4 luglio 2010

Scrivimi fermo posta (E. Lubitsch, 1940)

Scrivimi fermo posta (The shop around the corner)
di Ernst Lubitsch – USA 1940
con James Stewart, Margaret Sullavan
***1/2

Visto in DVD.

Alfred Kralik (James Stewart) e Klara Novak (Margaret Sullavan), due commessi di un negozio di articoli da regalo che nella vita di tutti i giorni litigano in continuazione, intrecciano un'intensa corrispondenza epistolare inviandosi romantiche e appassionate lettere anonime attraverso una casella di posta, naturalmente ignorando le rispettive identità. Nel frattempo il proprietario del negozio, il signor Matuschek (Frank Morgan), scopre che la moglie lo tradisce con uno dei suoi dipendenti e comincia a sospettare proprio di Kralik... Un classico della commedia romantica americana, ispirato a una pièce teatrale dell'ungherese Miklos Laszlo (adattata da Samson Raphaelson, abituale collaboratore di Lubitsch) e ambientato in una Budapest ricostruita evidentemente in studio, dove la commistione fra i sogni romantici e i timori per il futuro (la guerra è già iniziata, anche se nel film non se ne fa menzione) genera un palpabile senso di inquietudine e di amaro pessimismo. Dietro l'ironia e il ritmo brillante, infatti, aleggia continuamente lo spettro della disoccupazione e soprattutto quello della solitudine, con la commedia che a tratti assume i colori del dramma. Il negozio di Matuschek, oltre che una metafora del consumismo (amplificata ancor di più dall'ambientazione natalizia dell'ultima parte della pellicola, con i clienti che lo affollano per acquistare i regali), è un vero e proprio microcosmo, dove ci si sente come in una grande famiglia: sarà per questa atmosfera o per la presenza di James Stewart, ma di tutti i lavori di Lubitsch è forse quello che più assomiglia a un film di Frank Capra. Non mancano comunque tormentoni comici tipicamente lubitschiani (come quello della scatola di sigarette che suona "Oci ciornie" quando viene aperta) e personaggi di contorno simpatici e ben caratterizzati (come il pavido collega Pirovich, interpretato da un Felix Bressart che sembra Groucho Marx, o l'intraprendente fattorino Pepi). Lo stesso soggetto è alla base di due remake: "I fidanzati sconosciuti" (1949), musical con Van Johnson e Judy Garland, e "C'è post@ per te" (1998), con Tom Hanks e Meg Ryan, aggiornato all'epoca delle e-mail.

4 commenti:

Giuliano ha detto...

E' molto divertente, ed è parecchio tempo che non lo vedo. In quegli anni, Lubitsch ha girato capolavori a raffica!
:-)

Gegio ha detto...

Odio sentir parlare di "grande famiglia" al lavoro.
Un capolavoro sottovalutato solo perchè c'è stato il remake: 10 a 0 per il primo film.

Christian ha detto...

A dire il vero, il remake con Tom Hanks non l'ho ancora visto, ma non fatico a credere che non regga il confronto...

Luciano ha detto...

Secondo me il remake non regge l confronto, mentre questo di Lubitsch è un grande film.