3 dicembre 2008

Il re leone (R. Allers, R. Minkoff, 1994)

Il re leone (The Lion King)
di Roger Allers, Rob Minkoff – USA 1994
animazione tradizionale
****

Rivisto in DVD, con Hiromi.

Questo magnifico film rappresenta forse l'apice del rinascimento disneyano, quel periodo che va da "La sirenetta" (1989) a "Tarzan" (1999) e che ha visto la casa di Burbank tornare a produrre lungometraggi animati di alto livello qualitativo, paragonabili ai grandi classici dell'epoca in cui il fondatore Walt era ancora vivo (oggi, purtroppo, il livello è sceso nuovamente). Considerata da alcuni come una rilettura dell'Amleto, la pellicola racconta la storia del leoncino Simba, figlio del re della savana Mufasa. Convinto di essere il responsabile della morte del padre (in realtà provocata dal perfidio zio Scar), Simba fuggirà nella giungla e trascorrerà gli anni dell'adolescenza in compagnia di due amici spensierati, il suricato Timon e il facocero (chiamato "maiale" nel doppiaggio italiano) Pumbaa. Ma una volta adulto, il senso di responsabilità lo spingerà a tornare nelle sue terre per riappropriarsi del trono. Sin dalle immagini iniziali, con tutti gli animali che accorrono alla Rupe dei Re per la cerimonia di presentazione del leoncino, e dalla splendida canzone di apertura, "Circle of life", il film colpisce per la potenza visiva e la forza narrativa. I personaggi tridimensionali, la storia appassionante, la violenza non sottaciuta (non ci si fa scrupolo di mettere in scena la morte!) lo rendono uno dei lungometraggi disneyani più memorabili di sempre, capace di avvincere lo spettatore adulto come il bambino, e al tempo stesso di rispettarne l'intelligenza. Sfumature psicologiche e temi archetipici sono profusi a piene mani (un esempio: la "terra desolata" che soffre sotto il regno del re usurpatore, in attesa di essere "curata" dal legittimo sovrano, come nel mito del "Re pescatore"). E poi c'è la meravigliosa colonna sonora di Hans Zimmer, vincitrice del premio Oscar, che da sola vale mezzo punto in più, con melodie epiche e struggenti che hanno ispirato decine di imitatori (se ne sentono echi persino nello "Shaolin soccer" di Stephen Chow!), e le belle canzoni di Elton John e Tim Rice (da segnalare "I just can't wait to be king" / "Voglio diventare presto un re", e "Can you feel the love tonight" / "L'amore è nell'aria stasera"). Ai tempi di Walt le dinamiche familiari passavano quasi esclusivamente attraverso il rapporto con la madre/matrigna (basti pensare a "Dumbo" e a "Bambi", ma anche alle fiabe come "Biancaneve" o "Cenerentola"), mentre i genitori maschi erano spesso assenti. Con questa pellicola, invece, si assiste all'inversione del trend e la figura paterna diventa il filo conduttore e la guida del giovane Simba. Evidenti le ispirazioni, oltre che all'Amleto di Shakespeare (con un pizzico di Enrico IV), al "Jungle taitei" ("Kimba, il leone bianco") di Osamu Tezuka (persino nel nome del protagonista: Kimba/Simba!), non riconosciute però dalla Disney, i cui autori hanno sempre negato di aver letto il manga giapponese. La sequenza in cui Scar fa sfilare davanti a sé le malvage iene ("Be prepared" / "Sarò re") ricorda invece le adunate naziste come ritratte ne "Il trionfo della volontà". Spettacolare, per intensità e tecnica (è stato uno dei primi e più celebri casi di utilizzo del computer in una sequenza d'animazione), la scena della carica degli gnu. Curioso come Timon e Pumbaa, due personaggi umoristici portatori (attraverso il motivetto-tormentone "Hakuna Matata", che in swahili significa "senza pensieri") di una filosofia di vita puerile e disimpegnata, e dunque in antitesi con il reale messaggio del film, diverranno protagonisti di spin-off e serie parallele: d'altronde sono le spalle comiche. Nella versione italiana spiccano le voci di Vittorio Gassman (Mufasa) e Tullio Solenghi (Scar). L'edizione speciale su DVD comprende una sequenza aggiuntiva con una canzone inedita, "Il rapporto del mattino", che però non è nulla di speciale.

2 commenti:

Luciano ha detto...

Sono d'accordo. Senza dubbio un film eccelso.

Christian ha detto...

E anche a rivederlo, non stufa mai!