6 settembre 2009

Reds (Warren Beatty, 1981)

Nota: facendo bene i conti, pare che questo sia il 1000° film di cui scrivo su questo blog!

Reds (id.)
di Warren Beatty – USA 1981
con Warren Beatty, Diane Keaton
***

Visto in divx, con Marisa.

In una pellicola lunga (quasi tre ore), epica e intima allo stesso tempo, Beatty racconta gli ultimi cinque anni di vita (dal 1915 al 1920) del giornalista americano John "Jack" Reed, militante socialista e comunista, convinto pacifista e autore del libro "I dieci giorni che sconvolsero il mondo", nel quale descrisse i momenti salienti della rivoluzione bolscevica del 1917, vissuti in prima persona durante la sua permanenza in Russia. La sceneggiatura mescola abilmente le vicende pubbliche di Reed (il supporto ai sindacati operai, il coinvolgimento nelle lotte politiche e nella fondazione del primo partito comunista d'America, i viaggi in Russia, la partecipazione al secondo congresso dell'Internazionale Comunista) con quelle personali (soprattutto il rapporto romantico e tumultuoso con la moglie Louise Bryant, giornalista come lui), e lascia che i dialoghi, i discorsi, i dibattiti, i litigi e le riflessioni fluiscano in totale libertà, con le voci che a volte si sovrappongono come in un film di Altman. Se la prima ora del lungometraggio – quella che descrive la vita di Jack e Louise a New York nel quartiere bohémienne di Greenwich Village – ha qualche lungaggine di troppo ed è a tratti forse un po' noiosetta, quando l'attenzione si sposta sui grandi eventi storici della prima guerra mondiale e della rivoluzione d'ottobre la pellicola riesce a comunicare in maniera convincente il senso di cambiamento, le speranze, le illusioni (e le successive, quasi immediate, disillusioni) di un momento fondamentale nella storia del ventesimo secolo. Beatty (anche produttore, oltre che regista, interprete e co-sceneggiatore) affronta inoltre la questione della memoria, inserendo a più riprese – a mo' di documentario – spezzoni con le testimonianze di persone più o meno celebri (fra le quali Henry Miller e Scott Nearing) che conobbero i coniugi Reed o che vissero a modo loro gli eventi di quegli anni, nonché la questione delle lingue, come indicano le difficoltà di traduzione di cui è vittima Jack durante i dibattiti in Russia. Jack Nicholson impersona con cinismo il commediografo Eugene O'Neill, con cui Louise ha una breve relazione. Il film ebbe ben 12 nomination agli Oscar, e ne vinse tre (per la miglior regia, per la fotografia di Vittorio Storaro e per Maureen Stapleton come attrice non protagonista).

2 commenti:

Seconda serata ha detto...

Quella pagina di storia mi ha sempre interessato, e un film di tre ore non può che trattarla al meglio. Poi, tutte quelle candidature...

http://iltorneodeglioscar.blogspot.com/

Christian ha detto...

È un buon film, soprattutto nella seconda parte (in effetti tre ore sono un po' tantine, si poteva sfoltire qualcosa all'inizio). Merita sicuramente una visione! ^^