14 giugno 2008

Il diritto del più forte (R. W. Fassbinder, 1975)

Il diritto del più forte (Faustrecht der Freiheit)
di Rainer Werner Fassbinder – Germania 1975
con Rainer Werner Fassbinder, Peter Chatel
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Visto allo spazio Oberdan, in originale con sottotitoli (retrospettiva di Cannes).

L'omosessuale Franz, che si guadagna da vivere esibendosi al luna park come “Fox, la testa parlante”, è costretto a lasciare il lavoro dopo l'arresto del suo impresario e amante. Tenta la fortuna con il gioco del lotto, vince ben mezzo milione di marchi e contemporaneamente conosce il benestante Max che lo introduce nel suo circolo raffinato, dove si innamora dell'elegante imprenditore Eugen. Fox ed Eugen vanno a vivere insieme, ma il secondo non perde occasione per mettere in risalto la mancanza di educazione e di cultura del primo. Come se non bastasse, lentamente Eugen si appropria di tutto il denaro dell'amico (per acquistare un appartamento, per fare un viaggio in Marocco, e soprattutto per rimettere in sesto l'azienda di famiglia che rischia il fallimento), mentre Fox – per amore e per soggezione del proprio basso stato sociale – si lascia sfruttare completamente. Quando il denaro e l'amore sono terminati, non a caso insieme come erano arrivati, Fox si ritrova sulla strada senza più nulla, nemmeno la sua identità (che, simboleggiata dal giubbotto con il nome scritto sopra, viene rubata da due ragazzini). Più che per le tematiche gay (che sono preponderanti, sì, ma costituiscono soltanto la superficie del film), la pellicola racconta con estrema lucidità una storia di differenze di classe, come indica anche il titolo (quello italiano non è proprio letterale, ma va bene lo stesso), dove la borghesia tenta di educare il proletariato senza però rinunciare a sfruttarlo. All'epoca, naturalmente, il film destò parecchie controversie e non piacque nemmeno in molti circoli omosessuali: visto oggi, se ne comprende forse meglio la natura di “saggio sul capitalismo”, tanto più efficace perché collocato in un ambiente che per altri versi rifugge dalle convenzioni sociali e dai ruoli istituzionali.

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