5 marzo 2009

36 Quai des Orfèvres (O. Marchal, 2004)

36 Quai des Orfèvres (id.)
di Olivier Marchal – Francia 2004
con Daniel Auteuil, Gérard Depardieu
***1/2

Rivisto in DVD, con Giovanni.

Cupo, teso, avvincente polar ambientato nel mondo della polizia parigina (il titolo non è altro che l'indirizzo della sede principale della police judiciaire), con cui il regista e sceneggiatore Marchal (a sua volta ex poliziotto) mette in scena dinamiche violente e personaggi che sembrano quasi i protagonisti di una tragedia greca (o, ancora meglio, di un romanzo d'appendice: nel finale i rimandi a "Il conte di Montecristo" sono evidenti). Ne risulta un film di genere riuscito e avvincente, che mi ha lasciato soddisfatto sotto ogni aspetto. La pellicola si incentra sulla forte rivalità fra Léo Vrinks (Auteuil) e Denis Klein (Depardieu), commissari un tempo amici ma ora in guerra fra di loro sul lavoro (sono a capo di divisioni contrapposte, fra le quali non corre buon sangue), in carriera (sono entrambi in lizza per succedere al capo della polizia) e in amore (la moglie di Vrinks è stata la donna di Klein). Pur di mettere le mani su una banda di sanguinosi rapinatori che assaltano furgoni blindati, Vrinks accetta di scendere a patti con uno dei suoi informatori e di lasciarsi coinvolgere in un delitto: l'ambizioso Klein approfitterà del suo errore ma a sua volta si macchierà di parecchie nefandezze. Una sceneggiatura eccellente, nella quale tutti i particolari si incastrano alla perfezione (vedi il coltello che Titi, Francis Renaud, sottrae all'inizio al malcapitato Bruno, e che tornerà nel finale); personaggi al confine fra il bene e il male (i poliziotti non esitano a usare mezzi illeciti, a dedicarsi a vendette private o a calpestare in continuazione il codice deontologico; e a volte sono più legati da amicizia o rispetto ai rappresentanti del sottobosco, come malviventi o prostitute, che ai propri colleghi); sviluppi inaspettati o inesorabili; colpi bassi di ogni genere e senza concessioni: già a metà film non si tratta più di uno scontro fra poliziotti e criminali, bensì di un duello tutto interno alla polizia. Se Auteuil è intenso e convincente come sempre, Depardieu è bravo a dare vita a un personaggio piuttosto inedito per lui, una vera canaglia. Nel cast ci sono anche André Dussolier (il capo della polizia) e Valeria Golino (la moglie di Vrinks). L'attrice che interpreta alla fine la figlia di Vrinks è la vera figlia di Auteuil, mentre Catherine Marchal (la poliziotta) è la moglie del regista.

8 commenti:

Roberto Junior Fusco ha detto...

Di questo non sapevo niente. Mi sembra un film da recuperare. Grazie per la segnalazione.

Anonimo ha detto...

Ho sentito parlare di questo e spero di recuperarlo presto. Mi incuriosisce.

Christian ha detto...

Secondo me, merita parecchio. Se mai lo vedrete, sappiatemi dire cosa ve n'è parso, tutti e due... ^^

Anonimo ha detto...

Anch'io devo recuperarlo assolutamente, spero lo trasmettano su Rai4, ultimamente manda titoli del genere.
Il link all'ultimo questionario del Torneo:
http://spreadsheets.google.com/viewform?hl=it&formkey=cDhtazMwUm1KaUEwQXhYQXoyWl9nRlE6MA..

monia ha detto...

gran bel film, mi ha piacevolmente sorpreso!
ciao ciao

Christian ha detto...

Gegio: Recupera, recupera.

Monia: Nel suo genere, per me è uno dei film migliori degli ultimi anni.

Anonimo ha detto...

Veramente un bel polar. Peccato che poi Marchal abbia girato l'ultima missione, ancora con Auteil nella parte di un poliziotto ai limiti della legalita', in cui le qualita'di cui tu hai parlato sono state fortemente enfatizzate con un risultato che alcuni hanno definito espressionista ma che a me e' sembrato un po' di maniera.

NICKOFTIME

Christian ha detto...

A me "L'ultima missione" non era dispiaciuto, anche se effettivamente l'ho trovato inferiore a "36" e sono d'accordo con te nel vederci un po' di manierismo. Comunque Marchal è entrato nel mio novero di registi da seguire...