22 aprile 2008

Indiana Jones e l'ultima crociata (S. Spielberg, 1989)

Indiana Jones e l'ultima crociata
(Indiana Jones and the last crusade)
di Steven Spielberg – USA 1989
con Harrison Ford, Sean Connery
**

Rivisto in DVD.

Con il terzo film del popolare archeologo-avventuriero, Spielberg e Lucas tornano alle origini e – quasi disconoscendo il secondo capitolo, che evidentemente non li aveva soddisfatti – ripropongono temi, personaggi e situazioni della prima pellicola (ci sono addirittura delle scene quasi identiche, come la lezione di Indy all'università). Il film gioca così la carta dell'autoreferenzialità: invece della narrativa avventurosa pulp e fumettistica del passato, il punto di riferimento diventa proprio "I predatori dell'arca perduta", sul quale viene innestata una trama che si basa sul rapporto conflittuale fra Indy e il padre Henry (un sornione Sean Connery), insegnante di letteratura medievale del quale finora non si era fatta menzione. Ma se il secondo episodio cercava almeno di sperimentare una propria strada, indipendente e differente dal prototipo, qui ci si rifugia nel già visto e nel poco rischioso: ecco dunque ancora un reperto di origine biblica (la coppa del sacro Graal), i nazisti e vari personaggi già visti in passato, fra recuperi inutili e fuori contesto (Sallah/Rhys-Davies) e caratterizzazioni deludenti (Brody/Elliott). Devo ammettere che rivedendo tutti e tre i film di fila – e a distanza di vent'anni – si rivaluta un po' anche questo, ma comunque rimane il più debole della serie, oltre che il più pretenzioso. Quando lo vidi per la prima volta al cinema, con la sua atmosfera "fasulla" contribuì a farmi disamorare di Steven Spielberg e a farmelo depennare dalla lista dei registi che seguivo con interesse. L'introduzione, ambientata nel 1912, serve a presentare Indy da bambino (interpretato da River Phoenix), un boy scout non troppo simpatico, e a spiegare in un colpo solo l'origine della sua fobia per i serpenti, quella dell'uso della frusta e la provenienza del suo cappello. Nel 1938 ritroviamo il nostro eroe sulle tracce del Graal e soprattutto di suo padre, sparito misteriosamente durante le ricerche della coppa. Naturamente Indy impiegherà pochi minuti a scoprire un sepolcro rimasto nascosto per sette secoli sotto il pavimento di una chiesa veneziana (ai serpenti e agli insetti dei primi due film si sostituiscono qui i topi), ma si lascerà irretire dal fascino di una bella studiosa austriaca che si rivelerà essere al soldo dei tedeschi. La parte centrale della pellicola, quella che vede i due Jones, padre e figlio, interagire direttamente per fuggire dall'Austria prima e dalla Germania poi, è forse la migliore per ritmo e situazioni: come non ricordare l'incontro con Hitler (l'adunata nazista, con tanto di falò di libri, ricorda per atmosfera e fotografia la cerimonia dei thugs del secondo film) o la fuga dallo Zeppelin? Deludente invece il climax nel deserto: il luogo dove si trova il Graal è forse il meno fascinoso di tutti i tre film, e le prove da superare sono quasi ridicole (su tutte quella della passerella di roccia). Anche la colonna sonora di John Williams non mi è parsa all'altezza delle precedenti. Nel finale scopriamo che Indy si chiama in realtà Henry, come il padre, e che Indiana era il nome del suo cane: un altro caso di autoreferenzialità, visto che questo era anche il nome del cane di George Lucas. Quando il film uscì, Spielberg assicurò che sarebbe stato l'ultimo della serie: a quasi vent'anni di distanza ha cambiato idea.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

noto un po' in tutti i blog un revival di indy...che per caso state ripassando in attesa del quarto capitolo?
lo farò anche io a breve, devo rinfrescare la memoria.

Christian ha detto...

