29 marzo 2010

Cloverfield (Matt Reeves, 2008)

Cloverfield (id.)
di Matt Reeves – USA 2008
con Michael Stahl-David, Mike Vogel
**1/2

Visto in DVD.

Dopo "The Blair Witch Project" (e "Cannibal Holocaust"), ecco un altro film che sfrutta l'idea del video amatoriale come testimonianza "dal vivo" di un evento straordinario e terrorifico. Alcuni ragazzi si riuniscono in un appartamento di Manhattan per un party, ma il grattacielo e l'intera New York vengono attaccati da una creatura mostruosa e misteriosa, forse extraterrestre oppure proveniente dalle profondità marine (come "Godzilla", al quale è probabilmente ispirata). Durante la fuga attraverso la città evacuata e semidistrutta (non mancano sequenze che ricordano le tragiche scene degli attentati dell'11 settembre), mentre l'esercito cerca inutilmente di arrestare l'avanzata del mostro, i protagonisti riprenderanno ogni cosa con la loro videocamera digitale. A giudicarlo strettamente dal punto di vista dei contenuti, "Cloverfield" sarebbe un fallimento totale: come horror non fa paura, come thriller non coinvolge né appassiona, come action fantascientifico non offre nulla di nuovo rispetto a centinaia di monster movie già visti in precedenza, e il suo presunto "realismo" non inganna nemmeno per un momento uno spettatore abbastanza smaliziato da riconoscerne la finzione (e i milioni di dollari spesi in effetti speciali). I suoi pregi sono dunque a livello puramente teorico. Gli eventi di sette ore (concentrati in settanta minuti, gli unici in cui la videocamera viene tenuta accesa) vengono mostrati "in tempo reale" e attraverso lo sguardo in soggettiva dell'apparecchio. Quello che lo spettatore vede è esattamente quello che vedono e scoprono man mano i personaggi, che sono contemporaneamente protagonisti e registi (montatori, operatori, ecc.) del film stesso, nonché gli unici a fornire un punto di vista sugli eventi: se loro muoiono, anche il film finisce. Naturalmente sembra del tutto improbabile che da un girato casuale (teoricamente privo anche di sceneggiatura), possa venir fuori una storia con un senso, completa di sviluppi e caratterizzazioni, sottotrame sentimentali, colpi di scena, assenza di tempi morti, risoluzioni drammatiche, e persino un finale: e già questo rischia di minare la credibilità dell'intera operazione. In realtà, come sempre, la sospensione dell'incredulità fa miracoli, e soprattutto il montaggio fatto "direttamente in camera" finisce col costituire il vero punto di forza del film, oltre a regalare la trovata più felice: il nastro utilizzato dai ragazzi, infatti, era già stato usato in precedenza; e a tratti, quando la registrazione viene arrestata, prima che riparta possiamo osservare i frammenti di una giornata precedente, più solare, che fanno da contraltare emotivo alle devastazioni e all'attacco del mostro, come in una sorta di flashback. Lo stile di regia, naturalmente, è confuso e con la camera a mano in perenne movimento, tanto da risultare quasi fastidioso (o noioso, a seconda dei punti di vista). Dopo i primi venti minuti, che servono soltanto a introdurre i personaggi, l'aspetto del mostro viene "bruciato" quasi subito (sarebbe stato meglio lasciarlo più a lungo nell'ombra), ma almeno la sua natura – così come quella delle altre piccole creature che lo accompagnano, quasi più spaventose di lui – rimane avvolta nel mistero, com'è giusto che sia. Fino a quando non arriverà l'inevitabile sequel, naturalmente, visto il successo riscontrato dalla pellicola. La scena in cui la statua della libertà viene decapitata dal mostro è stata ispirata dal manifesto originale di "1997 Fuga da New York". Il produttore, nonché la mente dell'intera operazione, è il furbo J. J. Abrams, quello di "Lost", un vero maestro nell'ammantare di una veste nuova (e accattivante, ammettiamolo) qualcosa che di originale ha ben poco.

11 commenti:

Martin ha detto...

Sono d'accordo con l'analisi anche se il giudizio finale lo trovo fin troppo tenero per un film che non dice nulla di nuovo e non lo dice nemmeno in maniera nuova.
Qualche pregio ce l'ha, e l'hai giustamente sottolineato, ma rimane a mio avviso un film davvero sopravvalutato.

