5 maggio 2010

Laputa (Hayao Miyazaki, 1986)

Laputa - Il castello nel cielo (Tenku no shiro Laputa)
di Hayao Miyazaki – Giappone 1986
animazione tradizionale
****

Rivisto in DVD, con Rachele, Paola e Ilaria.

Il terzo lungometraggio d'animazione diretto da Miyazaki (dopo "Il castello di Cagliostro" e "Nausicaä della valle del vento"), nonché il primo prodotto dall'allora neonato Studio Ghibli, è sicuramente uno dei miei preferiti. Sin dai magnifici titoli di testa, disegnati come se fossero vecchie stampe e accompagnati dalla dolcissima colonna sonora di Joe Hisaishi, "Laputa" è un'affascinante avventura colma di sense of wonder e suggestioni steampunk, ambientata in un'Europa verniana e fittizia di inizio secolo, fra miniere, treni, automi, macchine volanti e dirigibili. Il nome Laputa, che compare anche ne "I viaggi di Gulliver" di Swift, è quello di una leggendaria isola volante che secoli prima aveva ospitato un mitico e potentissimo regno, dotato di un elevato livello di conoscenza tecnologica. Abbandonata dai suoi abitanti e popolata ormai soltanto dai robot che continuano a prendersi cura dei giardini e dei palazzi, l'isola vaga nei cieli protetta dalle nuvole e dalle tempeste che tengono lontani i curiosi. Coloro che vorrebbero raggiungerla per mettere le mani sui suoi tesori sono molti, e in conflitto fra loro: i pirati dell'aria, l'esercito e i servizi segreti, questi ultimi guidati da Muska, un misterioso individuo che intende utilizzare il suo immenso potere distruttivo per dominare il mondo. A custodire il ciondolo di "gravipietra", l'unico oggetto in grado di rivelare la posizione di Laputa, è una bambina di nome Sheeta: con l'aiuto del giovane e coraggioso minatore Pazu, e dopo molte avventure, riuscirà a sbarcare sull'isola e scoprirà di essere la discendente dell'antica stirpe reale.

La pellicola, dalla trama complessa ma lineare, è ricca di dettagli e di ambientazioni curatissime: fra queste spiccano il villaggio minerario dove vive Pazu, per il quale Miyazaki si è ispirato ai paesaggi del Galles; la vallata con le case costruite a ridosso dei fianchi delle montagne; le oscure miniere e i tunnel dove le pietre "cantano"; la fortezza dell'esercito in cui viene rinchiusa Sheeta; l'aeronave dei pirati dell'aria, un'indimenticabile "famiglia" (che ricorda la Banda Bassotti o, meglio ancora, i cattivi de "I Goonies") guidata dalla matriarca Dola, rude piratessa dal cuore d'oro; e naturalmente Laputa stessa, con i suoi raffinati giardini e le imponenti strutture che custodiscono terribili segreti. I magnifici disegni e l'animazione morbida si mettono al servizio di una storia in continuo movimento, di personaggi simpatici e carismatici e di paesaggi splendidi, dove risaltano i prati, i cieli, le nuvole (le migliori mai viste in un film d'animazione!) e gli aeromezzi (bellissimi, per esempio, i piccoli velivoli con ali da libellula utilizzati dai pirati). Oltre che di siparietti comici (come quando viene mostrata la vita a bordo dell'aeronave pirata) e di momenti "barksiani" (la scena in cui i soldati saccheggiano i tesori di Laputa mi ha fatto pensare alle Sette Città di Cibola), il film è anche infarcito di piccoli riferimenti e citazioni ai precedenti lavori di Miyazaki: i robot di Laputa ricordano quello apparso in un celebre episodio di Lupin III ("I ladri amano la pace"), gli scoiattoli che vivono sull'isola volante sono identici all'animaletto di Nausicaä, e molte scene, personaggi e atmosfere fanno tornare con la mente a "Conan" (Pazu e Sheeta sono quasi dei cloni di Conan e Lana) e persino a "Heidi": per non parlare dei temi tipicamente miyazakiani come l'antimilitarismo, l'ecologia, l'amicizia, il fascino per il volo. E naturalmente c'è la metafora dell'albero gigante, che con le sue radici tiene insieme quel che resta di Laputa, i cui abitanti forse si sono estinti proprio perché hanno voluto abbandonare le proprie radici, staccandosi dalla Terra per dominare il mondo dall'alto ma perdendo così il necessario contatto con la natura.

26 commenti:

Fabio ha detto...

Trovo che Laputa sia un film ancora poco "cinematografico" rispetto a quelli che lo seguiranno.
L'ho visto una volta solamente e ricordo che mi fece un po' l'effetto di quattro cinque episodi di anime legati assieme.
Troppo lineare, troppe situazioni tutte diverse che si succedono e un finale troppo a lungo atteso (il film dura la bellezza di 124 minuti) che fa molto "last episode".

Poi è ovvio che sono 124 minuti di grande animazione.

