3 novembre 2009

Fuga da Los Angeles (J. Carpenter, 1996)

Fuga da Los Angeles (Escape from L.A.)
di John Carpenter – USA 1996
con Kurt Russell, Steve Buscemi
**1/2

Visto in DVD.

Dopo che un devastante terremoto ha separato la città di Los Angeles dal resto della California, il regime integralista instauratosi negli Stati Uniti ha trasformato la neonata "isola dei dannati" in una terra di nessuno, dove deportare gli indesiderati e tutti coloro che trasgrediscono le rigide leggi morali del paese. Ma Utopia, figlia ribelle del presidente americano (nel frattempo sull'orlo di una guerra mondiale contro i paesi oppressi del terzo mondo), ha portato laggiù un pericoloso dispositivo che consente di spegnere "a distanza", per mezzo di satelliti artificiali, ogni fonte di energia sulla Terra. L'inossidabile eroe anarchico "Jena" Plissken viene così incaricato di recuperare la preziosa arma, caduta nel frattempo nelle mani di Cuervo Jones, un guerrigliero sudamericano. Più che un sequel (è ambientato nel 2013), è quasi un remake – anzi, una copia 1:1, almeno all'inizio – del classico "1997: Fuga di New York", del quale riprende la maggior parte degli spunti e delle situazioni in un'operazione-nostalgia che oltre all'autocitazione sfiora il plagio. Ma è soprattutto un film autoironico, realizzato dichiaratamente per divertirsi e divertire: sarebbe un peccato mortale prenderlo sul serio o giudicarlo secondo canoni estranei al cinema carpenteriano, fumettistico e con le radici ancora ben salde negli anni '80. Come testimoniano il sottotesto politico e il finale nichilista, però, Carpenter pigia anche (e in maniera ben più radicale che nel prototipo) sul pedale della satira anti-imperialista, criticando la possibile deriva militare e teocratica degli Stati Uniti. Non che gli antagonisti rappresentino un'alternativa migliore: il "cattivo" è un improbabile clone di Che Guevara, mentre fra i comprimari spiccano i buffi personaggi interpretati da Steve Buscemi (il venditore di mappe delle abitazioni dei vip) e Bruce Campbell (il chirurgo folle). Nel cast ci sono anche Valeria Golino, Pam Grier, Peter Fonda e Cliff Robertson. L'ambientazione a Los Angeles consente al regista di presentare luoghi celebri (da Disneyland a Hollywood, passando per Beverly Hills) in versione devastata e apocalittica, e soprattutto di farsi beffe, come in un grottesco specchio deformante, delle ossessioni dei californiani (da quella per lo sport a quella per la bellezza, con la sequenza ambientata nella clinica di chirurgia estetica). Fra le scene clou, l'inseguimento a un'automobile a bordo di una tavola da surf e la sfida sul campo da basket (che si conclude, come l'incontro di lotta nel film precedente, con la folla – inizialmente ostile – che acclama il protagonista).

4 commenti:

Martin ha detto...

Il finale secondo me è proprio memorabile. Il tocco poi delle American Spirit e del conseguente "benvenuti nel regno della razza umana" riassume tutto il ribellismo carpenteriano, contro tutte le restrizioni delle libertà individuali.
Grande cinema.

Christian ha detto...

Sì, il finale è molto bello, forse impensabile in un blockbuster d'azione/SF non "autoriale". E non a caso è anche la parte che più si differenzia dal lungometraggio originale, ampliando e radicalizzando quella che nel primo film era soltanto una gag (la sostituzione della cassetta) divertente ma molto più "innocua".

Fabio ha detto...

Visto ieri sera. Un film gustosamente delirante, autoironico, un po' "celebrativo" del precedente. La teocrazia-macchietta in un altro film sarebbe stata insopportabile, ma questo è un fumettone dichiarato.

La scena della prova di basket è un apice.

Christian ha detto...

Sicuramente autoironico (e dire che c'è anche qualcuno che ha cercato di prenderlo sul serio...) e molto divertente!