19 giugno 2008

Cannes e dintorni 2008 - conclusioni

Una rassegna decisamente deludente, quella di quest'anno. Alla fine i film degni di essere ricordati si contano sulle dita della mano di un artificiere distratto, per citare una frase che ho letto di recente su un newsgroup. Sicuramente si salvano la Palma d'Oro di Cantet, il "Maradona" di Kusturica e i film di Garrone (soprattutto) e Sorrentino, ma in parte anche "Waltz with Bashir", "Eldorado road" e la pellicola di Nuri Bilge Ceylan. Per il resto ho visto tanti film che non avevano niente da dire, noiosi, piatti, retorici o semplicemente non interessanti. Meno male che almeno c'è stata la retrospettiva della "Quinzaine", dove spiccava il bel film di Fassbinder "Il diritto del più forte" (ma anche quelli di Penn e di Jarmusch non erano male). Il peggio? L'inutile "The pleasure of being robbed", i pretenziosi francesi Desplechin e Garrel e gli italiani Munzi (poco più di una fiction tv) e Giordana (poco meno di un polpettone). Sono rimasto deluso anche dalla totale assenza di film asiatici, che di solito sono quelli che attendo con più interesse in questo tipo di rassegne.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

io sono abbastanza convinto che la selezione migliore sia qualla di venezia, con anche un buon equilibrio fra spettacolo ed impegno.

Christian ha detto...

Dipende dagli anni... però è vero che a Venezia c'è più varietà.

M.S. ha detto...

beh, come pellicola asiatica c'era in concorso "24 city" di jia zhang-ke e il porno filippino di cui non ricordo il titolo...ma certamente non sono state pellicole memorabili.

Christian ha detto...

Se è per questo, fuori concorso c'erano anche "Tokyo sonata" di Kiyoshi Kurosawa e "Ashes of time redux" di Wong Kar-Wai, oltre a cinesi e coreani vari, ma nulla di tutto ciò è stato incluso nella rassegna milanese. :-(

Martin ha detto...

Il problema quindi sembra proprio essere la scelta dei film proiettati nella rassegna.

Christian ha detto...

Per la mancanza di film asiatici, sì. Per la qualità, direi di no, semplicemente quest'anno c'erano già in partenza meno cose interessanti del solito fra cui scegliere.

souffle ha detto...

Noto comunque che chi ama in modo viscerale il cinema orientale detesta quello francese. Ma forse è questione di età. ^^
Il film di Desplechin è semplicemente magnifico. :)
Non oso immaginare cosa pensi di Ozon...

Christian ha detto...

A dire il vero io amo moltissimo il cinema francese, anzi probabilmente dopo quella giapponese e quella americana "classica", quella francese è la cinematografia che mi piace di più. Di Ozon, per esempio, non potrei dire altro che bene: lo ritengo uno dei maggiori registi europei viventi e mi è piaciuto quasi tutto di lui, dal fassbinderiano "Gocce d'acqua su pietre roventi" al divertentissimo "8 donne e un mistero", dallo struggente "Sotto la sabbia" al recente feulletton "Angel" (sono stato uno dei pochi ad apprezzarlo?). Eric Rohmer è uno dei miei registi preferiti, e poi mi piacciono molto anche Bresson, Truffaut, Malle, Resnais, Melville, Assayas e molti altri. Ciò non toglie che certe pellicole d'oltralpe mi sembrino invece così pretenziose e antipatiche da risultare davvero irritanti, come le due appena citate. Mi dispiace, ma Desplechin e Garrel (di cui avevo visto - e odiato - anche "Les amants reguliers") evidentemente non fanno per me...
Ciao!