21 novembre 2008

Viva erotica (Yee Tung-shing, 1996)

Viva erotica (Se qing nan nu)
di Derek Yee Tung-shing – Hong Kong 1996
con Leslie Cheung, Shu Qi
**1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

Sing, giovane regista dalle ambizioni autoriali i cui ultimi film sono stati però dei clamorosi insuccessi, accetta di girare un "Category III" (come vengono etichettate le pellicole hongkonghesi vietate ai minori, pornografiche o estremamente violente) su commissione per un produttore legato alle triadi. Viene costretto a tutta una serie di compromessi, compresa l'imposizione di un'amichetta del produttore – che recita da cani e per di più rifiuta di spogliarsi nelle scene di nudo – come attrice protagonista. Le tensioni all'interno della troupe e con lo svogliato cast rischiano di rendere la lavorazione un vero inferno, ma poco a poco Sing riesce a trovare la giusta alchimia di gruppo, a convincere gli attori a interpretare le parti con sentimento e ad accettare il fatto che anche il cinema porno ha una propria dignità artistica se realizzato con impegno e passione. Di pari passo, però, la sua relazione personale con la fidanzata (Karen Mok) sembra precipitare. La pellicola, che mostra un ritratto dolceamaro dell'industria cinematografica di Hong Kong (vi compaiono brevemente star come Anthony Wong, vengono citati Jackie Chan, Stephen Chow e Jet Li, il regista si sente dire che il suo film "non deve essere artistico come quelli di Wong Kar-wai, ma commerciale come quelli di Wong Jing!"), presenta anche diversi elementi semi-autobiografici, voluti o meno. Il grande Lau Ching Wan interpreta un regista chiamato proprio Derek Yee, che si toglie la vita dopo le critiche ai suoi ultimi lavori e la fine di una relazione omosessuale: anche se nelle intenzioni si trattava di un alter ego di Yee Tung-Shing, non si può non pensare alla fine dello stesso Leslie Cheung, gay e suicida nel 2003. E anche la storia di Miss Mango, alla quale Shu Qi dà vita con grazia e bravura (e mostrandosi spesso nuda, il che naturalmente è un valore aggiunto per la pellicola!), presenta molti punti in comune con quella della stessa attrice taiwanese. La dicotomia fra cinema impegnato e cinema commerciale (affrontata in maniera equilibrata, non con paranoie alla Medda) spunta fuori a più riprese: vedi l'amarezza di Sing quando vede frustrate le sue ambizioni artistiche perché al box office trionfano sesso e violenza; il fatto che, dopo la morte di Yee, il suo criptico film prima snobbato da tutti diventa un successo ("Presto batterà il record di Jackie"); o le parole del produttore che, di fronte a un film inguardabile, ordina di "tagliarlo e distribuirlo in Europa". C'è anche una citazione kubrickiana: una scena di sesso a tre velocizzata, con l'ouverture del Guglielmo Tell di Rossini in sottofondo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao.
Scusa, chi è Medda? Quello di Meddaserravigna?

E, se sì, cosa c'entra col cinema?
E, se no, allora chi è?

ERNESTO

Christian ha detto...

Sì, Medda è l'autore di fumetti. Intendiamoci, come scrittore mi piace anche (è sicuramente il migliore dei "tre sardi", ha un'ottima vena sarcastica e ironica), però ha un forte complesso di inferiorità nei confronti dell'arte "alta" che lo porta spesso a scrivere nel suo blog (o a inserire nelle sue opere) filippiche sproporzionate, quando non completamente assurde, a favore dell'arte "bassa".

Un esempio chiarificatore è l'albo n. 56 di Legs, nel quale si esalta il cinema disimpegnato, "libero" e divertente, costantemente minacciato dagli "interessi" economici che porterebbero i produttori a boicottarlo per favorire invece il cinema "impegnato", noioso e incomprensibile. In quella storia, il "cattivo" è un regista in stile Antonioni/Wenders che in realtà è un alieno che vuole dominare il mondo – uccidendo la capacità di sognare – grazie ai suoi film "d'autore" che tolgono spettatori ai film d'azione o di fantascienza, al punto da portare al fallimento il povero regista Lucas/Emmerich. Come vedi, oltre che una tesi assurda, è quasi un capovolgimento della realtà!

Ai tempi, su quell'albo di Legs avevo anche scritto un messaggio sui newsgroup:

Medda si scaglia spesso anche contro gli scrittori di fumetti "colti", come Alan Moore, ma soprattutto contro i loro fan e contro i critici, accusati di incensare le opere che hanno più livelli di lettura e di snobbare quelle di pura evasione (come le sue, aggiungo io): paranoie, senza dubbio, sia perché una cosa non esclude l'altra (possono coesistere o, in ogni caso, essere apprezzate entrambe per motivi diversi), e sia – soprattutto – perché da che mondo è mondo sarebbero semmai gli autori impegnati a doversi lamentare dei pochi spazi che il proliferare di opere commerciali e senza valore lasciano loro.

"Viva erotica", invece, riesce a difendere l'arte "bassa" senza dover ricorrere a estremismi di questo tipo, senza dover fingere che le opere impegnate abbiano più (o meno) valore, e soprattutto senza doversi inventare che l'arte "bassa" sia boicottata o minacciata in qualche modo dall'arte "alta".