24 dicembre 2007

Oliver Twist (R. Polanski, 2005)

Oliver Twist (id.)
di Roman Polanski – GB/Francia 2005
con Barney Clark, Ben Kingsley
**1/2

Rivisto in TV, con Hiromi.

Dopo il successo de "Il pianista", Polanski ha saggiamente preferito dedicarsi a un film più leggero (ma fino a un certo punto), tratto dal classico libro per ragazzi di Dickens che era già stato trasposto più volte al cinema (per esempio da David Lean nel 1948, ma anche dalla Walt Disney in "Oliver & Company"). E i toni grotteschi e ai limiti dell'assurdo tipici del regista polacco ben si sposano con l'atmosfera cupa e vittoriana del romanzo e con le peripezie strappalacrime del protagonista, orfano vittima dello sfruttamento e delle crudeltà sociali dell'ottocento che finisce con l'unirsi suo malgrado a una banda di ladri che opera nel sottobosco londinese. La prima parte del film, anche se talvolta un po' esagerata e sopra le righe, mi è sembrata decisamente la migliore. I volti dei personaggi secondari, soprattutto quelli degli adulti (come i responsabili dell'orfanotrofio o i giudici), sono caricaturali come in "Per favore, non mordermi sul collo" e contrastano notevolmente con le facce più "pulite" dei ragazzini. Nella seconda parte, invece, il film si trasforma quasi in una pellicola d'azione e perde un po' di fascino. Il finale è buonista, ma non c'è da sorprendersi: è Dickens. Ben Kingsley, sepolto sotto un pesante trucco, è un ottimo Fagin, ambiguo ma umano, abietto ma simpatico, e anche gli attori bambini sono bravi (oltre a Oliver, spicca anche quello che interpreta la parte di Dodger "il malandrino") . Bella la ricostruzione storica e le scenografie (la Londra sporca e industriale è stata completamente rifatta a Praga), che donano alla pellicola una qualità visiva che contribuisce a rendere il setting più realistico e vivo che mai, quasi senza bisogno di fare ricorso a effetti speciali.

2 commenti:

Luciano ha detto...

Sì è proprpio un film godibile. Molto bello.

Christian ha detto...

Già. Quando l'avevo visto al cinema, l'avevo forse sottovalutato un po'. In realtà svolge egregiamente il suo compito di adattamento cinematografico di un classico della letteratura, e la regia di Polanski è ottimamente al servizio della storia.