31 ottobre 2009

1997: Fuga da New York (J. Carpenter, 1981)

1997: Fuga da New York (Escape from New York)
di John Carpenter – USA 1981
con Kurt Russell, Lee Van Cleef
***1/2

Rivisto in DVD, con Monica, Marisa, Eleonora e Ginevra.

Tratto da una sceneggiatura scritta da Carpenter nel 1974, è uno dei film che hanno maggiormente segnato l’immaginario fantascientifico e le modalità del cinema d’azione/avventura degli anni ottanta, persino al di là dei suoi effettivi meriti. Sulle note del celeberrimo tema musicale composto dallo stesso Carpenter, veniamo informati che l’aumento fuori controllo della criminalità(*) ha costretto gli Stati Uniti a trasformare l’intera isola di Manhattan in un’enorme prigione a cielo aperto, circondata da mura invalicabili e da ponti minati. Chi vi entra, non ne esce più: e al suo interno, i detenuti creano una propria società, governata da leggi e regole indipendenti. “Jena” Plissken (in originale “Snake”), ex eroe di guerra refrattario all’autorità e convertitosi in rapinatore di banche, viene convinto dal direttore del carcere Bob Hawk (un ritrovato Lee Van Cleef) a introdursi nella prigione per cercare di riportarne fuori il Presidente degli Stati Uniti (Donald Pleasence), il cui aereo è stato fatto precipitare a Manhattan da un gruppo di terroristi. Se ci riuscirà entro ventiquattr’ore, termine ultimo perché il Presidente possa partecipare a un fondamentale vertice con Cina e Unione Sovietica dal cui esito dipendono le sorti del mondo, “Jena” otterrà la grazia; in caso contrario, sarà ucciso dalle capsule di veleno che gli sono state iniettate nelle arterie. Gli ingredienti per un film teso e avvincente non mancano: una missione impossibile in un ambiente ostile e una corsa contro il tempo, comprimari e antagonisti indimenticabili (il tassista bonaccione interpretato da Ernest Borgnine; il subdolo “Mente”, nei cui panni c’è Harry Dean Stanton; la sua donna Maggie, la dura Adrienne Barbeau; il pittoresco “Duca” di New York, Isaac Hayes; e il suo inquietante braccio destro Romero, Frank Doubleday), scene e situazioni che da allora sono state imitate così tanto da sembrare ormai stereotipate (il combattimento sul ring fra i detenuti; la fuga sul ponte minato); tormentoni e gag sotterranee che riaffiorano di continuo (“Jena Plissken? Ti credevo morto!”); e una vena anarchica e sardonica che esplode nell’immancabile sberleffo finale (il nastro del presidente che viene sostituito). Ma il vero punto di forza della pellicola sta naturalmente nel personaggio protagonista, interpretato da un flemmatico Russell nel suo ruolo più celebre, capace di vivere di vita propria e le cui battute sono un fiorilegio di frasi a effetto (“Chiamami Jena”; “Presidente di che?”; “Fate un altro presidente”; “Nessuna umana pietà!”). Gran parte della pellicola, realizzata con un budget relativamente basso, è ambientata di notte, mentre gli effetti speciali sono ridotti al minimo e si limitano all’uso di un modellino della città di New York (il film è stato poi girato altrove, prevalentemente a Saint Louis) e ad alcune schermate di CGI vettoriale. Quindici anni dopo, Carpenter ne ha fatto un sequel/remake, “Fuga da Los Angeles”.

(*) “Nel 1988 l’indice di criminalità negli Stati Uniti raggiunge il quattrocento per cento”, recita il voice over in italiano (in originale era “rises”, “cresce” del 400%, ovviamente).

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Grandissimo film. Da vedere e rivedere senza mai stancarsi. Il Kurt Russel di quegli anni poi era veramente mitico.

Ale55andra

Christian ha detto...

