21 marzo 2009

Mangiare, bere, uomo, donna (Ang Lee, 1994)

Mangiare, bere, uomo, donna (Yin shi nan nu)
di Ang Lee – Taiwan 1994
con Lung Sihung, Wu Chien-lien
***

Rivisto in DVD, con Hiromi.

Il vecchio Chu, vedovo e cuoco provetto ormai in pensione, comunica con le sue tre figlie adulte praticamente soltanto attraverso il cibo: Jia-jen, la maggiore, insegna chimica in un liceo, si è convertita al cristianesimo e sembra ormai incapace di amare dopo aver sofferto per una delusione sentimentale; Jia-chien, la seconda, è una donna d'affari in carriera che aspira ad andare a vivere da sola ed è indecisa se accettare un'interessante proposta professionale; Jia-ning, la più giovane, è una studentessa che lavora in un fast food e che si innamora del compagno di una sua amica. Ogni personaggio, alla faticosa ricerca della felicità personale, nasconde i propri segreti e sembra incapace di condividere sentimenti e paure con le persone più care. Ma lentamente, con il passare del tempo, qualcosa sembra muoversi attorno al tavolo dove i protagonisti si radunano ogni settimana per un sontuoso pranzo domenicale, e anche le situazioni più stagnanti si rivelano in mutazione. Come in un film di Ozu, Ang Lee mette abilmente in scena i conflitti familiari e i contrasti fra modernità e tradizione (e il parallelo con i film del maestro giapponese sembra rispecchiarsi anche in alcune gag, come quella dello studente che si addormenta nella classe di Jia-jien, che pare uscita da "La ragazza che cosa ha dimenticato?") grazie a un cast di prim'ordine: Lung era apparso anche nei precedenti lavori del regista ("Pushing hands" e "Il banchetto di nozze"), mentre le tre sorelle sono la bravissima Yang Kuei-mei (già vista in molti film di Tsai Ming-liang), la bella Wu Chien-lien (apparsa in diversi film di Hong Kong) e la meno nota Wang Yu-wen. In più c'è la cucina cinese, vera protagonista del film sin dal titolo, che ci ricorda come il cibo e l'amore siano le due cose più importanti dell'esistenza umana. Le numerose scene in cui si vede Chu alle prese con pentole e coltelli, intento a preparare piatti tanto buoni quanto esteticamente belli, fanno venire l'acquolina in bocca: è decisamente un film da non vedere a stomaco vuoto!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo film mi ricorda gli anni della mia cinefilia giovanile: appassionata, spregiudicata e sbarazzina come i personaggi di questo bel film.

nickoftime

marco c. ha detto...

ricordo la preparazione dell'anatra laccata. infatti a natale ho provato a soffiare dentro a un fagiano.

gparker ha detto...

Anche a me era rimasta impressa l'anatra nella quale soffia.
E' la vera apoteosi dello stile di Ang Lee, il melodrammatismo moderno vissuto con una certa noncuranza e contemporaneamente con forti tumulti passionali.

Sul paragone con Ozu non so quanto ci posso stare. Perchè alla fine Ozu aveva quel distacco pazzesco che gli consentiva di non intromettersi mai, anche nei film più emozionanti lui sembrava sempre distante anni luce, mentre Ang Lee sembra piangere con i suoi attori.

Christian ha detto...

Tutte le scene in cui il vecchio protagonista cucina i suoi piatti elaborati rimangono impresse, anche se quella dell'anatra in effetti risalta in particolare.

Ammetto che il paragone con Ozu è un po' azzardato, ma era inteso soprattutto a un livello (superficiale, fra l'altro, e limitato a questo solo film) di contenuti e di temi (la disgregazione della famiglia, i conflitti generazionali, il sacrificio personale) e non certo formale. ^^

gparker ha detto...

capisco. Anche se poi l'idea di Ozu solitamente è di una vittoria inevitabile della modernità che lascia cadaveri tra i più anziani, mentre qui è proprio l'anziano a cavalcare la modernità (quel colpo di scena di qual è la donna con cui si vede è geniale).