Fabrizio ha detto...

Ma che grandi capacità questa super lussuosa handycam che trasmette immagini così perfette e offre un suono così nitido (si riesce perfino ad ascoltare da un cellulare lontano qualche metro la conversazione della ragazza in pericolo) ma soprattutto, che non si scarica mai.

Christian ha detto...

Martin: Comunque l'ho trovato un gradino sopra a molti film catastrofici/d'azione commerciali recenti (per dire, è nettamente superiore ai vari "Transformers" e naturalmente al "Godzilla" di Emmerich). Almeno ha una sua idea e la segue con coerenza fino alla fine, e anche la fattura dal punto di vista tecnico non mi pare male. Poi sui difetti (la noia, la mancanza di originalità, ecc.) siamo d'accordo.

Fabrizio: Accettare che la videocamera che non si scarichi (benché in realtà "registri" per soli settanta minuti), che catturi in maniera perfetta audio e video (anche in assenza di illuminazione!) e che sia praticamente indistruttibile fa parte appunto della "sospensione dell'incredulità", al pari del fatto che un filmato in teoria casuale abbia un senso compiuto narrativo e drammatico. Altrimenti non ci sarebbe nemmeno il film!

Martin ha detto...

E grazie, in confronto a Bay ed Emmerich chiunque ci farebbe un figurone. Forse anche Columbus ;-)

missile ha detto...

Un film che mi ha annoiato oltre il lecito e che è passato senza lasciare traccia alcuna, al punto che stento a ricordarlo troppo prevedibile e scontato quale è.

Missile

Christian ha detto...

Martin: Però, volenti o nolenti, è con quelli che è giusto confrontarlo. Siamo pur sempre di fronte a un film horror/catastrofico commerciale per adolescenti, e nulla più. Se Emmerich avesse girato così il suo "Godzilla", avrebbe stupito in positivo quasi tutti.

Missile: Siamo d'accordo per la noia e la sostanziale mancanza di emozioni (anche se alcune sequenze, come l'attacco dei mostriciattoli nella metropolitana, non erano male). Però io ho gradito il discorso estetico e teorico, anche se dovrò aspettare qualche settimana per capire se il film mi ha lasciato qualcosa dentro (nel caso, faccio sempre in tempo a cambiare il giudizio).

Martin ha detto...

Aggiungo solo una riflessione sulla questione “tecnica”.
La sospensione dell incredulità, a mio avviso, si dovrebbe applicare a ciò che vedi, all’accettazione di un racconto di eventi implausibili: si crea un mondo che ha regole proprie e si va avanti di conseguenza.
Fingere invece che non si tratti di un film “montato” (quando è palese che lo è) è più una disonestà nei confronti dello spettatore, un po’ come quando si spacciano per veri avvenimenti che non lo sono.
In questo senso l'espediente tecnico non è sfruttato in maniera del tutto efficace.
In questo il film di Deodato (e non solo per questo) era molto più riuscito, si ha molto più la sensazione che le immagini non siano solo delle riprese a beneficio del pubblico “cinematografico” ma sono invece più aderenti alla realtà dei personaggi.

Anonimo ha detto...

Alla fine non concordo con chi grida al capolavoro, nè con chi lo "mazzia" eccessivamente. Secondo me è un buon prodotto di genere, niente di più, niente di meno.

Ale55andra

Christian ha detto...

Martin: È vero che l'assunto del film risulta poco credibile e che la finzione si vede tutta. Però, personalmente, una volta accettata la premessa (e cioè che si tratti del girato di un dilettante) non ho avuto troppi problemi a stare al gioco e a "fingere" di crederci anche quando era palese che non fosse così. Non credo che sia quello il difetto principale del film, insomma.

Ale55andra: Ma infatti, sono perfettamente d'accordo con te.

Martin ha detto...

A questo punto vorrei un tuo giudizio sula Guerra dei Mondi di Spielberg.
Di fatto la trama è la stessa ma girata in maniera "tradizionale" e sicuramente è tecnicamente superiore ai vituperati Emmerich e compagnia.
Secondo me quello è un "buon prodotto di genere", senza ovviamente essere nulla di eccezionale.

Christian ha detto...

Se lo vedrò ti farò sapere, ma sai già che Spielberg mi ispira davvero poco e che raramente mi piace.