Infatti l'avrò visto così tante volte da saperlo quasi a memoria. :-)

Invece non ho mai visto il sequel, cercherò di rimediare nei prossimi giorni...

Seconda serata ha detto...

Tra qualche ora lo rivedo anch'io. Intanto ti va di votarlo come miglior escluso dagli Oscar nel Torneo degli Oscar??? Ti assicuro che è una gara dura...
http://iltorneodeglioscar.blogspot.com/2009/11/le-prime-nomination-per-gli-oscar-del.html

Christian ha detto...

Beh, forse pretendere che vincesse l'Oscar sarebbe stato eccessivo... ^^

Tra parentesi, ho appena scoperto che è in progetto un remake (non di Carpenter) per il 2011, almeno stando all'IMDb... poveri noi!

Seconda serata ha detto...

Come nel precedente Torneo dei film non mancheranno le sorprese. Io credevo che rimanesse relegato alla prima fase, ma per fortuna vanno avanti altri film.

Nell'ondata di remake, reboot, e altro c'è spazio per tutto!!!

Ho visto anch'io Fuga da New York, ne ho scritto nel blog.

AlDirektor ha detto...

Lo vedrò molto a breve. Dopo averne sempre sentito parlar benissimo. Speriamo che avete tutti ragione su questo film :D
Bye!

Christian ha detto...

Tieni però conto che io e molti altri ci siamo cresciuti insieme, lo abbiamo visto già negli anni '80 e quindi ci siamo affezionati alle atmosfere e ai personaggi. Se lo giudichi secondo le regole del cinema d'azione ipercinetico e tecnologico di oggi, rischi di rimanere deluso.

AlDirektor ha detto...

Eccomi di ritorno Christian. Non ci sono cresciuto insieme io (cosa temporalmente impossibile), ma ti dico che mi è piaciuto moltissimo. Anzi, credo sia entrato nella mia personale scuderia dei migliori film di fantascienza realizzati. Splendida pellicola, ottima fotografia, bella recitazione e musiche eccezionali. Il tutto ad un budget bassissimo. Da ammirare.

Christian ha detto...

Sono contento che anche tu lo abbia apprezzato! ^^

Fabio ha detto...

Questo film cult non l'avevo ancora visto (del resto sono tutti film realizzati prima che io nascessi). Ne ho sentito parlare la prima come film ispiratore della saga di Metal Gear Solid, e ce l'avevo in lista d'attesa.

Visto ieri sera. Il tema musicale con il sinth già mi prende. Credo che per la prima mezzora sia un riuscitissimo film.
Fino alla scena in cui si vede Plissken entrare nella ex-biblioteca pensavo che avrei visto dispiegarsi una superba narrazione di una notte sola, con il protagonista che deve infiltrarsi nella rete di potere della colonia, mentendo, bluffando o chissà in quali altri modi ("è impossibile incontrare il Duca!").
Invece da lì partono una serie di circostanze (Mente è uno che conosce e che senza troppi complimenti si mette a distruggere la presunta rete di rapporti che aveva fino a quel momento, la detenzione del presidente e la sua stessa che fanno acqua) che "riducono" la storia, e finiscono per deludere.

Mi sembra uno di quei film che ha più il merito di arricchire l'immaginario, come dici tu.
Se qualcuno lo rifà non è un delitto, il film si può effettivamente rifare meglio.

Christian ha detto...

Come già scritto, è molto legato agli stilemi anni '80 e in effetti a vederlo oggi per la prima volta può non fare lo stesso effetto... Se ti capita, prova a vedere il sequel girato 15 anni dopo dallo stesso Carpenter.

Fabio ha detto...

Non che io abbia nulla contro gli stilemi anni '80. Alla fine sono cresciuto pure io con queste cose e le guardo con occhio familiare e abbastanza benevolo.
Solo qui, dopo l'introduzione, mi aspettavo un film un po' diverso.

Consiglio accettato sul sequel. :)