1 giugno 2008

Le tre sepolture (T. L. Jones, 2005)

Le tre sepolture (The Three Burials of Melquiades Estrada)
di Tommy Lee Jones – USA 2005
con Tommy Lee Jones, Barry Pepper
**

Visto in DVD, con Albertino.

Discreto ma nel complesso deludente esordio alla regia di Tommy Lee Jones, che si ritaglia per sé un ruolo alla Clint Eastwood in un film un po' superficiale e letteralmente diviso in due parti. La prima, caratterizzata da un montaggio decostruito e ricco di sfasamenti temporali (non a caso il film è scritto da Guillermo Arriaga, lo sceneggiatore di "21 grammi"), mi ha lasciato decisamente perplesso e ha faticato a coinvolgermi, con la monotona descrizione di una cittadina del Texas dove una giovane guardia di frontiera, una testa calda, uccide nel deserto per errore un messicano clandestino che lavorava come pastore in un ranch. Meglio invece la seconda, nella quale Jones – che con il suddetto messicano aveva stretto una rapida ma solida amicizia – rapisce il giovane poliziotto e lo costringe a riesumare il cadavere per portarlo in Messico e seppellirlo nella sua terra di origine: qui il film si fa più vivace e interessante, anche grazie agli scenari del deserto Tex-Mex e ad alcuni tocchi di umorismo asciutto, benché si respiri una pericolosa aria di incrocio fra "Voglio la testa di Garcia" e i vari "A spasso con il morto". Messicani buoni, sceriffi menefreghisti, donne annoiate ma in fondo tutte puttane e vecchi ciechi che vorrebbero morire completano un panorama umano che è lì soltanto a far da cornice a una vicenda di folle amicizia alla vana ricerca di un luogo che forse non esiste o forse si trova ovunque. Pretestuoso il titolo e il dettaglio delle tre sepolture del messicano (le prime due in territorio americano, la terza – l'unica che conta davvero ai fini della trama – nel suo paese). Gli attori non mi hanno impressionato, in particolare il giovane Barry Pepper, che non riesce a dare spessore a un personaggio importante nell'economia narrativa ma che da un certo punto in poi quasi scompare dall'attenzione. Non male comunque il finale, più solare e aperto di quanto ci si poteva aspettare.

6 commenti:

Francesco Dongiovanni ha detto...

a me il film è piaciuto molto...penso chi i fratelli Coen ne abbiano tenuto conto per il loro ultimo film (seppure ovviamente stiamo parlando di cose molto diverse)...Tommy Lee jones è in entrambi i film ottimo...

Christian ha detto...

Beh, a me i Coen non piacciono (e il loro ultimo film men che meno), quindi direi che tutto torna.. ^_^
Per quanto riguarda invece Tommy Lee Jones, devo dire che di recente mi era piaciuto di più in "Nella valle di Elah". Qui mi è sembrato abbastanza piatto per il tipo di personaggio che deve interpretare, non mi ha convogliato grandi emozioni...

Mario Scafidi ha detto...

ma chi te l'ha fatto fare!!

Christian ha detto...

Ciao Mario, chi si risente! In realtà non è un film brutto, soltanto lascia un po' il tempo che trova. Con una sceneggiatura più solida nella prima parte e più coraggiosa nella seconda (e magari un regista non alle prime armi) ne sarebbe venuta fuori una discreta pellicola, visto che l'ambientazione messicana è piuttosto bella.

Anonimo ha detto...

a me è abbastanza piaciuto. non sapevo dello sceneggiatore. e dire che 21 grammi, invece, non m'ha convinto per niente.

Christian ha detto...

Arriaga era lo scneggiatore di fiducia di Iñarritu (il suo lavoro migliore, secondo me, è stato il film d'esordio, "Amoresperros"). Ma dopo "Babel" i due hanno litigato sui rispettivi meriti relativi al film, e si sono "separati". Adesso sta preparando il suo esordio alla regia, nel 2009. A me non piace tanto: lo trovo un po' cervellotico e ruffiano, dunque perfettamente in linea con le tendenze del cinema americano di questi ultimi anni.
Ciao!