Curiosità personale: molti particolari della trama sono ripresi nel gioco Rogue Galaxy (robot custode del passato, principessa di un'altro mondo ignara delle proprie origini).

Christian ha detto...

È vero quel che dici sulla struttura a "episodi", ma la cosa non mi ha mai dato fastidio. Anzi, la trovo perfettamente in linea con i fumetti o i romanzi d'avventura (per non parlare delle fiabe), che presentano spesso una successione di ambientazioni o di situazioni di questo tipo (pensa per esempio al Topolino delle strisce giornaliere, oppure a film come "I predatori dell'arca perduta"). Certo, sicuramente il soggetto era adatto anche per una serie animata: probabilmente ne sarebbe venuto fuori qualcosa di molto simile a "Conan".

marco c. ha detto...

santo cielo. lo avrò visto almeno 4 volte. meravigliosa la parte nella caverna quando incontrano il vecchio minatore e nel buio le gravipietre risplendono. pura poesia. mi ha ricordato un passaggio di nadia dove col retan sono nelle viscere del re noah e si compie un fenomeno simile. last exile, nadia, atlantis, tutti hanno preso da qui. se poi pensiamo che M. ha attinto a piene mani dal castello di cagliostro allora vediamo come sia una catena unica....a volte penso come sarebbe sotto forma di live action?
ne perderebbe?

Christian ha detto...

Una versione dal vivo? Chi lo sa... Probabilmente, sì, ci perderebbe: però è anche vero che, di tutti i film di Miyazaki, questo è uno di quelli che si presterebbe di più a essere trasposto in live action...

marco c. ha detto...

e ora di andare a letto!

marco c. ha detto...

un'ultima cosa: guarda assolutamente mushi-shi. mi ringrazierai eh eh!

Kotatsu ha detto...

Il mio film preferito di Miyazaki. Mi tolgo il cappello e mi inchino davanti all'opera del Maestro.

Christian ha detto...

Assieme a "Totoro", o forse subito dopo, confesso che è anche il mio preferito. Pensa che è stato anche il suo primo film che ho visto: all'epoca naturalmente non sapevo chi fosse Miyazaki, benché riconoscessi più o meno lo stesso stile di "Conan" e "Heidi"...

Fabio ha detto...

Non pensavo che Laputa raccogliesse tutto questo consenso.
Io, sono più per Totoro, Porco Rosso, Città incantata, ma devo dire che quella pasticciata riduzione che è Nausicaa è di gran lunga il film più potente, più suggestivo, più epico di tutto il cucuzzaro.

Christian ha detto...

I film di Miyazaki sono tutti così belli (tranne forse "Il castello errante di Howl", che trovo nettamente inferiore agli altri), che è naturale che ognuno di noi abbia il suo preferito. "Nausicaä" è sicuramente bellissimo, però devo confessare che con "Laputa" mi sento più a mio agio, riesco a immergermi totalmente nella storia e a vivere l'avventura insieme ai personaggi, dimenticando di essere un semplice spettatore.

Fabio ha detto...

Sul castello errante di Howl sono della stessa idea. E poi c'è la qualità del disegno che da Porco Rosso-Kiki-Totoro ha cominciato a scendere...

Fabio ha detto...

Naturalmente considero i tre elencati l'apice... il livello è sceso dopo.

AlDirektor ha detto...

Uno dei Miyazaki che mi manca, ma che recupero presto (sto recuperando l'intera filmografia del maestro). Quando parliamo dell'animazione giapponese, non possiamo non parlare di Miyazaki e del suo mostruoso talento. Ogni suo film è, a volte più a volte meno, una vera perla, gioia visiva ed emotiva. Tanto da creare dubbi su quale sia il suo film in assoluto più bello. E' una dura scelta.

Saluti.

Barbara Cerquetti ha detto...

Questo film è bellissimo.
Conan è stata la mia serie animata preferita, e la prima volta che ho visto Laputa sono andata in brodo di giuggiole perchè mi sembrava quasi una specie di seguito.
Ho l'impressione che poi, negli anni, parecchi ci abbiano tratto ispirazione (es. il mistero della pietra azzurra, atlantis).
Ho anche letto da qualche parte che il personaggio di Dola sia ispirato alla madre di Miyazaki stesso, piuttosto rude ed energica ma di buon cuore.

Nei film di M. non manca mai una conclusione aperta alla speranza (tranne forse in Mononoke, tra tutti quello che rivedo meno spesso), e questa, con l'androide gentile che rimane sull'albero, la trovo tra le più commoventi.

Bellissimo blog, complimenti!

Christian ha detto...

Fabio: Sulla qualità del disegno in calo, non sono poi così d'accordo: "Ponyo", per esempio, è meraviglioso. Il difetto di "Howl", secondo me, è tutto nella sceneggiatura...

AlDirektor: Infatti: qualsiasi film si elegga come proprio preferito, si casca in piedi!

Christian ha detto...

