28 febbraio 2009

8 donne e un mistero (F. Ozon, 2002)

8 donne e un mistero (8 femmes)
di François Ozon – Francia 2002
con Catherine Deneuve, Fanny Ardant
****

Rivisto in DVD, con Hiromi.

Negli anni cinquanta, in una villa di campagna isolata dalla neve, l'unico uomo di famiglia viene trovato morto con un pugnale conficcato nella schiena. A ucciderlo potrebbe essere stata una qualsiasi delle otto donne della sua vita, tutte presenti nella casa: la moglie, le due figlie, la sorella, la cognata, la suocera, la cameriera, la cuoca. Ognuna di loro nasconde dei segreti, che verranno fuori lentamente nel corso di una giornata densa di avvenimenti. Fra accuse incrociate e colpi di scena, la vicenda si dipana come un giallo di Agatha Christie fino alla risoluzione finale. Magistrale divertissement di Ozon, che affida a otto celebri attrici francesi (di diverse generazioni) ruoli interconnessi e dinamici, realizzando un film che non cessa di sorprendere fino alla fine. L'impostazione teatrale è evidente (la sceneggiatura è tratta da una pièce di Robert Thomas), rimarcata anche dalle scenografie e dai costumi colorati che permettono di distinguere bene i diversi personaggi (con echi anche di Fassbinder, in particolare de "Le lacrime amare di Petra von Kant"), ma il regista ci aggiunge del suo: ognuna delle otto donne è protagonista di un numero musicale, con una canzone tratta dal vasto repertorio della musica popolare francese, reinterpretata, collocata "fuori contesto" e accompagnata da una coreografia studiata ad hoc. Alcune scene, come quella del bacio lesbico fra Catherine Deneuve e Fanny Ardant (cosa ne avrebbe pensato Truffaut?) hanno fatto scalpore, e come suo solito Ozon infila temi scomodi come l'omosessualità o l'incesto in un film apparentemente innocuo e di puro intrattenimento. Bravissime tutte le attrici: le mie preferenze vanno comunque alla favolosa Isabelle Huppert, una perfetta zitella acida ("Non c'è ora per i pettini!"), e alla splendida Emmanuelle Béart, impertinente e provocante nella sua divisa da french maid. La scena con il daino sotto la neve che si avvicina alla casa è una citazione da "Secondo amore" di Douglas Sirk.

Ecco il cast al completo. Diverse attrici non sapevano cantare e sono state "costrette" da Ozon a estenuanti esercizi musicali. Da notare che la Darrieux e la Deneuve avevano già recitato (e cantato) insieme in "Les demoiselles de Rochefort" di Demy: e anche lì la prima era la madre della seconda!
- Catherine Deneuve è Gaby, la moglie della "vittima" Marcel. I suoi rapporti con il marito sono ormai freddi e tutt'altro che idilliaci. La sua canzone è "Toi jamais", una bella ballata di Sylvie Vartan.
- Isabelle Huppert è Augustine, sorella nubile e ipocondriaca di Gaby, sempre pronta a lamentarsi di tutto ma con un'anima romantica e frustrata. Canta al pianoforte "Message personnel", interpretata in passato (fra gli altri) da Françoise Hardy.
- Danielle Darrieux è Mamy, la matriarca avara e alcolizzata, madre di Gaby e Augustine. La sua canzone è la bellissima "Il n'y a pas d'amour heureux", di Georges Brassens su testi di Louis Aragon.
- Virginie Ledoyen è Suzon, la figlia maggiore di Gaby e Marcel, appena tornata per le vacanze natalizie (con un segreto) dalla scuola che frequenta all'estero. Canta "Mon amour, mon ami" di Marie Laforêt.
- Ludivine Sagnier (la musa del regista) è Catherine, la figlia più piccola, intrigante, insolente e ficcanaso. Considera il padre come l'uomo ideale. Il suo brano è la canzonetta "T'es plus dans l'coup papa" di Sheila.
- Fanny Ardant è Pierrette, la misteriosa sorella di Marcel, dal passato non senza macchia. La sua canzone, una delle mie preferite, è la trascinante "À quoi sert de vivre libre" di Nicoletta.
- Emmanuelle Béart è Louise, la nuova cameriera, devota ai suoi padroni in maniera ambigua. La sua personalità focosa è ben esemplificata dalla canzone "À pile ou face" di Corynne Charby.
- Firmine Richard è Chanel, la cuoca di colore e la governante della casa. Apparentemente innocua, anche lei ha i suoi segreti. Canta "Pour ne pas vivre seuls", un bel brano di Dalida.

8 commenti:

Luciano ha detto...

Veramente bello. Ach'io possiedo il DVD e quasi quasi me lo rivedo perché per me è anche il miglior film di Ozon. Ovviamente sono in perfetta sintonia con la tua recensione.

Christian ha detto...

Fai bene a rivederlo, perché secondo me è uno di quei film che si potrebbero vedere decine e decine di volte, senza stufarsi mai (grazie anche, ovviamente, alle canzoni! ^^).
E direi che sono d'accordo con te nel definirlo il miglior film di Ozon, che pure di cose belle ne ha fatte (da "Gocce d'acqua su pietre roventi" a "Sotto la sabbia" fino al recente "Angel").

Anonimo ha detto...

cavolo, devo ancora vederlo
ozon mi piace molto
in particolare "il tempo che resta"

Christian ha detto...

Vedilo, allora! ^^
All'apparenza questo è più "leggerino", quasi un gioco. In realtà, poi, dietro la struttura da giallo e le canzonette Ozon affronta come sempre malesseri e inquietudini.

Roberto Junior Fusco ha detto...

Il capolavoro di Ozon!

Christian ha detto...

Sembra che siamo tutti d'accordo, allora!

souffle ha detto...

il film è anche un omaggio alle donne e alle attrici francesi.
Si odono echi Cukoriani (non a caso) e lo definirei un divertimento serio.
E io pur adorando questo film che fu anche il primo che vidi insieme al mio compagno di allora, penso che Ozon ci abbia regalato film migliori.
L'ultimo che è uscito in Francia da poco, mi hanno detto amici che è un folle capolavoro. Un saluto

Christian ha detto...

Un folle capolavoro? Spero di poterlo vedere presto, allora. Ormai Ozon è entrato nella lista dei registi di cui non vorrei perdermi nulla!