9 novembre 2009

Fra le tue braccia (E. Lubitsch, 1946)

Fra le tue braccia (Cluny Brown)
di Ernst Lubitsch – USA 1946
con Jennifer Jones, Charles Boyer
***

Visto in DVD.

Inghilterra, 1938. Alla giovane Cluny Brown è sempre stato insegnato che deve "saper stare al suo posto": già, ma qual è il suo posto? Nipote di uno stagnino, ingenua, allegra ed esuberante, ha un debole per i lavori di idraulica e sogna di viaggiare in luoghi lontani. Viene però assunta come cameriera a servizio in una grande casa di campagna e cerca in tutti i modi di adeguarsi al suo nuovo ruolo, a costo di accettare la corte del farmacista del villaggio e di rassegnarsi a una vita grigia e senza prospettive. A salvarla sarà l'eccentrico professor Belinski, spiantato esule boemo e aspirante scrittore di gialli, l'unico disposto ad assecondare le sue inclinazioni. Il penultimo film di Lubitsch, in realtà l'ultimo che il grande regista ha completato (morì infatti durante le riprese del successivo "La signora in ermellino", nel 1947), è una sarcastica commedia sul tema delle classi sociali. Belinski e Cluny Brown portano una ventata di freschezza e di ribellione in un mondo miope, conservatore e chiuso in sé stesso, dove le divisioni fra l'alta società e i servitori sono ormai irrigidite da regole immutate da secoli: gli ingessati padroni di casa e i domestici snob, infatti, sono talmente calati nelle proprie parti da non riuscire a comprenderne i limiti. Si tratta naturalmente di un mondo destinato a scomparire da lì a poco con lo scoppio della seconda guerra mondiale, continuamente evocato con una certa inquietudine che serpeggia nascosta per tutta la pellicola. Brillanti come sempre i dialoghi e ottime le caratterizzazioni dei personaggi, compresi quelli di contorno: dall'impettito Hilary Ames (Reginald Gardiner), l'organizzatore del party dove i due protagonisti si incontrano per la prima volta, al farmacista piccolo-borghese Wilson (Richard Haydn) con tanto di madre (Una O'Connor) che si esprime soltanto con colpi di tosse; dall'altezzosa baronessina Betty Cream (Helen Walker), il prototipo della ragazza che "se la tira", al suo spasimante Andrew (Peter Lawford), ossessionato dai venti di guerra e convinto a torto che Belinski sia un attivista antinazista e un perseguitato politico. Bravissimi i due interpreti principali e meraviglioso il finale, senza parole, ambientato a New York davanti alla vetrina di una libreria.

2 commenti:

iosif ha detto...

è da tanto che non vedo lubitsch. dovrei ricominciare. magari con questo.

Christian ha detto...

Qualsiasi Lubitsch va sempre bene!
Io di recente ho letteralmente adorato "Un'ora d'amore".