16 dicembre 2009

Colazione da Tiffany (B. Edwards, 1961)

Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's)
di Blake Edwards – USA 1961
con Audrey Hepburn, George Peppard
***

Visto in divx, con Marisa.

Holly Golightly, eccentrica e aspirante attrice dal passato misterioso e dal presente mondano e disinvolto, si è trasferita dalla campagna texana in un appartamento di New York: qui vive da sola con un gatto senza nome (dargliene uno significherebbe renderlo prigioniero), si reca ogni mattina a fare colazione davanti alle vetrine della gioielleria Tiffany e cerca in ogni modo di procacciarsi un ricco marito, passando nel contempo da un uomo all'altro. Il suo vicino del piano di sopra, l'aspirante scrittore Paul Varjak (o "Fred", come lo chiama lei, perché gli ricorda suo fratello), non può certo permettersi di farle la morale, visto che è a sua volta mantenuto da un'amante (Patricia Neal), ma ne prende comunque a cura le sorti e nel finale riuscirà anche a far breccia nel suo cuore. Liberamente tratto da un racconto di Truman Capote (del quale lo sceneggiatore George Axelrod cambia parecchie cose, a partire dal ruolo di Paul, e ammorbidisce la caratterizzazione della protagonista, in origine esplicitamente una vera e propria escort), è forse il film più celebre – e anche il più romantico – di Blake Edwards, anche se non certo il suo capolavoro (quello andrebbe scelto fra "Hollywood Party" e "Victor Victoria"). Il suo pregio risiede nel ritratto anticonvenzionale di una donna che non aspira all'amore ma alla libertà, non disdegnando nel frattempo la ricchezza. La parte principale, che Capote aveva pensato per Marilyn Monroe, si adatta perfettamente a una Hepburn iconica, raffinata (veste Givenchy), turbolenta e imprevedibile, la cui caratterizzazione si alterna fra l'ingenuità dell'oca (come quando non si rende conto del significato delle sue visite al gangster in carcere) e l'autodeterminazione consapevole (per esempio nel rapporto con l'anziano ex marito, Buddy Ebsen). Memorabile la colonna sonora di Henry Mancini, con la canzone "Moon river" interpretata dalla stessa Hepburn sul davanzale della finestra. La pellicola, comunque, non è esente da difetti, prima fra tutti la caratterizzazione stereotipata e sopra le righe del vicino di casa giapponese, interpretato da Mickey Rooney, nonché una certa mancanza di "levità" nelle scene più umoristiche: anziché sulla commedia sofisticata alla Lubitsch o alla Cukor, Edwards preferisce infatti premere sul pedale della satira di costume, alternandola con un esasperato sentimentalismo romantico.

2 commenti:

AlDirektor ha detto...

L'ho recuperato un pò di tempo fa. Non è un capolavoro nè il miglior film di Edwards, ma certamente è un classico del divismo Hollywoodiano.

Christian ha detto...

Sono d'accordo, un film appunto iconico, nonostante i suoi limiti. E comunque, dopo quasi cinquant'anni, regge bene il tempo e continua a essere gradevole, più di molte altre commedie dello stesso tipo che escono ai giorni nostri.
Nella guerra del product placement nel titolo, per esempio, batte "Il diavolo veste Prada" per 10 a 1.