Esatto, ormai manca poco...

Luciano ha detto...

I tre Indiana Jones mi sono piaciuti ma il terzo meno del secondo e il secondo meno del primo. Spero che con il quarto vada in modo diverso..

Christian ha detto...

Anch'io la penso come te sui primi tre film, Luciano, e condivido la speranza per il quarto capitolo (senza farmi troppe illusioni, però).

Anonimo ha detto...

Anche se sono sostanzialmente d'accordo con quello che dici non disdegno così tanto questo film soprattutto grazie a certi "innesti" di idee niente male (quelli che ricordi anche tu durante la fuga dei due Jones). Anche la colonna sonora di John Williams (che ritengo un genio)non mi è parsa così sotto al livello degli altri due. E' sicuramente un film da botteghino più che da cineasti ma a Lucas, che è (stato) bravissimo a creare "miti", col passare della carriera è andato benissimo così....

Unknown ha detto...

scusa se SPAMMO un pò:
ma nel rivederlo per l'ennesima volta l'altra sera (sono l'unico che quando vede che c'è un film in tv ne vede i primi minuti e poi mette su il DVD?) mi è venuto in mente che mentre mi è capitato varie volte di vedere un film dopo aver letto il libro questo è stato l'unico film di cui ho finito il gioco su PC prima di vederlo.. e in effetti mi era piaciuto molto di più!
p.s. per chi ha amato quel genere di avventure grafiche lascio questo link: http://zak2.org/

Christian ha detto...

Anche a me capita spesso che alcuni minuti visti in tv facciano scattare la voglia di rivedere un film in DVD... ^^!
Per quanto riguarda i giochi, non sono stato mai un gran videogiocatore, ma le avventure grafiche erano proprio il mio genere preferito... forse perché sono così cinematografiche! Chi non ha pensato a "Monkey Island" quando è uscito "I pirati dei Caraibi", per esempio?

Anonimo ha detto...

non capisco tutto questo accanimento su indy! io penso (e non sono l'unico) che il film sia fantastico e sempre interessante e forse è il più bello della trilogia. anche se sono film talmente belli che è difficile fare una classifica

Christian ha detto...

Resto della mia idea: questo è il peggiore dei tre, anzi dei quattro!

Anonimo ha detto...

una cosa non so. chi è quello che dà il cappello a indy all'inizio?

Christian ha detto...

Semplicemente uno dei mercenari assoldati dal collezionista di oggetti antichi che si impadronisce della croce spagnola e contro il quale si batte Indy da bambino.

Fabio ha detto...

Noooo, come puoi dire che è il peggiore dei quattro? Il quarto è orrendo, anzi non è mai esistito. Qui abbiamo almeno tante scene ironiche con Connery (l'inseguimento rocambolesco in moto con lui che si ricarica l'orologio!) e poi questa e innumerevoli altre!

Per protesta non seguirò più questo blog per cinque minuti.

Christian ha detto...

Passati i cinque minuti? ;P

Purtroppo questo terzo episodio non l'ho mai digerito... Come ho scritto, è stato da questo film che è iniziata la mia idiosincrasia personale verso il cinema di Steven Spielberg. Quindi farei di tutto per screditarlo, anche metterlo sotto al quarto! ^^

Parlando più seriamente: il quarto, sarà per le aspettative basse (data l'esperienza con i prequel di Star Wars...), sarà per aver appena rivisto i precedenti capitoli, non mi era sembrato così lontano come intenzioni e come risultato dagli ultimi due (che appaiono molto superiori soltanto perché rivestiti da una patina romantica). Per me, visto con una prospettiva critica e non da "fan", il quarto è di poco inferiore al secondo (da cui riprende molte esagerazioni) e più o meno agli stessi livelli del terzo (da cui riprende un generale distacco dalla realtà): e di quest'ultimo, tolto Connery, salvo ben poco (fra cui la scena che hai segnalato, certo)...