24 gennaio 2008

American gangster (R. Scott, 2007)

American gangster (id.)
di Ridley Scott – USA 2007
con Denzel Washington, Russell Crowe
**

Visto al cinema Plinius, con Hiromi.

La storia vera di Frank Lucas, che da ex autista di un boss di Harlem all'inizio degli anni settanta diventa uno dei principali capibanda di New York (e uno dei pochi neri in grado di rivaleggiare con le famiglie mafiose italiane), dedicandosi soprattutto al traffico di eroina. Come un vero "imprenditore" americano, sbaraglia la concorrenza importando direttamente la materia prima dal Triangolo d'Oro del sud-est asiatico senza intermediari e facendola entrare nel paese a bordo degli aerei militari di ritorno dalla guerra del Vietnam, a volte addirittura dentro le bare dei soldati caduti. La possibilità di offrire droga più pura e a prezzi inferiori gli fa rapidamente conquistare il "mercato", ma nonostante il successo continuerà a mantenere un basso profilo, lavorando insieme ai suoi fratelli e cugini senza dare nell'occhio. L'unica volta che si concederà un comportamento vistoso, sfoggiando all'incontro di boxe fra Alì e Frazier un pelliccione kitsch regalatogli dalla sua fidanzata, attirerà su di sé l'attenzione della polizia che comincerà a indagare su di lui o – nel caso degli agenti corrotti – a chiedere mazzette. Il secondo personaggio principale del film è il detective Richie Roberts (un buon Crowe al suo terzo film con Scott dopo "Il gladiatore" e "Un'ottima annata"), aspirante avvocato, onesto e incorruttibile nonostante amicizie non proprio limpide, che come un mastino indaga sul traffico di droga fino a incastrare sia Lucas sia i numerosi poliziotti corrotti (notevole il personaggio carogna interpretato da Josh Brolin). Al tirar delle somme, i due uomini – che curiosamente non si incrociano praticamente mai prima del finale del film – scopriranno però di avere molti punti in comune: entrambi a modo loro sono integerrimi e fanno "quel che deve essere fatto", al punto che dopo l'arresto Lucas collaborerà con Richie (che diventerà il suo avvocato difensore) per spazzare via il marcio dalla polizia. La pellicola è lunga, bella nella sua ambientazione d'epoca (automobili, vestiti, acconciature anni settanta... quanti baffoni, per esempio!), solo a tratti avvincente ma a suo modo epica. Qualcuno, esagerando, l'ha paragonata a "Il padrino" (forse per il tema della famiglia, o per il climax dell'arresto all'uscita della chiesa), a me è sembrata invece più simile a "Scarface" nel delineare l'ascesa e la caduta di un gangster, la sua determinazione e le sue qualità morali. Bravo Washington. La struttura del doppio protagonista (che in parte rappresenta lo scontro fra il bene e il male, in parte le due facce di una stessa medaglia) sembra diventata particolarmente di moda nei film noir/poliziesco/gangsteristici: si pensi a "The heat", "The departed" o persino "The prestige". La regia di Scott non offre sorprese, cita molti classici del passato ("The french connection" addirittura esplicitamente), insiste su molte riprese attraverso i parabrezza delle automobili e punta su una fotografia meno patinata del solito, forse per adattarsi a un film dal tono più realistico e dal ritmo meno frenetico.

6 commenti:

Soledad Burgos ha detto...

un beso desde chile,,,

Luciano ha detto...

Devo ancora vederlo e sui vari blog vi sono recensioni divergenti. Mi sembra,a parte qualche sbavatura, che ti sia piaciuto.

Christian ha detto...

Sì, mi è piaciuto, ma a me Ridley Scott piace quasi sempre! ^_^

Luciano ha detto...

Allora devo fare il possibile per vederlo.

Anonimo ha detto...

ciao..ti abbiamo inserito nei nostri link...a parte questo..mi presento,,sono nickoftime de icinemaniaciblogspot.com...a parte questo 1..ti devo dire che per me AG è un film di produzione..quindi di Brian Glazer..Scott pensa solo a realizzare la commissione..citi the french connection..d'accordissimo..e proprio li si vede la differenza ...gli attori erano prima di tutto uomini comuni..con facce prese dalla strada..poi loro malgrado sono diventati divi..qui..c'è prima il divo..e poi..forse..l'uomo..tutto ciò fa perdere al film pathos e credibilità....ciao

Christian ha detto...

Grazie, vedrò di fare un salto anch'io da voi... Per quanto riguarda il film, sia Washington sia Crowe mi sembrano abbastanza calati nella parte e li trovo ottimi professionisti (come Scott, d'altra parte). Forse il film non eccelle in pathos e credibilità, ma non ne è neppure privo.