Barbara: Grazie dei complimenti e del commento. Hai ragione, nei film di Miyazaki ci sono sempre spunti di speranza (benché effettivamente il finale di Mononoke - il finale "vero", intendo, non quello del doppiaggio italiano - sia un po' più cinico e disilluso).

Anche a me è piaciuto ritrovare in "Laputa" atmosfere e avventure alla Conan. Non sapevo di Dola, mi sembra strano immaginare che sia ispirata a una persona reale visto che sembra in tutto e per tutto un personaggio "cartoonesco", ma dai giapponesi (e dalle nonnine giapponesi!) ci si può aspettare di tutto...! ^^

Barbara Cerquetti ha detto...

Ieri, dopo aver scritto il commento, mi sono lambiccata per ricordarmi dove avessi letto quella cosa di Dola.
Alla fine mi è tornato in mente.
Sta nel libro:
"L'incanto del mondo. Il cinema di Miyazaki Hayao" di Anna Antonini, ed. Il Principe Costante.
C'è un capitolo dedicato alle donne, e in particolare un paragrafo che si chiama "Nonne, balie, sciamane e streghe".


Se ti piace il cinema di Miyazaki vale la pena di leggerlo (il libro, non solo il paragrafo).

Ho guardato anche la recensione che hai fatto de "Il ritratto di Jeannie". Complimenti, io credevo di essere l'unica ad averlo visto (e apprezzato).
Darò ancora un'occhiatina in giro, se non ti dispiace, il tuo blog è davvero sfizioso.
Saluti.

Christian ha detto...

Grazie, be my guest! ^^

Fabio ha detto...

@Christian

Ponyo non l'ho ancora visto, ma ho potuto osservare il disegno nei trailer.

Intanto c'è questa discutibile scelta di "infatilizzare" (passatemi il neologismo) i fondali, uno dei punti di forza da sempre dell'animazione giapponese, che mi delude abbastanza.
Poi si persiste nell'abbandono del tratto, nell'uso povero dei colori, nell'inserimento di highlights gelatinosi (aumentano ogni anno che passa).

E' un diverso stile. Può piacere ma io preferivo l'animazione puramente anni 80-90.

Christian ha detto...

Capisco quello che provi (anch'io amo più l'animazione giapponese degli anni ottanta che quella attuale), ma ti assicuro che in "Ponyo" non ci sono gli eccessi di computer grafica che infastidivano un po' in "Howl" e in "Princess Mononoke" (è a questo che ti riferisci quando parli di inserti gelatinosi, immagino). È vero che i fondali sono più "infantili", ma parlerei magari di maggiore stilizzazione, un tentativo forse di omogeneizzarli allo stile di disegno dei personaggi...

Fabio ha detto...

No, con riflessi "gelatinosi" :) mi riferivo al fatto che i personaggi (e gli oggetti non facenti parte del fondale) sono ombreggiati sempre più spesso con più di due livelli di ombra.

Guarda ad esempio Yubaba confrontata con la vecchina di Totoro.
Trovo il primo tipo di disegno troppo invadente.

Poi c'è un appiattimento dell'uso del tratto. Guarda le linee qui o qui.
Sembra quasi ci sia lo zampino del disegno vettoriale.

Quanto ai fondali credo che Miyazaki abbia optato per un riferimento grafico ai disegni infantili. Come si vede in questi frame (link, link) è come se tutto fosse colorato con le matite. Può essere un'idea carina, ma mi scippa una delle cose più pregevoli dell'animazione.

Christian ha detto...

Ah, ora ho capito.
In effetti anche a me l'eccesso di ombre dà un po' fastidio.

Invece i disegni "semplici" e i fondali a matite o pastelli di "Ponyo" li trovo deliziosi. Ma se diventassero la norma, non ne sarei così contento.

, ha detto...

Stasera sono andato a vedere la nuova versione di Laputa ridoppiata. Francamente se ne poteva fare a meno. Nota stonatissima la nuova voce di Muska, veramente un doppiaggio pessimo, sembrava di sentire Carmelo Bene recitare Hamlet (a me Bene piace, ma non a fare il doppiatore). Per il resto era tutto uguale. A che pro? C'è di mezzo l'home video. Aspetto Nausicaa e Mononoke. Quelli sì che vanno ridoppiati!

marco c. ha detto...

quello sopra sono io. ho mancato il bottone giusto :D

Christian ha detto...

Grazie delle informazioni, probabilmente farò anch'io un salto al cinema a vedere la nuova versione (intitolata semplicemente "Il castello nel cielo"), anche perché è un film che non ho mai visto sul grande schermo. Spero davvero che l'anno prossimo tocchi a "Nausicaa", visto che è l'unico film di Miyazaki ancora assente in italiano in home video... Certo, pure "Mononoke" avrebbe bisogno di una riedizione (e di una nuova traduzione dei dialoghi).

marco c. ha detto...

Curiosità: i golem di ferro del gioco nerd per PC "Minecraft" sono una citazione dal film. Donano ai villaggiani delle rose ogni tanto.