2 giugno 2009

Asfalto che scotta (C. Sautet, 1960)

Asfalto che scotta (Classe tous risques)
di Claude Sautet – Francia/Italia 1960
con Lino Ventura, Jean-Paul Belmondo
***

Visto in divx, con Marisa.

Braccato dalla polizia e in fuga dall'Italia verso la Francia (il film si apre nella stazione centrale di Milano!), un esperto rapinatore (Ventura) vede morire in una sparatoria sulla spiaggia di Mentone sia la propria donna, che lo aveva sempre seguito fedelmente, sia il complice che lo accompagnava (Stan Krol), e si ritrova solo con i due figlioletti di tre e otto anni. In cerca di un aiuto per raggiungere Parigi da Nizza evitando i posti di blocco della polizia, contatta i suoi compari di un tempo: ma rimane deluso dalla loro fredda accoglienza e dal ritrovarli vigliacchi e rammolliti. Stringe invece una forte amicizia con un giovane ladruncolo (Belmondo), che lo nasconde in casa sua e lo aiuta a trovare una sistemazione per i due bambini. Ma alla fine, anche perché costretto a intraprendere una sanguinosa vendetta contro i suoi ex amici, si stancherà di una vita ormai priva di senso e condotta sempre sul filo del rasoio. Insolito noir, incentrato su un personaggio in continua fuga dalla società civile prima e dal sottobosco criminale poi. Il regista (alla sua prima opera) ha adattato un romanzo di José Giovanni ed è bravo a dirigere una vicenda caratterizzata dai toni asciutti e realistici, dai temi dell'amicizia e del tradimento, da una tensione sempre alta e dal minuzioso susseguirsi degli eventi, anche se la conclusione è piuttosto brusca e improvvisa. Misurato l'utilizzo della voce fuori campo, che compare solo quando è necessaria, come appunto nel finale. Ottimi anche gli attori, con un Ventura insolitamente espressivo al quale fa da contraltare un Belmondo frizzante e simpatico che nello stesso anno interpretava "Fino all'ultimo respiro" di Godard (film che, a quanto leggo, contribuì a eclissare questo lungometraggio, considerato troppo "datato" ). Nel cast ci sono anche Sandra Milo (la ragazza che aiuta Belmondo) e Marcel Dalio (l'infido ricettatore).

6 commenti:

Zonekiller ha detto...

strepitoso noir...per di più recentemente editato dalla Rarovideo...è da tempo che ne voglio parlare anch'io...

Christian ha detto...

Sì, un ottimo film! Verrò a leggere cosa ne dirai.
Di Sautet, scomparso nel 2000, finora avevo visto solo "Un cuore in inverno" con Auteuil, molto bello anche se decisamente è tutto un altro genere.

Anonimo ha detto...

Grande Christian! Il film di Sautet, girato con un'asciuttezza esaltante, è uno dei polar più belli degli anni '60. Di meglio c'è soltanto "Il buco" di Becker e, ovviamente, la tripletta di Melville ("Le doulos", "Le deuxième souffle" e "Le samourai"). L'edizione Rarovideo è semplicemente fenomenale: qualità audiovisiva di assoluta eccellenza.

Recensione irreprensibile come al solito.

Saluti

Ale

Christian ha detto...

Ovviamente l'ho visto perché lo avevi consigliato tu, Ale, quindi grazie a te!
Confesso di averlo visto in divx, ma se l'edizione Rarovideo è così buona (e di solito lo sono, è una delle etichette migliori) vale sicuramente l'acquisto...

P.S. Di Becker ho visto "Grisbi" e "Casco d'oro", entrambi molto belli. Mi procurerò "Il buco"!

nickoftime ha detto...

Splendido Sautet, pochi film e tutti di qualità..regista borghese me lo ricordo autore di una tripletta indimenticabile: qualche giorno con me, un cuore in inverno(uno dei miei film preferiti di sempre) Nelly e M Arnaud.Auteil, Bonnaire, Beart, Bouquet misurati ma egualmente carismatici

Christian ha detto...

Come ho già scritto, ho visto solo "Un cuore in inverno" e concordo: è molto bello!