29 ottobre 2007

L'ultimo dei Mohicani (M. Mann, 1992)

L'ultimo dei Mohicani (The last of the Mohicans)
di Michael Mann – USA 1992
con Daniel Day-Lewis, Madeleine Stowe
**

Visto in DVD, con Hiromi.

Nathan “Occhio di Falco” (Daniel Day-Lewis), trapper bianco adottato dagli indiani Mohawk, e i suoi compagni, pur rifiutando di prender parte alla guerra fra inglesi e francesi nelle colonie americane come parte di una milizia civile, ne restano coinvolti quando cercano di salvare le due giovani figlie (Madeleine Stowe e Jodhi May) di un colonnello britannico dalla sete di vendetta di un indiano Urone che si è alleato con i francesi. Tratto dal classico romanzo di Fenimore Cooper (ma pare che la sceneggiatura si basi più sulle precedenti versioni cinematografica del 1920 e del 1936 che non sul libro), un filmone d'avventura fin troppo tradizionale e vecchio stile, di puro intrattenimento e anche di buona fattura, ma piuttosto superficiale a livello di personaggi e di contenuti: fosse stato realizzato negli anni '50 mi avrebbe probabilmente colpito di più. Alla figura del protagonista si è ispirato Gianfranco Manfredi per l'aspetto del suo Magico Vento, ma (per restare in tema di fumetti) il film ricorda semmai le più stereotipate avventure di Tex Willer, soprattutto nella seconda parte, con personaggi poco caratterizzati e situazioni prevedibili e mai coinvolgenti fino in fondo. Improbabile, per esempio, come in ben due attacchi a tradimento contro una colonna di soldati inglesi muoiano sempre tutti tranne l'ufficiale Hayward e le due ragazze, personaggi che evidentemente devono sopravvivere fino alla fine soltanto per esigenze di copione. Fra le poche sorprese, nel finale si scopre che "l'ultimo dei mohicani" non è Daniel Day-Lewis ma uno dei suoi compagni. Ai bei paesaggi del Nord America si sovrappone un tema musicale invadente e onnipresente, ormai indissolubilmente legato a un celebre spot pubblicitario. Chi lo sa, magari il film sarebbe stato migliore se a dirigerlo ci fosse stato un regista visionario e coraggioso come Werner Herzog, anziché uno piatto e derivativo come Mann.

3 commenti:

Luciano ha detto...

Lo vidi al cinema quando uscì e anche allora non mi convinse molto. Mi ricordo di un finale tragico. Mi pare di ricordare che il protagonista si salvi (mi pare anche...) Ma un momento scusami... non vado oltre. Ma intanto il finale l'hai già intuito anche senza gli ultimi quindici minuti. Ciao.

Christian ha detto...

Sì, come dici tu, il finale è intuibilissimo. Si capisce subito chi vivrà e chi morrà. Non avendo letto il libro, eventuali scostamenti dalla sua trama non mi fanno né caldo né freddo... ciao!

Anonimo ha detto...

non è un film particolarmente affascinante, anche se alcuni punti e la colonna sonora è fantastica