28 dicembre 2009

I tre volti della paura (Mario Bava, 1963)

I tre volti della paura, aka Black Sabbath
di Mario Bava – Italia 1963
con Boris Karloff, Michèle Mercier
***

Visto in DVD, con Martin.

Tre storie del terrore e del soprannaturale, liberamente adattate da racconti di Maupassant (così almeno recita il cartello introduttivo; pare invece che si tratti di tale F.G. Snyder), Tolstoi (ma anche qui c'è l'inganno: non Lev, ma Alexei) e Checov, con Boris Karloff a fare da anfitrione in stile Zio Tibia e a recitare in uno dei segmenti. Mario Bava, precursore e inventore dell'horror gotico italiano (in un tempo in cui, ahimè, anche noi avevamo il coraggio di compiere incursioni nel fantastico), dà il meglio di sé realizzando una pellicola visivamente sontuosa e piena di virtuosismi registici, con i suoi movimenti di macchina, la fotografia ipercromatica, le scenografie barocche, la lenta costruzione della tensione e, aggiungiamoci, attrici belle e inquietanti come Susy Andersen, Rika Dialina, Lydia Alfonsi, Jacqueline Pierreux. Nel sorprendente finale, metacinematografico e all'insegna dell'ironia, Karloff – che si rivolge direttamente agli spettatori – "svela" il segreto del cinema: il cavallo su cui sta galoppando è finto, e l'inquadratura si allarga a mostrare il regista e la troupe al lavoro. Una curiosità: il gruppo heavy metal dei Black Sabbath ha preso il suo nome dal titolo americano del film.

- "Il telefono", con Michèle Mercier e Lydia Alfonsi. Una donna viene terrorizzata dalle telefonate di un gangster che minaccia di ucciderla e che evidentemente la sta osservando da molto vicino. La ragazza chiama allora in suo soccorso un'ex amica, che però forse le nasconde qualcosa... Lo spunto è stato riutilizzato pari pari da Wes Craven nel celebre incipit di "Scream": qui è sufficiente a creare un'atmosfera di tensione e disagio nell'unico dei tre episodi che non ha niente a che fare con il soprannaturale (nonostante nell'edizione americana sia stato rimontato, e i dialoghi alterati, per infilarci a forza un fantasma). In un certo senso è l'antesignano dei "gialli" e dei thriller alla Dario Argento, con tanto di erotismo più o meno velato: fra le due protagoniste c'è un sottile ma evidente rapporto lesbico.
- "I Wurdalak", con Mark Damon e Boris Karloff. Una famiglia che vive in una regione isolata della Russia (o dei Balcani?) rimane vittima della maledizione dei Wurdalak, sorta di vampiri non-morti che si accaniscono su coloro che hanno amato in vita. Un giovane viaggiatore cerca di salvare da questo destino almeno la bella Sdenka, di cui si è innamorato, ma invano. È l'episodio più lungo e – se vogliamo – "classico", l'unico girato in esterni e ambientato nel diciannovesimo secolo, con atmosfere gotiche, scenari fiabeschi e soprattutto la presenza inquietante di Karloff nei panni del patriarca della famiglia, il primo a portare il "contagio" all'interno della magione. Le inquadrature dei Wurdalak che osservano i vivi al di là dei vetri della finestra sono paurose e suggestive.
- "La goccia d'acqua", con Jacqueline Pierreux e Milly Monti. Un'infermiera, convocata per vestire il cadavere di un'anziana medium, le sottrae dal dito un anello che si rivela essere maledetto. Macabro e cupo, è l'episodio dalla costruzione più semplice ma anche quello propriamente più "terrorizzante". La fotografia colorata, gli originali effetti visivi (il corpo e il volto della "strega" sono stati modellati dallo scultore Eugenio Bava, padre del regista) e soprattutto sonori (la goccia che cade, il vento all'esterno, il miagolio dei gatti) lo rendono a tratti davvero angosciante.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma che l'hai visto con Martin? Comunque, grandissimo film.

Ale55andra

Christian ha detto...

Sì, siamo da tempo compagni di visioni... ^^

Non conoscevo quasi per nulla Bava, questo è il primo di tre film che io e Martin abbiamo in programma di vedere insieme. Stilisticamente è davvero ad alti livelli, mi dispiace non averlo scoperto quando ero più giovane e "impressionabile"...

Martin ha detto...

E' proprio così Ale55andra, così come Christian mi ha fatto scoprire il magnifico cinema di Tsai Ming-liang, ora sto ricambiando io il favore con le bellissime atmosfere di Mario Bava.

Esponja88 ha detto...

Grande film, secondo me un po' rovinato dalla lentezza dell'episodio dei vampiri (figurativamente splendido, ma un po' troppo debitore dei Corman/Poe) ma che si risolleva alla grande nell'ultimo terrorizzante episodio. Poi sul finale metacinematografico si potrebbero scrivere fiumi di parole :)
Comunque Bava ha fatto anche molto di meglio (Reazione a catena, Sei donne per l'assassino), roba che poi è stata saccheggiata (male) praticamente da tutti i registi horror successivi.

Christian ha detto...

Guarda, Bava - come scrivevo - per me è (ancora) tutto da scoprire, quindi spero che tu abbia ragione e che i prossimi film continuino a rivelarsi piacevoli sorprese.
Riguardo a "I Wurdalak", non hai tutti i torti ad accostarlo ai film di Corman (fra l'altro proprio nello stesso anno, il 1963, Karloff recitò ne "I maghi del terrore"), ma francamente la lentezza non mi ha disturbato, anche perché parliamo sempre di un cortometraggio. Ho inoltre gradito molto che i tre episodi del film fossero parecchio diversi fra di loro come ambientazione, atmosfera e approccio al tema del terrore, anziché semplici varianti l'uno dell'altro.

Martin ha detto...

Dei film citati finora ho visto Sei donne per un assassino ed è in effetti uno dei Bava migliori.
Trovo invece un po' esile l'accostamento a Corman.
Non che non siano accomunati da una matrice gotica che presenta qualche similitudine ma in quegli anni il gotico italiano dei Bava, quello americano dei Corman e quello inglese dei Fisher seguiva in realtà percorsi autonomi e ben distinti.
A una lettura superficiale appaiono molto simili ma chi ha familiarità con essi ne vede ben più evidenti le differenze.

Zonekiller ha detto...

il cinema di Bava è affascinante...sono impazzito soprattutto per "Operazione paura", "La maschera del demonio" e "Terrore nello spazio"...molto bello anche "La ragazza che sapeva troppo"...non ho mai visto "il rosso segno della follia", comunque tutti i suoi film sono ad un buon livello, l'unico che mi ha deluso è "Cani Arrabbiati", osannato invece da alcuni negli anni passati, facendosi forza sulla sua irreperibilità, che la rivoluzione del p2p ha fatto saltare...

Christian ha detto...

"Cani arrabbiati" è ora uscito anche in DVD... È uno di quelli che ho in programma di vedere a breve, quindi cercherò anch'io di capire se la sua fama è dovuta solo all'aura di film maledetto oppure no.

Fabrizio ha detto...

Grande film. personalmente preferisco il secondo episodio. Mi permetterei di consigliare quel piccolo gioiello che è LA FRUSTA E IL CORPO.

Christian ha detto...

Prima o poi vedrò anche quello!