5 settembre 2007

Se avessi un milione (E. Lubitsch et al., 1932)

Se avessi un milione (If I had a million)
di Ernst Lubitsch, Norman Taurog, Stephen Roberts, Norman McLeod, James Cruze, William A. Seiter, H. Bruce Humberstone – USA 1932
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Visto in DVD, con Albertino.

Nel 1932, lo stesso anno di "Mancia competente", Lubitsch venne incaricato dalla Paramount di scrivere, dirigere e coordinare quello che molti critici ritengono il primo film a episodi della cinematografia americana. Con l'aiuto di altri sceneggiatori (fra cui Joseph L. Mankiewicz) e registi, cui affidò gran parte dei segmenti, nacque così questo divertente e gradevole film che sfrutta molte delle star comiche della casa di produzione. La trama ha come protagonista un miliardario in fin di vita (uno straordinario Richard Bennett) che, per non lasciare la propria fortuna agli odiati parenti, decide di donare un milione di dollari ciascuno a otto persone scelte a caso dell'indirizzario della città. Gli episodi che seguono raccontano le loro reazioni e il modo in cui investono il denaro improvvisamente piovuto dal cielo, spaziando dal comico al grottesco, dal tragico al brillante: un commesso di un negozio di porcellane (Charlie Ruggles) si sfoga distruggendo tutta la merce in esposizione; una prostituta (Wynne Gibson) si concede una notte da sola in un albergo di lusso; un falsario (George Raft) non riesce a riscuotere l'assegno perché tutti credono che sia contraffatto; un'anziana coppia di amanti (Alison Skipworth e W.C. Fields) si dedica a una comica caccia in auto ai pirati della strada; un condannato a morte (Gene Raymond) viene giustiziato pochi secondi dopo aver ricevuto il denaro; un umile impiegato di una grande azienda (Charles Laughton) si reca dal direttore per fargli una pernacchia; un soldato (Gary Cooper) crede che si tratti di uno scherzo e cede l'assegno in cambio di dieci dollari; una vecchietta ospite di una casa di riposo (May Robson) si vendica della tirannica direttrice e trasforma l'ospizio in un club esclusivo per sé e le sue compagne. L'episodio più celebre e memorabile (nonché l'unico sicuramente diretto da Lubitsch) è quello con Laughton, ma fra i più belli c'è anche quello della prostituta (con alcuni tocchi inconfondibilmente lubitschiani, come la scena in cui lei toglie il secondo cuscino dal letto), mentre il meno riuscito è forse quello con Gary Cooper. Alcune gag sono molto raffinate (Ruggles con il coniglio al guinzaglio), altre sembrano anticipare la commedia all'italiana (la pernacchia). In Italia venne eliminata completamente la sequenza più tragica, quella del condannato alla sedia elettrica, e furono tagliati alcuni dialoghi in cui le vecchiette all'ospizio parlavano della morte. In ogni caso, stupefacente la libertà di temi e di stili che Lubitsch e i suoi collaboratori potevano permettersi all'epoca, prima del codice Hays, anche all'interno di un film "leggero". Gli effetti della Grande Depressione erano ancora ben radicati nella società, e il film metteva in scena tutti i sogni e le speranze di riscatto delle persone comuni, così come le beffe del destino. Buffa la traduzione italiana d'epoca, con perle come "apple pie" tradotto con "pizza".

1 commento:

Luciano ha detto...

Bellissima commedia a sketch diretto da Lubitsch e altri 6 registi, precursore dei tanti film collettivi che seguiranno negli anni. L'ho visto una vita fa. Dovrei segnarlo nel taccuino dei film da rivedere.