parte con un'analisi del malessere di un nucleo socio-familiare per esplodere nel gore e nel grottesco. Il protagonista Shamoto gestisce un piccolo negozio di pesci tropicali con la giovane moglie Taeko e la figlia di primo letto Mitsuko, la quale odia la matrigna e manifesta la propria ribellione al genitore compiendo piccoli furti nei supermercati. L'incontro con il ricco e affabile signor Murata, proprietario di un negozio concorrente ben più grande e avviato, sembra cambiare la vita della famiglia: l'uomo, estroverso, fin troppo amichevole e anche un po' invadente, offre addirittura lavoro come commessa a Mitsuko, ben felice di abbandonare la casa del padre. Ma Shamoto scoprirà che l'ambiguo Murata è in realtà un folle assassino, che insieme alla perversa moglie Aiko ha già commesso una cinquantina di delitti e che lo renderà complice dei suoi crimini, facendolo precipitare in una spirale di sangue e tradimenti. La pellicola è un'escalation di orrori, un gelido viaggio verso l'incubo che non risparmia nessuno, fra sesso e corpi smembrati, e che potrebbe sembrare grottesco ed esagerato se non fosse per il fatto che, come detto, si ispira a un caso reale. C'è chi ci ha visto affinità con "Fargo" dei fratelli Coen. In ogni caso, a tratti è ipnotico e affascinante. Molto bravi gli attori, dal poliedrico protagonista Mitsuru Fukikoshi, che si trasforma da timido e passivo padre di famiglia (il "pesce freddo" del titolo, da dare in pasto ai coccodrilli) a violento nichilista, al "cattivo" Denden, istrionico e imprevedibile, per finire con la viziosa dark lady senza scrupoli Asuka Kurosawa, già apprezzata in "A snake in June" di Shinya Tsukamoto. A ironico commento delle "imprese" di Murata c'è il famoso tema della marcia funebre dalla prima sinfonia di Mahler (quello ispirato a "Fra Martino campanaro").

4 commenti:

Massimo Volpe ha detto...

Sion Sono in grande stile mi par di capire; ammetto di amare alla follia questo regista che fa del surrealismo e dell'eccesso la materia per i suoi lavori, alcuni dei quali li trovo assolutamente geniali ( Strange circus su tutti), debbo ancora vedere il suo penultimo (Love exposure...4 ore di pellicola...), ma anche questo mi sembra sulla falsariga degli altri. Non mi dire che non c'è qualche incesto in qualche piega del film, mi preoccuperei troppo, non sarebbe pià Sion Sono :)

Christian ha detto...

Io invece non lo conoscevo affatto, e quindi non sapevo cosa aspettarmi! ^^ Proverò a recuperare qualche altro suo lavoro, perché in effetti sembrano interessanti.

(Mi sembra di capire che il suo nome venga traslitterato di solito in "Sion" e non "Shion", correggo subito).

Massimo Volpe ha detto...

Beh chi non lo conosce un attimo interdetto può lasciare: sta di fatto che trovo sia una persona genialoide (anche la sua carriera cinematografica è bizzarra assai avendo iniziato come regista di porno). Mi permetto di consigliarti Strange Circus, a mio avviso il suo migliore, ma anche Noriko's dinner table a me è piaicuto, mentre Suicide Circle è un capolavoro mancato, ma che vale la visione, con una delle scene più "belle" ed impressionanti del cinema degli ultimi anni, divenuta già cult.

Christian ha detto...

Grazie dei consigli, li aggiungo alla (lunga) lista dei film da vedere! ^^