26 agosto 2009

Last hurrah for chivalry (John Woo, 1978)

Last hurrah for chivalry (Hao xia)
di John Woo – Hong Kong 1978
con Wei Pai, Damian Lau
**1/2

Visto in divx alla Fogona, in originale con sottotitoli.

L'unico wuxiapian realizzato da Woo a inizio carriera, in gran parte ispirato allo stile e alle opere del suo mentore Chang Cheh (di cui era stato assistente alla regia), è una pellicola nella quale i classici temi del regista sono già tutti presenti in dosi massicce, in particolare l'elogio dell'amicizia virile, la lealtà (la "cavalleria" del titolo inglese), il tradimento e la vendetta. I protagonisti sono lo spadaccino attaccabrighe Chang, detto "Magic Sword", ritiratosi a vita privata per non dover più affrontare in duello i numerosi sfidanti che lo cercano a causa della sua fama, e l'assassino a pagamento Green, che rifugge dal mondo e dall'amore di una bella prostituta e che beve in continuazione per dimenticare gli uomini che ha ucciso. I due, diventati casualmente amici, vengono coinvolti nella faida familiare che oppone il giovane Kao, figlio di un maestro d'arti marziali, al perfido Pai, che ha sterminato la sua famiglia. Ma dopo aver sconfitto Pai, scoprono che il vero cattivo è proprio il traditore Kao, che li ha manovrati come pedine. I combattimenti con la spada o a mani nude, accesissimi e cruenti (gli abiti dei personaggi si macchiano ben presto di abbondante sangue), sono intervallati da inconsuete gag che stemperano i toni melodrammatici della pellicola, virando spesso verso la commedia (per esempio nelle scene in cui Chang se la prende con il povero vasaio che non intende sposare sua sorella) e dando all'intero film un'impronta svagata e disinvolta. Molto interessanti alcuni personaggi minori, come il "Mago Dormiente" che combatte mentre russa, o il braccio destro di Kao che rifiuta di rimanere al fianco del suo padrone quando si rende conto della sua vera indole. L'incipit, con Pai che fa irruzione nella dimora di Kao, intenzionato a vendicarsi per non essere stato invitato alle sue nozze, è – come hanno sottolineato alcuni critici – una situazione tipicamente fiabesca che contribuisce da subito ad allontanare ogni pretesa di verosimiglianza storica.

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