18 ottobre 2007

Ratatouille (Brad Bird, 2007)

Ratatouille (id.)
di Brad Bird [e Jan Pinkava] – USA 2007
animazione digitale
***1/2

Visto al cinema Colosseo, con Hiromi.

E alla fine, volenti o nolenti, si ritorna sempre ai topi, come se l'animazione (disneyana o no) non ne potesse proprio fare a meno. Già l'anno scorso il miglior film animato occidentale, "Giù per il tubo", vedeva come protagonista un topolino finito nelle fogne. Quest'anno l'ennesimo capolavoro Pixar (ormai un vero e proprio marchio di garanzia) presenta, più che un topo, un simpaticissimo ratto che – a differenza dei propri simili – ha avversione per la spazzatura e nutre invece ambizioni di alta cucina, al punto da diventare – con l'aiuto di un cuoco giovane e inesperto – il più bravo e raffinato chef di tutta Parigi. Diretto dal Brad Bird già responsabile de "Gli incredibili" (ma si vede chiaramente anche la mano del suo assistente Jan Pinkava, quello de "Il gioco di Geri"), Il film parte un po' lentamente ma ben presto raggiunge livelli eccezionali, sia tecnicamente sia narrativamente. La scena più bella e commovente, nel finale, è quella in cui il severo critico Anton Ego (il cui personaggio e le cui riflessioni sul ruolo "parassitario" della critica rispetto all'arte potrebbero sposarsi perfettamente con altri ambiti artistici, cinema compreso) assaggia per la prima volta la Ratatouille preparata dal piccolo topolino e piomba immediatamente – potremmo quasi dire "proustianamente" – nei suoi ricordi d'infanzia. Il film, che riesce a raffigurare il mondo dell'alta cucina in maniera niente affatto snob, brilla in effetti di luce propria: niente ammiccamenti, citazioni o parodie, la pellicola punta le proprie carte esclusivamente sulla storia (divertente ed emozionante) e sui personaggi. Mancano anche le spalle comiche appartenenti a specie animali differenti: nel mondo di Ratatouille ci sono soltanto ratti ed esseri umani. Memorabile il sistema con cui il ratto Remy controlla i movimenti dell'umano Linguini, manovrandolo tramite i capelli come se si trattasse di un robot. Ottime anche le scenografie e l'ambientazione: Parigi, la Ville Lumiére, la Senna e i suoi ponti immersi nella nebbia sono realistiche e romantiche. Per essere un film a stelle e strisce, ho notato soltanto due riferimenti alla rivalità e al modo in cui gli americani vedono i transalpini: la frase con cui si apre il film, "i francesi ritengono che la miglior cucina del mondo sia quella francese", e una a metà pellicola "Siamo francesi, quindi dobbiamo essere rudi". Un 'altra cosa che mi ha stupito è che si parla senza pudore della morte (uno dei personaggi principali, Gusteau, è morto; e di un altro, la madre di Linguini, si dice chiaramente che lo è) o dell'amore (la scena del bacio fra Linguini e Colette non è meno adulta che infantile). Curiosamente, invece, dal mondo dei topi sembra essere assente il sesso femminile (tranne che, brevemente, nei titoli di coda). In conclusione: il miglior film dell'anno (finora).

7 commenti:

Anonimo ha detto...

andrò a vederlo domani, anche se non sono un appassionato di animazione, anche se non credo serva..

Christian ha detto...

Non serve infatti... e poi, mentre si guarda un film Pixar, spesso si arriva a dimenticare che si tratta di un film di animazione. ^_^

Luciano ha detto...

Ho letto diverse recensioni positive. Lo andrò a vedere senz'altro. A presto.

domenico ha detto...

bellissimissimo
(piccola correzione: il ratto che controlla Linguini è Remy, mi pare, non Emil che è il fratello di Remy :-))

Christian ha detto...

Hai ragione, honeyboy: adesso ho corretto! ^_^;

Anonimo ha detto...

Bellissimo! Mi ha colpito la scelta di far parlare i topi ma solo fra loro (per gli umani sono semplici squittii) mentre in altre pellicole tale capacità viene "nascosta" agli umani. Così la comunicazione inter-specie si fa difficile e interessante... mia moglie ha trovato molto "da cagnetto" le espressioni di Remy con Linguini!
(a proposito.. perchè l'unico nome italiano del film è dato al protagonista imbranato?)

Christian ha detto...

Almeno è il protagonista, e non il cattivo: accontentiamoci!
Ottima l'osservazione sulla comunicazione fra specie, anche se non credo sia un aspetto così originale (ma ora non ricordo con esattezza come era trattata la cosa in altri film con topi o ratti, come "Cenerentola" o "Brisby e il segreto di Nihm"). Restando alla Pixar, poi, anche in "Toy story" i giocattoli parlano fra loro ma non con gli esseri umani.